Flavio Boccia Le agrobiotecnologie nel sistema italiano
Flavio Boccia Le agrobiotecnologie nel sistema italiano
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Tabella 2: Obiettivi delle sperimentazioni in Italia.<br />
Oggetto<br />
sperimentazione<br />
Orticole (28%)<br />
Cereali (36%)<br />
Colture industriali<br />
(17%)<br />
Piante da frutto,<br />
olivo, vite (6%)<br />
Piante ornamentali<br />
(7%)<br />
Prodotti<br />
- pomodoro<br />
- patata<br />
- melanzana<br />
- mais<br />
- riso<br />
- grano duro<br />
- barbabietola<br />
- soia<br />
- colza<br />
- fragola<br />
- kiwi<br />
- melone<br />
- ciliegio<br />
- anguria<br />
- lampone<br />
- olivo e vite<br />
- dimorfoteca<br />
- geranio<br />
Fonte: Commissione Interministeriale di Valutazione per le biotecnologie (2003).<br />
18<br />
Obiettivo dell’esperimento<br />
- resistenza a virosi<br />
- resistenza ad insetti<br />
(dorifora)<br />
- miglioramento qualità<br />
- frutti partenocarpici (senza<br />
fecondazione)<br />
- resistenza ad insetti<br />
(piralide)<br />
- resistenza ad erbicidi<br />
(glifosate)<br />
- studi sul trasporto delle<br />
proteine (grano)<br />
- resistenza ad erbicidi<br />
- resistenza a virosi<br />
(rizomania)<br />
- produzione di fruttani<br />
- resitenza a virosi<br />
- frutti partenocarpici<br />
- morfologia/architettura<br />
pianta<br />
- morfologia e architettura della<br />
pianta<br />
Una nota deve essere fatta in relazione al problema della trasparenza <strong>nel</strong>l’ambito della ricerca<br />
biotech. Sebbene la normativa esistente sia chiara, siti e modalità in cui avvengono le sperimentazioni<br />
siano ben documentati e le relative informazioni siano disponibili anche on-line tramite il Ministero<br />
della Salute, non sempre vige la totale trasparenza comportamentale, richiesta in un ambito così<br />
delicato e tanto sentito a livello sociale come quello dell’impiego degli OGM in agricoltura. Infatti, <strong>nel</strong><br />
novembre 2002 (come riportato anche dalle principali testate giornalistiche) si è scoperto che un<br />
contadino di Casalino (in provincia di Novara) aveva affittato cento metri quadrati all’Istituto di<br />
botanica vegetale dell’università di Piacenza, allo scopo di verificare, per conto della Commissione<br />
europea, che il polline del nuovo riso non trasmettesse, a piante sessualmente compatibili, il gene che<br />
gli era stato aggiunto per renderlo resistente ad un erbicida. Dunque, un riso transgenico a tutti gli<br />
effetti. Il vero problema era dovuto al fatto che si coltivava da tre anni, ma nessuno (organizzazioni<br />
agricole, amministrazione comunale e provinciale) ne era a conoscenza. Il gruppo di ricercatori della