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L'Equipaggio di Deep Space 16 Γ in Mosca cieca

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Dipendeva dalla buona grazia dei suoi carcerieri. Che d’altra parte non lo<br />

avevano trattato neppure troppo male, negli ultimi tempi. Da quando<br />

avevano smesso <strong>di</strong> fargli domande… Era felice, se non altro, <strong>di</strong> essere<br />

riuscito a nascondere almeno qualcosa ai suoi torturatori. Il suo<br />

addestramento non era stato completamente <strong>in</strong>utile… Mentre <strong>in</strong>vece la sua<br />

copertura da semplice commerciante <strong>in</strong>teressato a fare affari nel Quadrante<br />

Gamma, una copertura che pure aveva elaborato con tanta cura <strong>in</strong>sieme al<br />

suo contatto su <strong>Deep</strong> <strong>Space</strong> <strong>16</strong> Gamma, non era durata neanche un quarto<br />

d’ora. Sapevano già, molto prima che lui arrivasse <strong>in</strong> quel sistema, che lui<br />

non era né semplice né commerciante.<br />

Si chiese, non per la prima volta, chi poteva averlo tra<strong>di</strong>to.<br />

Scosse la testa, mentre un sorriso falsamente ironico andava ad <strong>in</strong>crespargli<br />

le labbra screpolate. Non doveva farsi illusioni. Chiunque fosse stato, non<br />

sarebbe toccato a lui scoprirlo. A meno che i suoi capi non decidessero che<br />

la sua fallimentare vita dovesse f<strong>in</strong>ire sul suo pianeta natale, a pagare <strong>di</strong><br />

persona la colpa <strong>di</strong> essersi fatto beccare, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> lo comprassero dai suoi<br />

carcerieri, lui era un uomo f<strong>in</strong>ito. Ma era più probabile che decidessero <strong>di</strong><br />

ignorare la seccatura <strong>di</strong>plomaticamente imbarazzante della presenza <strong>di</strong> un<br />

loro agente su quel pianeta.<br />

Amen, come <strong>di</strong>cevano i terrestri.<br />

Se gli andava bene, cosa <strong>di</strong> cui poteva dubitare, sarebbe rimasto <strong>in</strong> quella<br />

cella, al buio, f<strong>in</strong>ché non fosse morto. O non fosse <strong>di</strong>ventato pazzo. Non era<br />

così che aveva sempre immag<strong>in</strong>ato <strong>di</strong> f<strong>in</strong>ire…<br />

Click.<br />

L’uomo sussultò. Il rumore l’aveva colto <strong>di</strong> sorpresa, come uno sparo. Si<br />

era ormai abituato al rumoreggiare lontano, ma quello che aveva sentito era<br />

più vic<strong>in</strong>o. Vic<strong>in</strong>issimo. Nella sua cella.<br />

A meno che non fosse già <strong>di</strong>ventato pazzo.<br />

Si rizzò <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio, sentendo scricchiolare le membra doloranti. Di fronte<br />

a sé percepì <strong>di</strong>st<strong>in</strong>tamente un alito d’aria più fresca <strong>di</strong> quella cui si era<br />

abituato. Si massaggiò le gambe, piano, per evitare le ferite che ancora non<br />

si erano rimarg<strong>in</strong>ate, poi le sue <strong>di</strong>ta corsero al muro liscio che lo circondava.<br />

Aveva già esplorato con le mani tutti gli angoli della sua cella, <strong>in</strong> cerca <strong>di</strong><br />

una qualche apertura. Non si sbagliava… Anche il rumore cupo che aveva<br />

notato prima era più forte, più <strong>di</strong>st<strong>in</strong>to. Una mano dopo l’altra. Il <strong>di</strong>to si<br />

piegò, trovando un angolo sconosciuto. L’altra mano lo raggiunse,<br />

afferrandosi al ciglio.<br />

Una porta.<br />

<strong>Deep</strong> <strong>Space</strong> <strong>16</strong> <strong>Γ</strong> - Episo<strong>di</strong>o 004: <strong>Mosca</strong> <strong>cieca</strong> 11

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