31.05.2013 Views

Ragazzi di vita 1 IL FERROBEDÒ E sotto er monumento de Mazzini ...

Ragazzi di vita 1 IL FERROBEDÒ E sotto er monumento de Mazzini ...

Ragazzi di vita 1 IL FERROBEDÒ E sotto er monumento de Mazzini ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

una ghitarra. Svoltarono giù p<strong>er</strong> il m<strong>er</strong>cato cop<strong>er</strong>to, unto e v<strong>er</strong>dognolo <strong>di</strong> pesce, tagliarono p<strong>er</strong> due o<br />

tre <strong>de</strong>lle stra<strong>de</strong> tutte uguali che <strong>di</strong>vi<strong>de</strong>vano i lotti, e arrivarono a una <strong>de</strong>lle case con davanti una<br />

loggia in stile novecento, acciaccata e ca<strong>de</strong>nte. Andarono su p<strong>er</strong> una scaletta, poi p<strong>er</strong> un ballatoio <strong>di</strong><br />

pietra che dava sulla strada parallela, e bussarono a una porticina, già schiusa e da dove usciva un<br />

po’ <strong>di</strong> luce. Una mano dal <strong>di</strong> <strong>de</strong>ntro aprì e essi si trovarono in una cucina piena <strong>di</strong> gente silenziosa<br />

raggruppata intorno alla tavola. Sei o sette giocavano a zecchinetta; gli altri, stretti contro le pareti o<br />

il secchiaio pieno <strong>di</strong> piatti ancora sporchi, stavano a guardare.<br />

Am<strong>er</strong>igo e gli altri due entrarono piano piano tra il mucchio <strong>di</strong> gente, che si scansò facendo un po’<br />

<strong>di</strong> posto, e accontentandosi <strong>di</strong> dargli un’occhiata; poi tutti si mis<strong>er</strong>o a oss<strong>er</strong>vare le carte, da <strong>di</strong>etro le<br />

spalle <strong>de</strong>i giocatori. Am<strong>er</strong>igo stava a guardare, come se non pensasse più al Caciotta e al Riccetto, il<br />

gioco le cui mani si seguivano alla svelta, con continue vincite o p<strong>er</strong><strong>di</strong>te, seguite da qualche<br />

bisbiglio più forte e da qualche commento fatto anche a voce alta. Al Caciotta non gliene fregava<br />

niente ma benchè morisse dal sonno continuava a guardarsi intorno allegramente, mentre il<br />

Riccetto, ricordando <strong>di</strong> quand’<strong>er</strong>a ragazzino a Donna Olimpia, e giocava coi sol<strong>di</strong> <strong>de</strong>lle tubature, gli<br />

<strong>er</strong>ano venute le guance rosse e gli occhi gli bruciavano. Come una mano finiva, Am<strong>er</strong>igo si voltava<br />

un poco, non v<strong>er</strong>so i suoi compagni, ma v<strong>er</strong>so l’uno o l’altro <strong>de</strong>gli anziani che <strong>er</strong>ano intorno,<br />

scuotendo la testa o sibilando con voce rauca: « Li mortacci sua. » Davanti a lui, con le spallucce<br />

curve, c’<strong>er</strong>a un c<strong>er</strong>to Zinzello, coi capelli lisci tirati alla Ru<strong>di</strong>, un carretti<strong>er</strong>e, che p<strong>er</strong><strong>de</strong>va sempre, e<br />

si faceva sempre più duro e rugoso in faccia; finalmente s’alzò e un altro prese il posto suo. In quel<br />

momento Am<strong>er</strong>igo che stava alle sue spalle si <strong>de</strong>cise. Si voltò v<strong>er</strong>so il Caciotta, e, come foss<strong>er</strong>o stati<br />

già d’accordo, con confi<strong>de</strong>nza, e un’espressione amara negli occhi, gli <strong>di</strong>sse: « Presteme <strong>er</strong> sacco<br />

che c’hai in zaccoccia. » « Mica ’o tengo io, » fece il Caciotta.<br />

Gli occhi giallognoli <strong>di</strong> Am<strong>er</strong>igo si puntarono sul Riccetto ch’<strong>er</strong>a un poco più in<strong>di</strong>etro: « Caccia sti<br />

sor<strong>di</strong>, » gli <strong>di</strong>sse a voce bassa, p<strong>er</strong> non sup<strong>er</strong>are il brusio <strong>de</strong>lla cucina. Il Riccetto ammorgiava. « E<br />

dàje, » fece Am<strong>er</strong>igo sbrigativo, quasi esasp<strong>er</strong>ato, « te ’i rendo, che te cre<strong>di</strong>, mica te ’i sto a rubbà,<br />

ce lo sai, sì. »<br />

« E caccia, che te frega, » <strong>di</strong>sse il Caciotta.<br />

Il Riccetto <strong>di</strong>sse: « Famo mezzo p<strong>er</strong>omo <strong>de</strong> ’a vincita, va bbè? » e cacciò il corpo, tenendolo stretto<br />

in mano. « Si è invece che p<strong>er</strong><strong>di</strong> me ren<strong>di</strong> mezzo corpo... » aggiunse. « Mica te ’i sto a rubbà, »<br />

ripetè Am<strong>er</strong>igo, « famo come <strong>di</strong>chi te, daje, » e impaziente gli prese i sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> mano. Mise tre o<br />

quattro piotte sul tavolo, e puntò; le carte scivolavano da una mano all’altra come foss<strong>er</strong>o d’olio, un<br />

mazzetto qua uno là, in un minuto, e bastava un’occhiata p<strong>er</strong> ved<strong>er</strong>e s’<strong>er</strong>a andata bene o male.<br />

Am<strong>er</strong>igo quella prima mano la vinse, e si voltò appena con gli occhi v<strong>er</strong>so il Riccetto che seguiva<br />

con la faccia scura. Il Caciotta ri<strong>de</strong>va quanto aveva larga la bocca: « Me sto a sfiatà <strong>de</strong> fumà, »<br />

<strong>di</strong>sse, c<strong>er</strong>cò p<strong>er</strong> le tasche una cicca, la trovò e se l’accen<strong>de</strong>tte. Am<strong>er</strong>igo rivinse pure la seconda<br />

mano; si voltava, intascando, a fare qualche oss<strong>er</strong>vazione col giovanotto pettinato alla Ru<strong>di</strong>, che,<br />

ammutolito, gli stava appresso. Gli altri due li guardava soltanto, con sguardo sod<strong>di</strong>sfatto, p<strong>er</strong><br />

ten<strong>er</strong>seli buoni. Metteva in saccoccia tutta la pecogna che vinceva. Poi subito cominciò a andar<br />

male e in cinque o sei mani rimase in bianco. Guardò gli altri due col suo sguardo <strong>di</strong> cadav<strong>er</strong>e. Il<br />

Riccetto aveva gli occhi induriti, afflitti, che quasi stava p<strong>er</strong> piang<strong>er</strong>e; non <strong>di</strong>ss<strong>er</strong>o niente. Am<strong>er</strong>igo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!