apprendimento non formale e informale - FLC CGIL Lombardia
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FOCUS MDL 30/2012<br />
Esistono poi Stati Membri (Germania, Spagna, Belgio) in cui la struttura federalista dei sistemi di governo ha<br />
reso assai eterogeneo e differenziato l’approccio alla validazione, con effetti diversificati sull’implementazione<br />
dei dispositivi e quindi anche sul livello di condivisione da parte dell’opinione pubblica e dei sistemi produttivi<br />
di riferimento. I dispositivi di validazione sono stati potenziati a supporto di politiche per l’impiego e di<br />
sostegno all’occupazione.<br />
Emblematico il caso della Germania (6) .<br />
II sistema dell’educazione e della formazione professionale in Germania è caratterizzato dal tradizionale<br />
forte ancoraggio delle scelte strategiche e curricolari al conseguimento di solide specializzazioni professionali<br />
spendibili nel mercato del lavoro e da una visione dell’<strong>apprendimento</strong> come processo che implica l’intreccio<br />
organico tra teoria e pratica nella costruzione della competenza.<br />
Uno dei pilastri portanti del sistema rimane da questo punto di vista il modello dell’alternanza scuola-lavoro<br />
tuttora dominante nella formazione professionale di base a carattere “duale”.<br />
Tale assetto riflette tanto la rilevanza attribuita alla messa in campo di sistemi di valutazione<br />
dell’<strong>apprendimento</strong> affidabili e validi, quanto l’importanza attribuita all’esperienza lavorativa come sede di<br />
costruzione della competenza, e pertanto il riconoscimento implicito della rilevanza <strong>formale</strong> di cio’ che si<br />
impara informalmente, in un percorso strutturato di formazione.<br />
Fuori dall’alternanza scuola lavoro e da percorsi strutturati di formazione, pur riconoscendo a differenza<br />
della Francia una grandissima importanza alle competenze acquisite tramite l’esperienza lavorativa, per lunghi<br />
anni la Germania <strong>non</strong> ha ritenuto necessario sviluppare sistemi di validazione di apprendimenti <strong>non</strong> formali<br />
ed informali in quanto il sistema scolastico e quello formativo erano fortemente connessi al mercato del<br />
lavoro ed al sistema delle imprese.<br />
Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un’inversione di tendenza. La crescente concorrenza in un mondo<br />
globalizzato, il rapido cambiamento tecnologico, il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione e<br />
l’aumento dei disoccupati in età adulta e scarsamente occupabili hanno reso il tema della validazione degli<br />
apprendimenti <strong>non</strong> formali e informali sempre più rilevante ed oggetto di iniziative strategiche e politiche a<br />
livello nazionale (7) .<br />
Nonostante una struttura fortemente decentrata e il fatto che essa <strong>non</strong> si sia ancora dotata di un sistema<br />
nazionale di qualifiche la Germania sta facendo un significativo sforzo per attivare dispositivi e strumenti<br />
condivisi a livello nazionale.<br />
Ne riportiamo due (8) :<br />
1. A partire dall’anno accademico 2010/11, vista la necessità di sviluppare delle pratiche di riconoscimento<br />
degli apprendimenti acquisiti in ambienti <strong>non</strong> formali ed informali, le Università tedesche hanno accettato<br />
anche i candidati che, pur <strong>non</strong> possedendo il diploma di maturità, potevano documentare le competenze<br />
professionali acquisite in setting <strong>non</strong> formali. L’accesso all’istruzione superiore è stato possibile, quindi,<br />
anche per quella “manodopera qualificata” <strong>non</strong> in possesso di un diploma ufficiale. Le istituzioni di<br />
educazione per adulti stanno sempre più sviluppando strumenti per rafforzare la convalida ed il<br />
riconoscimento dell’<strong>apprendimento</strong> <strong>non</strong> <strong>formale</strong> e l’accesso di studenti “<strong>non</strong> tradizionali” alla formazione<br />
superiore.<br />
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