31.05.2013 Views

L'Equipaggio di Deep Space 16 Γ in Mosca cieca

L'Equipaggio di Deep Space 16 Γ in Mosca cieca

L'Equipaggio di Deep Space 16 Γ in Mosca cieca

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Quelle macchiate <strong>di</strong> sangue raggr<strong>in</strong>zivano e cadevano, mentre altre, lucide,<br />

perfette, crescevano a vista d’occhio, r<strong>in</strong>serrando la katana nel ventre<br />

dell’animale. La creatura si piegò su sé stessa, muggendo per il dolore, e<br />

afferrò con i denti la spada che sporgeva, strappandola via. Un fiotto <strong>di</strong><br />

sangue bruno <strong>in</strong>ondò il terreno, ma quasi subito una nuova fila <strong>di</strong> squame<br />

venne a fermare l’emorragia.<br />

La Bat’Leth pesava nelle sue mani. L’abbassò, affasc<strong>in</strong>ato suo malgrado.<br />

Delle ferite che lui era riuscito ad <strong>in</strong>fliggergli, non rimanevano che due strie<br />

<strong>di</strong> squame più lucenti. E lui era stanco. Non voleva morire. Non voleva<br />

morire. Rialzò lo sguardo verso la cupola, da dove trasparivano i volti <strong>di</strong><br />

migliaia <strong>di</strong> esseri. Ma non c’era salvezza, non c’era pietà <strong>in</strong> quell’arena.<br />

La creatura si rialzò, goffamente, sulle zampe posteriori.<br />

Allargò le ali, r<strong>in</strong>ghiando, e quasi lo toccò con le zanne.<br />

Lui lasciò andare la Bat’Leth. Che senso aveva? Era troppo stanco per<br />

correre ancora. Non sentì nemmeno il dolore quando la creatura gli squarciò<br />

la gola con i suoi artigli. Lo sguardo gli si velò, si velò <strong>di</strong> verde, verde<br />

sangue, e cadde a terra. La terra era <strong>di</strong> smeraldo, bagnata del suo sangue, il<br />

suo verde sangue romulano, e l’ultima cosa che sentì fu l’urlo della folla<br />

<strong>in</strong>torno a lui, che <strong>in</strong>neggiava alla creatura.<br />

Ufficio del Primo M<strong>in</strong>istro<br />

“Signor M<strong>in</strong>istro, posso entrare?”<br />

La voce stridula <strong>di</strong> J’nior al <strong>di</strong>ffusore pareva ancora più sgradevole <strong>di</strong><br />

quanto fosse <strong>di</strong> persona.<br />

Parmen scosse la testa, <strong>di</strong> cattivo umore. Gli sarebbe piaciuto rifiutare, ma<br />

non poteva, non <strong>in</strong> quel momento. Premette l’apertura della porta. L’uomo<br />

entrò nel suo stu<strong>di</strong>o con un sorriso sod<strong>di</strong>sfatto che glielo rese, se possibile,<br />

ancora più o<strong>di</strong>oso. Gli era antipatico praticamente tutto <strong>di</strong> lui: il suo modo<br />

<strong>di</strong> camm<strong>in</strong>are, quasi curvo <strong>di</strong> fronte a chi era più potente <strong>di</strong> lui, le sue<br />

smorfie servili, l’abitu<strong>di</strong>ne che aveva <strong>di</strong> gesticolare nell’aria con le antenne<br />

prensili superiori… E la sua voce, poi! Si sedette senza aspettare che lui<br />

gliene desse il permesso, e gli porse un chip <strong>di</strong> memoria.<br />

“Sono i risultati degli ascolti della puntata <strong>di</strong> stasera della <strong>di</strong>retta dall’arena,<br />

Signore - <strong>di</strong>sse - Guar<strong>di</strong>. Abbiamo toccato punte dell’84 per cento dello<br />

share!”<br />

<strong>16</strong><br />

<strong>Deep</strong> <strong>Space</strong> <strong>16</strong> <strong>Γ</strong> - Episo<strong>di</strong>o 004: <strong>Mosca</strong> Cieca

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!