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SEGUGI SEGUGISTI - Segugi e Segugisti

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segugi_giugno_2009_ok:segugi_aprile_2005 12-02-2010 8:44 Pagina 11<br />

Esistono due tipi di bosco: il bosco<br />

naturale, quello che si riproduce da<br />

solo distruggendo le piante deboli e<br />

quello artificiale creato dall’uomo per<br />

produrre tronchi di legno. Il bosco,<br />

che si estende per km dalla Scandinavia<br />

agli Urali attraverso la Siberia fino<br />

alle coste asiatiche del Pacifico, è un<br />

organismo delicato sempre più minacciato<br />

dalle piogge acide e dall’inquinamento.<br />

Il bosco produce ossigeno e<br />

protegge il suolo ed è ancora la base<br />

dell’economia di molti paesi, come<br />

quelli scandinavi, dove, attraverso il<br />

trasporto lungo i fiumi (fluitazione), si<br />

ricava legname usato come combustibile,<br />

per la carta e come materiale da<br />

costruzione. Nei villaggi nordici, infatti,<br />

le case sono in legno sia perché è abbondante<br />

sia perché conserva il calore<br />

meglio della pietra, come nel Medioevo<br />

si costruivano col legno gli attrezzi<br />

di lavoro, le case di poveri e ricchi, almeno<br />

fino al Mille, si ricavavano lacci<br />

intrecciati dal tiglio o il tannino dalla<br />

corteccia della quercia, la frutta e le<br />

bacche dal sottobosco, il miele, la selvaggina.<br />

Era così importante che i signori<br />

feudali imponevano una tassa, il<br />

boscatico, per esercitare il diritto di far<br />

legna nei boschi di proprietà comune.<br />

Le foreste erano anche riserve di caccia<br />

dove re e nobili cacciavano e raccoglievano<br />

legname. Col tempo quelle<br />

proprietà furono recintate e le pene<br />

per i trasgressori erano severissime come<br />

ricorda una ballata inglese medievale<br />

che ispirò Fabrizio De Andrè nella<br />

sua Jordie dove si parla di un ragazzino<br />

condannato all’impiccagione per<br />

aver rubato dei cervi nel parco del re.<br />

Furono proprio le riserve di caccia (ad<br />

es. quelle dei Savoia in Valle d’Aosta e<br />

Abruzzo) a diventare parchi come<br />

quello d’Abruzzo o del Gran Paradiso<br />

in Italia. Gli alberi furono anche a lungo<br />

divinizzati come strumenti in grado<br />

di legare i tre livelli del cosmo: le radici<br />

affondano nella terra in contatto col<br />

regno dei morti; il tronco con i vivi e i<br />

rami con il cielo, gli dei. Nella civiltà<br />

cristiana c’è l’albero della Vita, che dona<br />

la conoscenza universale; in quella<br />

greca molti alberi sono cari agli dei (il<br />

mirto a Venere, l’alloro ad Apollo; i<br />

pioppi sul Po piangono Fetonte..);<br />

presso i Celti i sacerdoti, i Druidi, sono<br />

coloro che conoscono le querce. La<br />

<strong>Segugi</strong> & <strong>Segugi</strong>sti<br />

Per fare il legno…<br />

ci vuole l’albero<br />

<strong>Segugi</strong> alla XXII Festa.<br />

recinzione di pochi alberi segnalava la<br />

presenza di una zona religiosa, come<br />

ora una fila di pioppi posti tra la chiesa-cimitero<br />

e la strada evidenzia il passaggio<br />

ad un’altra vita, un distacco tra<br />

il mondo terreno e ultraterreno.<br />

Il bosco mantiene inalterata anche una<br />

funzione atavica: è ricettacolo di animali<br />

selvatici, abitanti della selva, del<br />

bosco, per l’appunto, come ci ricordano<br />

spesso gli accompagnatori delle gare<br />

cinofile in collina che suggeriscono<br />

ai conduttori di portare i cani nel bosco<br />

se vogliono scovare. Anche nel Medioevo<br />

pullulavano animali come orsi e<br />

lupi, pericolosi per greggi e uomini,<br />

che arrivavano sempre più spesso alle<br />

porte dei villaggi. Ma il bosco era anche<br />

l’antistato già da quando i Romani<br />

urbanizzati si contrapponevano ai barbari<br />

abitanti delle selve. D’altronde il<br />

termine selvaggio indica chi non partecipa<br />

della civiltà e conduce una vita ancora<br />

primitiva. Inoltre era nascondiglio<br />

di briganti e fuorilegge che attaccavano<br />

e derubavano nobili e dame se osavano<br />

inoltrarsi nel loro territorio, come ricorda<br />

la nota leggenda di Robin Hood e la<br />

foresta di Sherwood.<br />

Il bosco era anche il luogo della morterinascita<br />

in quanto sede dei riti di iniziazione:<br />

i fanciulli venivano portati<br />

pagina 11<br />

nella foresta dove dovevano superare<br />

delle prove per passare dall’adolescenza<br />

all’età adulta spaventati dagli anziani-stregoni<br />

vestiti con maschere orrende:<br />

al loro ritorno il bambino non c’era<br />

più e il nuovo adulto poteva sposarsi<br />

ed era inserito nella comunità. Il ricordo<br />

di tali cerimonie iniziatiche continua<br />

a vivere nelle fiabe come quella celeberrima<br />

di Cappuccetto Rosso salvato<br />

dal cacciatore, positivo aiutante del<br />

protagonista o quella di Pollicino che,<br />

abbandonato nel bosco dai genitori,<br />

riesce a superare l’orco malvagio e ritorna<br />

a casa ricco e felice. Anche gli<br />

hobbit Pipino e Merry del famoso “Signore<br />

degli anelli” escono cambiati<br />

dalla foresta di Fangorn dove Barbalbero<br />

guida gli alberi contro Saruman,<br />

l’odioso stregone colpevole di avere<br />

abbattuto larghi tratti della foresta. Infine<br />

il padre della letteratura italiana,<br />

Dante Alighieri, si perde nella selva<br />

oscura, nel peccato, per morire come<br />

peccatore e rinascere come uomo<br />

nuovo durante il suo viaggio rappresentando<br />

non l’individuo particolare<br />

ma l’umanità in generale. Probabilmente<br />

ha ragione il poeta Caproni<br />

quando dice :”Se vuoi trovarti,… devi<br />

perderti nella foresta”.<br />

Katia Tonello

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