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Rapporto annuale 2004 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...

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INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

IRFMN<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze è strutturato in sette Laboratori e tre Unità <strong>di</strong> Dipartimento, le<br />

attività <strong>di</strong> ricerca riguardano lo stu<strong>di</strong>o delle malattie neurologiche e psichiatriche affrontato dal<br />

punto <strong>di</strong> vista delle basi biologiche, <strong>di</strong> alcuni aspetti clinici e della valutazione dei servizi<br />

sanitari. Accanto a queste attività, nel Dipartimento sono presenti competenze più generali, non<br />

riconducibili esclusivamente all'ambito neurologico, che riguardano la farmacocinetica,<br />

l'informazione sull'uso dei farmaci e l'elaborazione <strong>di</strong> trial clinici e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici.<br />

Tra<strong>di</strong>zionalmente una parte del Dipartimento si è de<strong>di</strong>cata alla creazione <strong>di</strong> modelli sperimentali<br />

per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici e dei possibili interventi terapeutici che riguar<strong>di</strong>no le<br />

malattie neurodegenerative, come Alzheimer e malattie da prioni, neurologiche come l'epilessia<br />

o psichiatriche come la depressione. Più recentemente si sono sviluppati e consolidati progetti <strong>di</strong><br />

ricerca per lo stu<strong>di</strong>o della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'ictus cerebrale e le sostanze<br />

d'abuso. Per quanto riguarda gli aspetti clinici <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> queste patologie sono oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

epidemiologici come epilessia, SLA e Alzheimer e <strong>di</strong> clinical trial per la valutazione<br />

dell'efficacia <strong>di</strong> trattamenti farmacologici. Le attività del Dipartimento mirano a un'integrazione<br />

delle <strong>di</strong>verse competenze per lo sviluppo <strong>di</strong> progetti multi<strong>di</strong>sciplinari. L'obiettivo è <strong>di</strong> dare<br />

risposte integrate sul piano della conoscenza, della terapia e della pratica clinica alle complesse<br />

tematiche, in gran parte irrisolte, proposte dalle malattie del sistema nervoso.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Due mutazioni del gene che co<strong>di</strong>fica per PEN 2, una proteina coinvolta nella produzione <strong>di</strong> beta<br />

amiloide, sono state identificate in pazienti con Alzheimer familiare<br />

Una mutazione del gene che co<strong>di</strong>fica per presenilina 1 (E318G) è stata identificata come fattore<br />

<strong>di</strong> rischio nella malattia <strong>di</strong> Alzheimer<br />

In uno stu<strong>di</strong>o piuttosto ampio è stato <strong>di</strong>mostrato che i livelli plasmatici <strong>di</strong> beta amiloide 1-42<br />

sono significativamente più bassi nei soggetti Alzheimer rispetto ai controlli <strong>di</strong> pari età<br />

In colture cellulari umane alfa-sinucleina a basse concentrazioni ha attività neuroprotettiva.<br />

Questo effetto <strong>di</strong>pende dalla porzione C-terminale della proteina e non è mo<strong>di</strong>ficato dalle<br />

mutazioni associate al morbo <strong>di</strong> Parkinson<br />

Nei soggetti con Mild Cognitive Impairment-amnesici è possibile osservare, anche nel breve<br />

periodo (9 mesi), una <strong>di</strong>minuzione più consistente della memoria relativa a eventi pubblici<br />

rispetto a quella autobiografica.<br />

Relativamente basse concentrazioni <strong>di</strong> folati nel siero sono associate a un elevato rischio <strong>di</strong><br />

demenza e <strong>di</strong> declino cognitivo e funzionale nei gran<strong>di</strong> anziani (80+).<br />

La presenza <strong>di</strong> demenza nel grande anziano (80+) è associata a un grande aumento (5 volte) del<br />

numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> assistenza da parte del caregiver.<br />

La prevalenza dell’anemia nella popolazione anziana è del 7,6%, cresce significativamente con<br />

l’età ed è maggiore negli uomini rispetto alle donne. L’anemia <strong>di</strong> grado lieve presenta una<br />

associazione modesta ma significativa con alcune variabili cognitive, funzionali e <strong>di</strong> qualità<br />

della vita.<br />

49<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2004</strong>

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