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il secchio - Alcova creativa

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La Scapigliatura<br />

di Maria Grazia Tolfo<br />

L'Osteria del Polpetta e l'Ortaglia<br />

paramenti orientali par che balzino mostri<br />

d'argento, figure spettrali escono da<br />

vecchie carte o da stampe ingiallite. Nei<br />

ritratti appesi alle pareti, uomini di<br />

cinquant'anni fa mostrano <strong>il</strong> loro sorriso<br />

beffardo tra la barbetta faunesca<br />

arricciata, e negli occhi hanno fosche<br />

ombre di predestinati al suicidio. Vipere e<br />

serpi si sfasciano nei loro aggrovigliamenti<br />

perversi, un gufo spennacchiato tenta<br />

ancora <strong>il</strong> suo volo sinistro.<br />

La magia è largamente rappresentata nella<br />

casa del pittore che aveva un po' <strong>il</strong> volto<br />

d'un mago delle antiche favole. Talismani,<br />

zodiaci, simboli della cabala. Par di vedere<br />

ancora, tra le pergamene e i compassi, <strong>il</strong><br />

vecchio "Bigio" Conconi pronunciare la<br />

formula propiziatoria:<br />

Enchete, pènchete Puff tiné Abeli, fàbeli,<br />

dominé...<br />

Parole magiche? Macché, <strong>il</strong> mago era un<br />

buon mago, e quella era un tiritera per i<br />

bamberottoli che gli stavano intorno e gli<br />

tiravano la gran barba grigia. Magia, sì, ma<br />

prima di tutto, per i cari scapigliati veniva<br />

l'allegro amore della famiglia.<br />

In una stanza c'è un tempietto buddistico.<br />

Per tre anni <strong>il</strong> Conconi, che l'aveva scovato<br />

da non so quale antiquario o reduce dalla<br />

Cina, gli aveva fatto la corte, fin che un<br />

giorno aveva potuto comperarselo e<br />

portarselo a casa, nero e grande come una<br />

cassaforte. Ancora oggi la curiosità più<br />

riverita della casa. S'aprono gli sportelli di<br />

lacca, ed appare, assiso in una cameretta<br />

dorata, <strong>il</strong> Budda. In uno dei cassettini di<br />

questo tempietto portat<strong>il</strong>e, c'è una mano di<br />

mummia egizia, conservata gelosamente,<br />

ché tanto fu cara al buon pittore.<br />

Ma gli oggetti strani sono sparsi un po'<br />

dappertutto. Copricapi birmani, marmi<br />

romanici, bronzi irriconoscib<strong>il</strong>i, statuine<br />

orientali; una bellissima danzatrice greca,<br />

leggera e volante nella grazia della lunga<br />

veste, è l'unico ricordo classico in questo<br />

museo romantico dello spavento,<br />

dell'orrore e del bizzarro.<br />

I quadri del Conconi, qui riuniti ancora in<br />

gran copia, sembrano rose in una necropoli. E'<br />

incredib<strong>il</strong>e come questi uomini dell'ultimo<br />

Ottocento, votati alla tristezza, diventassero poi<br />

lieti e sereni quando seguivano l'estro nativo<br />

della loro arte. Figure di donne e di bimbe hanno<br />

in queste tele, in questi acquerelli, una grazia,<br />

una freschezza incomparab<strong>il</strong>i. Da tutto <strong>il</strong> mondo<br />

accidioso di scolopendre e scorpioni, di lémuri e<br />

scheletri, fra tutti i mostri delle fantasie orientali,<br />

ecco che sorgono come per incanto queste<br />

figure primaver<strong>il</strong>i, leggiadre, in cui la malinconia<br />

è appena un'ombra delle tinte d<strong>il</strong>uite ad arte, e<br />

in cui sono sì frequenti i sorrisi sulle labbra giovan<strong>il</strong>i<br />

e negli occhi bruni o celesti. E allora? Allora viene<br />

fatto di riflettere che tutto quel lugubre<br />

armamentario non fosse altro che una moda,<br />

quei segni di morte e distruzione un omaggio<br />

all'aura poetica di quegli anni, ch'era desolata e<br />

piangente; ma che, per una troppo naturale<br />

reazione, l'animo restasse puro ed ingenuo, tutto<br />

guidato da una fantasia solerte e cordiale. Ed<br />

anche quelle scene macabre, a ben riflettere, ci<br />

sembran frutto di una invincib<strong>il</strong>e ingenuità."<br />

Alberto Savinio amava ricordare <strong>il</strong> Conconi per<br />

un episodio un po' boccaccesco che aveva<br />

coinvolto <strong>il</strong> pittore Mentessi, insegnante di<br />

prospettiva a Brera. "Come tutti gli animi miti -<br />

scrive Savinio - Mentessi era un ammiratore<br />

devoto e incondizionato della natura, e si levava<br />

nelle ore castissime dell'avantigiorno, per<br />

contemplare <strong>il</strong> trionfo dell'aurora. D'estate<br />

abitavano, lui e Conconi, una casetta<br />

campestre. Una mattina Mentessi al suo solito si<br />

levò per tempo e uscì sul terrazzino in camicia da<br />

notte, per salutare la rododàtt<strong>il</strong>a. Assieme con le<br />

prime luci del giorno, saliva nel cielo e si<br />

diffondeva un chiaro suono di campane, e dal<br />

paese veniva su lentamente cantando una<br />

processione avviata a un vicino santuario. In<br />

testa marciavano le alte vergini (cfr. Marziale:<br />

"grandes virgines") reggendo labari e stendardi.<br />

Quando vide la processione venire avanti,<br />

Mentessi volle rientrare in casa e nascondersi,<br />

ma <strong>il</strong> crudele Conconi aveva chiuso la finestra<br />

dall'interno, e se n'era tornato a letto. Intanto le<br />

vergini labarofore avevano veduto sul terrazzino<br />

quell'uomo nudo le gambe e scarmigliato, e un<br />

certo qual disordine era entrato nelle f<strong>il</strong>e del pio<br />

corteo. "Concon! Concon!" implorava l'infelice<br />

Mentessi, ma lo spietato Conconi faceva<br />

orecchie da mercante. D'un tratto, una folle<br />

ventata mattutina sollevò la camicia da notte di<br />

Mentessi. La processione di colpo si ruppe, e le<br />

alte vergini, rompendo in acutissimi stridi,<br />

fuggirono per la campagna, come uccelle sulle<br />

quali sta per abbattersi <strong>il</strong> falco."<br />

<strong>il</strong> <strong>secchio</strong>

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