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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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prevedeva un’altra colossale violenza nei confronti del malato<br />

e <strong>della</strong> famiglia. Trascorso il periodo <strong>di</strong> “osservazione<br />

<strong>di</strong> gg 15 + gg 15”, veniva decretato l’internamento definitivo,<br />

fatto, questo, che veniva trascritto sul certificato penale<br />

del soggetto.<br />

Tale dato influiva sulla carriera lavorativa e sociale oltre che<br />

del malato “guarito” anche su quella dei figli e dei nipoti.<br />

Nella conferenza tenuta dal prof. Francesco Bonfiglio, in<br />

occasione del X<strong>XI</strong>II <strong>Congresso</strong> <strong>della</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>,<br />

nell’ottobre 1946 venne proposta una riforma <strong>di</strong><br />

Legge che per anni fu ignorata o accantonata, malgrado i<br />

me<strong>di</strong>ci specialisti ne avessero segnalato i <strong>di</strong>fetti in essa contenuti.<br />

Il malato mentale, per la citata violenza procedurale allora<br />

sostenuta dalla Legge, era considerato alla stregua <strong>di</strong> un delinquente<br />

e, come il delinquente condannato all’ergastolo,<br />

doveva restare per sempre legato alla struttura manicomiale<br />

che lo conteneva. Se <strong>di</strong>messo, legato per sempre alla sua<br />

qualifica <strong>di</strong> “matto” scritta sul suo certificato penale.<br />

Psicofarmaci e stigma<br />

P. Fornaro<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica,<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Genova<br />

Con la scoperta da parte <strong>di</strong> Delay e Deniker, risalente al<br />

1952, delle proprietà antipsicotiche incisive e tranquillizzanti<br />

<strong>della</strong> Clorpromazina si è aperta l’era <strong>della</strong> moderna<br />

farmacoterapia psichiatrica. Da allora, con la continua <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> agenti efficaci per il trattamento delle svariate<br />

manifestazioni <strong>di</strong> patologia psichiatrica, è stato possibile<br />

non solo curare la maggior parte dei pazienti in ambito extra-ospedaliero<br />

ed elaborare ed attuare nuovi modelli organizzativi<br />

dell’assistenza psichiatrica, ma anche <strong>di</strong> poter<br />

“sondare” e stu<strong>di</strong>are su basi scientifiche i correlati ed il substrato<br />

biologico dei <strong>di</strong>sturbi psichici.<br />

Il progressivo accumularsi delle conoscenze ed il continuo<br />

crescere dell’esperienza circa le modalità <strong>di</strong> impiego più<br />

corrette e il meccanismo dell’azione terapeutica degli “psicofarmaci”<br />

continuano ad avere importanti ricadute quanto<br />

a sempre più precise definizioni degli ambiti nosograficonosologici<br />

dei vari <strong>di</strong>sturbi il cui trattamento, se adeguatamente<br />

attuato, “liberando” il paziente dalla sua con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> sofferenza e dalle relative complicanze, contribuisce in<br />

maniera considerevole a ridurre l’emarginazione del paziente<br />

psichiatrico a tutt’oggi oggetto <strong>di</strong> stigma.<br />

Gli psicofarmaci comprendono un particolare significato<br />

simbolico, ad essi per varie ragioni attribuito dal paziente,<br />

dai familiari e dagli stessi me<strong>di</strong>ci 1 , per il quale tali irrinunciabili<br />

moderni mezzi <strong>di</strong> cura possono contribuire, <strong>di</strong>rettamente<br />

ed in<strong>di</strong>rettamente, a favorire o, viceversa, a ostacolare<br />

il processo <strong>di</strong> stigmatizzazione a cui per varie ragioni facilmente<br />

va incontro il paziente psichiatrico.<br />

Nel presente contributo saranno considerati da un lato i<br />

principali aspetti del vissuto del farmaco e, dall’altro, gli effetti<br />

negativi che la “malpractice” psichiatrica determina<br />

sulle con<strong>di</strong>zioni (cliniche, psicologiche e sociali) del pa-<br />

41<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

ziente psichiatrico con l’obiettivo <strong>di</strong> sottolineare la “ovvia”<br />

importanza <strong>di</strong> condotte psicofarmacoterapeutiche razionali,<br />

sicure ed efficaci per le quali risulta essenziale, tra l’altro,<br />

un’attenta e costante analisi degli aspetti psicologici e dell’atmosfera<br />

relazionale nel cui ambito viene agita la prassi<br />

clinica quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Bibliografia<br />

1 Fornaro P, Ducatel-Gesi E, Catteau J. Psychotropes: mythe et<br />

idées prèconçues. L’Information Psychiatrique 2001;77:284-90.<br />

Cura senza <strong>di</strong>agnosi<br />

C.M. Barbaro<br />

Il Cerchio Scuola Romana Balint Analitica COIRAG, Psicologa<br />

Psicoterapeuta Gruppoanalista<br />

Questo intervento si propone <strong>di</strong> contribuire alla già avviata<br />

riflessione su quello che ne resta <strong>della</strong> legge 180 e quale futuro<br />

si prospetta. Molte perplessità si presentano sui protocolli<br />

<strong>di</strong> intervento nei confronti dei pazienti.<br />

Non bisogna <strong>di</strong>menticare che la legge 180 è scaturita dalle<br />

lotte, dalle continue e serrate riflessioni e dalla presa <strong>di</strong> coscienza<br />

degli operatori impegnati nell’istituzione manicomiale.<br />

La necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che si può assistere la persona<br />

folle in un altro modo ha spinto tutti a inventare e progettare<br />

strutture territoriali. Umanizzare e socializzare la<br />

follia si contrapponeva con l’idea stessa <strong>di</strong> internamento<br />

istituzionale cioè la custo<strong>di</strong>a in nome <strong>della</strong> tutela, la riduzione<br />

<strong>della</strong> libertà in nome <strong>della</strong> liberazione dalla malattia.<br />

Questa era la forza <strong>di</strong> quella istituzione non rispettosa <strong>della</strong><br />

persona, già puro esercizio ideologico <strong>di</strong> violenza. Istituzione<br />

violenta che gli operatori psichiatrici e Basaglia in testa<br />

sentivano la necessità <strong>di</strong> smantellare. Il mio non è un pensiero<br />

nostalgico, ma la necessità <strong>di</strong> confronto con i colleghi<br />

che esercitano nelle istituzioni, capire se l’istituzione è violenta<br />

in sé proprio perché ha la funzione <strong>di</strong> contenimento sia<br />

del paziente che del potere politico <strong>della</strong> psichiatria. Capire<br />

se gli stessi servizi da noi progettati e desiderati siano <strong>di</strong>ventati<br />

in realtà servizi dove il paziente è accolto nella sua<br />

sofferenza e accompagnato a formulare la sua richiesta<br />

d’aiuto; o sevizi territoriali svuotati e burocratizzati, dove<br />

regna la sor<strong>di</strong>tà che rende impossibile la comunicazione,<br />

impedendo il famigerato intervento <strong>di</strong> rete. Basaglia ha temuto<br />

che la riforma potesse essere l’inizio <strong>della</strong> fine <strong>della</strong><br />

trasformazione, come scrisse nella prefazione al Giar<strong>di</strong>no<br />

dei Gelsi, proprio nel momento in cui si poteva cominciare<br />

ad affrontare i problemi in modo <strong>di</strong>verso. Ho riscontrato<br />

molte <strong>di</strong>fficoltà nel fare un’indagine sui protocolli d’intervento<br />

del servizio pubblico, capire quali motivazioni o logiche<br />

d’intervento vengono scelte in rapporto alla patologia<br />

del paziente. L’istituzione ha il dovere <strong>di</strong> riavviare il motore<br />

del <strong>di</strong>alogo, <strong>della</strong> collaborazione e <strong>della</strong> riflessione per<br />

non essere teatro <strong>di</strong> cura parziale e a volte senza <strong>di</strong>agnosi.<br />

Creare un pensiero nuovo, curare l’istituzione con la meto<strong>di</strong>ca<br />

del GRUPPO ALLARGATO ristabilire il concetto <strong>di</strong><br />

rete con <strong>di</strong>namiche degne dell’esperienza accompagnata dagli<br />

strumenti formativi.

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