31.05.2013 Views

Ragazzi di vita 1 IL FERROBEDÒ E sotto er monumento de Mazzini ...

Ragazzi di vita 1 IL FERROBEDÒ E sotto er monumento de Mazzini ...

Ragazzi di vita 1 IL FERROBEDÒ E sotto er monumento de Mazzini ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

voci, uno scalpiccio, più in qua, proprio all’incrocio <strong>de</strong>lla Maranella, alla f<strong>er</strong>mata <strong>de</strong>l tranvetto.<br />

Tutta la gente andava da quella parte, come fosse successo qualcosa o ci fosse una festa, con tutto<br />

ch’<strong>er</strong>a già tar<strong>di</strong>. « So’ quelli d<strong>er</strong> circo, li mortè, » gridò uno mettendosi a corr<strong>er</strong>e. « Ma quale circo,<br />

quale circo, » ribattè il Lenzetta calmo, pur affrettando, pigramente, il passo cogli altri: dalla<br />

Casilina si ve<strong>de</strong>va venir giù una piccola folla, n<strong>er</strong>a sul selciato pieno <strong>di</strong> buche, male illuminato.<br />

All’altezza <strong>de</strong>l cinemetto <strong>de</strong>i Due Allori si f<strong>er</strong>mò, tutta punticchiata dalle luci rette in mano. « È ’a<br />

procissione, vaffan... » fece <strong>de</strong>luso il Lenzetta.<br />

I ragazzi s’<strong>er</strong>ano f<strong>er</strong>mati lì al quadrivio dov’<strong>er</strong>ano arrivati <strong>di</strong> corsa, inc<strong>er</strong>ti se irsene al Prato dove<br />

stavano i carosielli, forse con il tirassegno <strong>de</strong>lla bionda ancora ap<strong>er</strong>to, o f<strong>er</strong>marsi a oss<strong>er</strong>vare quello<br />

strazio lì, alla Maranella. Si mis<strong>er</strong>o ironicamente a sed<strong>er</strong>e sull’orlo <strong>de</strong>l marciapie<strong>de</strong> tra le gambe<br />

<strong>de</strong>lla gente, che si faceva più fitta a guardare la processione: uno cantava, uno dava scopolette a un<br />

altro che s’<strong>er</strong>a fissato a guardare, altri si rotolavano abbraccicati sulla polv<strong>er</strong>e. Intanto la<br />

processione si avvicinava. « Mannaggia, » <strong>di</strong>sse il Riccetto, « potèmio restà ar Prenestino, <strong>er</strong>a mejo.<br />

» « E che ce facevi? » <strong>di</strong>sse il Lenzetta. « Ce ztava la Elina no, » fece il Riccetto paragulo. Lì a<br />

venir avanti <strong>er</strong>ano tutte donne vecchie e spampanate, con qualche vecchietto qua e là e qualche<br />

ragazzino: tutte reggevano in mano un imbuto <strong>di</strong> cartone, con <strong>de</strong>ntro una can<strong>de</strong>la p<strong>er</strong>chè il vento<br />

notturno non la spegnesse. Ogni tanto si mettevano a cantare, ognuna p<strong>er</strong> conto suo. Arrivate<br />

all’incrocio, si f<strong>er</strong>marono, si raccols<strong>er</strong>o intorno al marciapie<strong>de</strong> <strong>sotto</strong> una pizz<strong>er</strong>ia, due giovanotti<br />

andarono a mett<strong>er</strong>e contro il muro scrostato un tavolino, e sopra ci salì un vecchio, che cominciò a<br />

fare un <strong>di</strong>scorso contro i comunisti e a esaltare lo spirito <strong>di</strong> Cristo.<br />

Lì attorno dove s’<strong>er</strong>ano f<strong>er</strong>mati il Lenzetta, il Riccetto e gli altri c’<strong>er</strong>a una gran caciara, tanto che la<br />

voce <strong>de</strong>l vecchio, che parlava cispadano, si sentiva appena. « An senti! » gridò uno. « Che te voi fa<br />

chirichetto, a Mozzò? » <strong>di</strong>sse il Lenzetta; il Mozzone stette un po’ zitto, colle orecchie tese. « Gome<br />

barla! » fece poi con la voce addolcita dalla m<strong>er</strong>aviglia. Il Riccetto <strong>di</strong>e<strong>de</strong> una gomitata al Lenzetta:<br />

« Aòh, » gli fece, « io già me so’ stufato, sa’. » « E cche vvòi, » <strong>di</strong>sse il Lenzetta. « Tornamo ggiù, »<br />

<strong>di</strong>sse il Riccetto accennando col capo v<strong>er</strong>so il Prenestino. « A matto, » fece l’altro. « Tengo li sor<strong>di</strong>,<br />

che te cre<strong>di</strong>, » spiegò il Riccetto, « ma ppe’ noi due soli p<strong>er</strong>ò. » Il Lenzetta prima <strong>di</strong>e<strong>de</strong> un’occhiata<br />

a lui, poi si guardò intorno: « Aspetta, » <strong>di</strong>sse. Gli altri <strong>er</strong>ano <strong>di</strong>stratti. « Arzete, » fece allora, « e<br />

vattene ggiù pell’Acqua Bullicante, ch’io te vengo appresso. »<br />

Il Riccetto s’alzò e piano piano s’allontanò tra la folla che stava a guardare il vecchio<br />

beffardamente; ma quello dopo manco cinque minuti fece la bella, e la processione riprese cantando<br />

la marcia, e voltò giù, v<strong>er</strong>so il centro <strong>de</strong>lla borgata. Il Lenzetta raggiunse il Riccetto correndo. « E<br />

l’altri? » fece il Riccetto.<br />

« L’avemo scaricati, » <strong>di</strong>sse il Lenzetta, « se ne so’ iti a li carosielli. »<br />

Chiacchi<strong>er</strong>ando si rifec<strong>er</strong>o tutta la via <strong>de</strong>ll’Acqua Bullicante, mentre alle loro spalle le sambe<br />

suonate al fonografo e i canti <strong>de</strong>lla processione s’andavano smorzando. C’<strong>er</strong>a ormai solo qualcuno<br />

che tornava dal Preneste o dall’Imp<strong>er</strong>o v<strong>er</strong>so la Borgata Gor<strong>di</strong>ani, o v<strong>er</strong>so il Pigneto, oppure<br />

qualche ubbriaco che rincasava cantando ora Ban<strong>di</strong><strong>er</strong>a Rossa ora la Marcia Reale.<br />

Trovarono la Elina in mezzo alle ombre <strong>di</strong> cui <strong>er</strong>a la regina, <strong>di</strong>etro ai praticelli l<strong>er</strong>ci pieni <strong>di</strong><br />

montarozzi p<strong>er</strong> dove i tram facevano il giro, qualche stra<strong>de</strong>tta tutta buche, in uno spiazzo dominato

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!