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SEGUGI SEGUGISTI - Segugi e Segugisti

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segugi_giugno_2009_ok:segugi_aprile_2005 12-02-2010 8:44 Pagina 26<br />

In attesa della sciolta ad una nostra gara.<br />

tenta e dolce. Il metodo di lavoro è<br />

classico fino a quando l’usta e l’olfatto<br />

lo permettono, poi la voglia di<br />

scovare la lepre diventa una esigenza<br />

e prevale l’iniziativa, ne soffre l’accostamento<br />

che diventa sbrigativo e interrotto<br />

nella sua continuità. Ma questo<br />

comportamento è soggettivo visto<br />

che in tutte le razze di segugio esistono<br />

individui di iniziativa. Mentre nella<br />

seguita non ha nulla da invidiare a<br />

nessun’ altra razza. Trovo giusto che<br />

il segugio locale abbia un suo standard,<br />

almeno all’interno della nostra<br />

associazione, visto che la cinofilia ufficiale<br />

non lo riconosce, nonostante i<br />

vari tentativi. <strong>Segugi</strong> e <strong>Segugi</strong>sti sulla<br />

falsa riga degli standard che descrivono<br />

i briquet francesi o i segugi scandinavi,<br />

che delineano il cane senza entrare<br />

in particolari, ma che danno comunque<br />

una idea precisa di ciò che si<br />

vuole, lo dovrebbe fare.<br />

Credo che il riconoscimento di questo<br />

segugio non sarebbe un passo indietro<br />

per la cinofilia, ma al contrario<br />

un passo in avanti, utile anche per il<br />

segugio italiano che avrebbe così un<br />

valido avversario nazionale con cui<br />

confrontarsi. Da quando è comparso<br />

il primo standard del segugio italiano,<br />

ai nostri giorni, questo ausiliare<br />

ha avuto la fortuna di incontrare sulla<br />

propria strada grandi cinofili che<br />

hanno lavorato prima per ricostruirlo<br />

poi per migliorarlo, rendendolo uno<br />

dei più bei cani in assoluto per ele-<br />

<strong>Segugi</strong> & <strong>Segugi</strong>sti<br />

ganza, nobiltà e distinzione delle forme,<br />

portandolo a diventare inoltre<br />

uno dei migliori ausiliari per il lavoro<br />

sulla lepre.<br />

Dobbiamo comunque riconoscere<br />

che la sua diffusione sul territorio nazionale<br />

è dovuta in gran parte alle<br />

prove di lavoro, dove abbiamo imparato<br />

a conoscerlo ed apprezzarlo.<br />

Mentre quello che ho definito segugio<br />

locale, deve la sua fortuna ai nostri<br />

vecchi cacciatori che hanno saputo<br />

tramandarci le sue doti, selezionandolo<br />

per la caccia. Anche da qui nascono<br />

le differenze sul metodo di lavoro.<br />

Penso che se la nostra associazione<br />

fa un passo avanti nei confronti della<br />

cinofilia e accetta questo ausiliare<br />

che io ho definito locale, ma che altri<br />

chiamano piccolo lepraiolo italiano,<br />

segugio dell’appennino, cravin pie-<br />

<strong>Segugi</strong> ad una nostra gara.<br />

pagina 26<br />

montese, ecc… rispetta il lavoro fatto<br />

finora dai suoi sostenitori senza<br />

preoccuparsi troppo della cinofilia ufficiale,<br />

lasciando spazio di esprimersi<br />

ai suoi difensori, e a questi segugi la<br />

libertà di farsi apprezzare e stimare<br />

per quello che sono, soggetti che badano<br />

al concreto. Come dicevo all’associazione<br />

<strong>Segugi</strong> e <strong>Segugi</strong>sti<br />

verrà riconosciuto il merito di onorare<br />

uno dei motivi per i quali è stata<br />

costituita.<br />

Quasi certamente questa mia richiesta<br />

non troverà molti consensi, probabilmente<br />

non sarà nemmeno pubblicata.<br />

Alcuni diranno “il segugio<br />

puro è ottuso e poco sagace” altri:<br />

“non possiamo competere con cani<br />

che non sono segugi”. Io sostengo<br />

“proviamoci” il nostro ambiente ha<br />

bisogno di stimoli, e di novità. La nostra<br />

associazione ha avuto il coraggio<br />

di percorrere strade che sembravano<br />

senza uscita, riuscendo a raggiungere<br />

risultati impensabili. Una scelta importante<br />

è stata quella di diventare<br />

associazione venatoria, ora dovremmo<br />

dare una ulteriore spinta verso<br />

tutti quegli appassionati e segugi locali<br />

che lavorano con umiltà e impegno<br />

in tutta Italia, riconoscendone<br />

l’esistenza. Mi torna alla memoria<br />

una frase letta in qualche posto, non<br />

mi ricordo nemmeno l’autore ma diceva<br />

così: “non amare le cose perfette,<br />

ma rendi perfetto ciò che ami.”<br />

Domenico Tonello

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