30.05.2013 Views

Flavio Boccia Le agrobiotecnologie nel sistema italiano

Flavio Boccia Le agrobiotecnologie nel sistema italiano

Flavio Boccia Le agrobiotecnologie nel sistema italiano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Ovviamente, l’Assiobiotec si è palesata totalmente contro l’azione della regione: la decisione<br />

avrebbe dovuto attendere il risultato di controanalisi in quanto, secondo l’associazione, intervenire su<br />

campi di sicura coltivazione con sementi di varietà tradizionali, semplicemente sulla base di una<br />

possibile presenza accidentale di OGM e senza aver approfondito l’ampiezza del fenomeno, è stata<br />

un’azione che penalizza solo gli agricoltori coinvolti, senza fornire ulteriori garanzie di sicurezza e<br />

trasparenza soprattutto sul problema della coesistenza tra i vari tipi di colture. (Ved. anche figg.1 e 2).<br />

Come visto, anche in casi così eclatanti come quello appena menzionato, si evincono forti<br />

contrasti tra le parti in causa: e non solo tra fronti nettamente contrapposti, ma anche all’interno dello<br />

stesso fronte tra quei gruppi che (teoricamente) dovrebbero essere compatti <strong>nel</strong>le linee da seguire, a<br />

motivo delle comuni finalità che li caratterizzano. Ancora una volta, tutto ciò non fa altro che<br />

dimostrare la grande confusione che regna <strong>nel</strong> campo delle <strong>agrobiotecnologie</strong>, sia dal punto di vista<br />

delle conoscenze sia da quello degli indirizzi da seguire per il raggiungimento dei propri obiettivi.<br />

Figura 1: I provvedimenti delle amministrazioni regionali per gestire i raccolti inquinati.<br />

Piemonteha381 Lombardiaha450 Venetoha120 FriuliV.G.ha142 EmiliaR.ha125<br />

Colture di 140<br />

aziende distrutte<br />

in campo senza<br />

effettuare<br />

controanalisi<br />

sulle piante<br />

Fonte: Coldiretti (2002)<br />

Fonte: Coldiretti (2002)<br />

I raccolti di 86<br />

aziende saranno<br />

isolati e utilizzati<br />

per produrre<br />

energia (biomasse)<br />

I raccolti saranno<br />

usati per produrre<br />

carburante<br />

ecologico o<br />

biomasse<br />

Inoltre, bisogna mettere in evidenza come, alla decisione del 9 settembre 2003 in merito al<br />

decreto del 4 agosto 2000 del Governo Amato, farà presto seguito il ritiro dello stesso decreto, per<br />

coerenza anche con il nuovo quadro Comunitario in materia di tracciabilità e di etichettatura di<br />

alimenti e mangimi derivanti da OGM, approvato <strong>nel</strong> luglio scorso dalla Commissione. Tale decreto<br />

34<br />

I campi di 76<br />

aziende saranno<br />

monitorati ed il<br />

mais sarà<br />

utilizzato per usi<br />

non alimentari<br />

Figura 2: Il fabbisogno di soia e mais in Italia (in tonn.) – 2002.<br />

Superficie in<br />

ettari<br />

Fabbisogno<br />

Import<br />

Produzione<br />

nazionale<br />

Soia Mais<br />

160.000 1.280.000<br />

12.000<br />

8.800<br />

3.200<br />

27.000<br />

17.600<br />

9.400<br />

I raccolti saranno<br />

distrutti solo<br />

dopo i risultati<br />

delle<br />

controanalisi in<br />

campo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!