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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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ti, criteri <strong>di</strong>agnostici assai eterogenei, inadeguata quantificazione<br />

dei risultati e mancanza <strong>di</strong> follow-up, portò ad esiti<br />

che, in un numero eccessivamente elevato <strong>di</strong> casi, si <strong>di</strong>mostrarono<br />

tragici, con mo<strong>di</strong>ficazioni personologiche<br />

drammatiche e frequente sviluppo <strong>di</strong> deterioramento cognitivo,<br />

sebbene, invece, un certo numero <strong>di</strong> pazienti sicuramente<br />

ne traeva beneficio.<br />

Lo sviluppo <strong>della</strong> stereotassi nella seconda metà del novecento<br />

consentì ai neurochirurghi <strong>di</strong> perfezionare notevolmente<br />

l’accuratezza <strong>della</strong> lesione e a tutt’oggi sono ancora<br />

praticati interventi <strong>di</strong> trattotomie superselettive per <strong>di</strong>sturbi<br />

psichiatrici particolari. Un intervento <strong>di</strong> trattotomia è comunque<br />

definitivo e le sue conseguenze sono irreversibili.<br />

Negli ultimi 10 anni si sono poi sviluppate delle tecniche<br />

basate sulla modulazione elettrica <strong>di</strong> determinate aree cerebrali<br />

o del nervo vago. Entrambe le tecniche sono reversibili<br />

e non comportano lo sviluppo <strong>di</strong> lesioni cerebrali permanenti.<br />

La stimolazione elettrica <strong>di</strong> aree cerebrali profonde<br />

è una tecnica sperimentata nei <strong>di</strong>sturbi del movimento<br />

farmacologicamente intrattabili e sta iniziando ad affermarsi<br />

anche come terapia per pazienti psichiatrici, mentre<br />

la stimolazione vagale è ampiamente utilizzata in ambito<br />

epilettologico. La stimolazione vagale è una procedura che<br />

ha minori caratteristiche sperimentali rispetto alla stimolazione<br />

elettrica profonda dell’encefalo e perciò i protocolli<br />

<strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> efficacia hanno un <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong> problematicità.<br />

Me<strong>di</strong>co legalmente le procedure <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> pazienti<br />

che possono essere avviati a questo tipo <strong>di</strong> trattamento<br />

pongono particolari problemi. In generale qualsiasi procedura<br />

<strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> pazienti a cui sia possibile applicare<br />

un protocollo <strong>di</strong> trattamento chirurgico per un <strong>di</strong>sturbo<br />

psichiatrico dovrebbe rispettare, perlomeno i seguenti<br />

15<br />

SESSIONI PLENARIE<br />

parametri: il paziente deve essere una persona con <strong>di</strong>agnosi<br />

DSM-IV certa o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo ossessivo compulsivo o<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo affettivo e i criteri <strong>di</strong> severità, cronicità, invali<strong>di</strong>tà<br />

e resistenza al trattamento devono essere chiaramente<br />

definiti.<br />

Qualsiasi precedente fallimento terapeutico dovrebbe essere<br />

documentato quantitativamente con misure valutative<br />

adeguate (p.e. la Yale-Brown per i <strong>di</strong>sturbi ossessivi).<br />

La <strong>di</strong>agnosi deve essere posta da uno psichiatra al termine<br />

<strong>di</strong> uno screening <strong>di</strong>agnostico completo, e dovrebbe essere<br />

effettuata anche una valutazione neuropsicologica.<br />

Il paziente deve firmare un consenso informato dettagliato<br />

e i seguenti aspetti devono essere successivamente rilevati<br />

per verificare se il paziente apprezza adeguatamente la procedura<br />

terapeutica:<br />

1)capacità <strong>di</strong> comunicare una scelta stabile;<br />

2)capacità <strong>di</strong> comprendere gli elementi rilevanti del caso;<br />

3)apprezzamento <strong>della</strong> situazione e delle possibili conseguenze<br />

per la persona;<br />

4)la capacità <strong>di</strong> manipolare razionalmente l’informazione<br />

ricevuto (valutando pro e contro)<br />

Solo i pazienti che <strong>di</strong>mostrino <strong>di</strong> aver compreso il consenso<br />

informato in tutte e quattro le componenti elencate possono<br />

essere inclusi nello stu<strong>di</strong>o.<br />

Il fascicolo del paziente, una volta che sia stato giu<strong>di</strong>cato<br />

idoneo al trattamento e abbia firmato il consenso informato,<br />

deve essere inviato ad un comitato in<strong>di</strong>pendente, composto<br />

da uno psichiatra, un neurologo, un neurochirurgo,<br />

un neuropsicologo, un me<strong>di</strong>co legale e possibilmente un<br />

giurista per ottenere l’approvazione definitiva; il comitato<br />

in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong>spone del potere <strong>di</strong> veto rispetto alla procedura<br />

<strong>di</strong> trattamento. Ovviamente i trattamenti possono essere<br />

proposti solo per finalità terapeutiche.

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