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dicembre 2010 L - Il Tergicristallo

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SPECChIO RIFLESSO!<br />

Montato per la prima volta sulla Marmon Wasp nel 1911, lo specchietto retrovisore<br />

si è modernizzato nel corso di quasi cent’anni: a breve sarà infatti in grado di<br />

riprodurre immagini oleografiche per aiutare ancor più il conducente e rendere<br />

sicura la sua guida<br />

di Giovanna Tomaselli<br />

S<br />

i potrebbe risalire addirittura alla<br />

mitologia greca e attribuire l’invenzione<br />

dello specchietto retrovisore<br />

a Perseo. Egli riuscì, infatti, a uccidere<br />

Medusa proprio grazie allo scudo<br />

lucido come uno specchio donatogli dalla<br />

Dea Atena, che gli servì da guida camminando<br />

all’indietro, permettendogli di non<br />

incrociare direttamente il letale sguardo<br />

della Gorgone. È noto come da sempre<br />

l’uomo abbia sentito il bisogno di dotarsi<br />

di un occhio dietro la nuca a timida imitazione<br />

di Argo, gigante dai mille occhi,<br />

con la speranza di poter percepire esattamente<br />

anche lo spazio retrostante, bisogno<br />

tramutatosi in necessità con l’avvento<br />

dell’automobile ai primi del Novecento. In<br />

quest’epoca la macchina veniva guidata<br />

da un pilota cui era sempre affiancato un<br />

copilota-meccanico avente anche la funzione<br />

di avvertire il guidatore del sopraggiungere<br />

di altre macchine. L’ingegnere<br />

Ray Harroun, che era a capo della Marmon<br />

(casa automobilistica di Indianapolis attiva<br />

dal 1902 al 1933), ovviò a questo<br />

inconveniente applicando sopra e davanti<br />

al volante uno specchio, inventando in<br />

tal modo il primo specchio retrovisore per<br />

automobili. La prima auto monoposto da<br />

competizione della storia che montò lo<br />

specchietto retrovisore (e che allora fungeva<br />

anche da parabrezza) fu dunque la<br />

Marmon Wasp nel 1911, che vinse peraltro<br />

la prima edizione della 500 Miglia. La<br />

produzione in serie continuò con tutti i<br />

modelli successivi, venne adottata da altre<br />

case automobilistiche e si allargò a moto e<br />

biciclette, bus e tram.<br />

Si recepì immediatamente l’importanza di<br />

questi dispositivi, in grado di aumentare<br />

la sicurezza alla guida in quanto utili ad<br />

accorciare i tempi di visualizzazione degli<br />

altri veicoli, a restringere l’angolo cieco e<br />

a permettere l’esecuzione di manovre anche<br />

complesse, riducendo così gli incidenti<br />

accidentali. Per ampliare la visibilità complessiva<br />

dall’auto, gli specchietti vennero<br />

poi applicati sia all’esterno lateralmente,<br />

permettendo la visuale ai lati del mezzo,<br />

che centralmente all’interno, per godere di<br />

un’ampia visuale posteriore.<br />

Venne da sé che la loro posizione potesse<br />

essere variata a seconda dell’altezza<br />

del mezzo, pertanto si inserì una leva<br />

interna al mezzo o direttamente sulla<br />

lente, che ne permetteva la regolazione.<br />

Successivamente questo tipo di controllo<br />

sugli specchietti laterali divenne elettronico,<br />

grazie a un motorino, azionato da pulsanti e<br />

relè; oggi su alcune vetture di gamma alta,<br />

questo sistema può essere addirittura automatico<br />

e regolato da una fotocellula.<br />

L’evoluzione della tecnologia ha portato ad<br />

adottare ulteriori migliorie: dalla modalità<br />

antiabbagliamento per la guida notturna<br />

sullo specchietto centrale dentro l’abitacolo,<br />

attivabile tramite una leva che permette<br />

una veloce commutazione di posizione<br />

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il tergicristallo <strong>dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />

in alto o in basso modificando gli angoli di<br />

rifrazione e dando un’immagine più scura,<br />

al riscaldamento degli specchietti esterni<br />

su cui aderisce una resistenza a serpentina<br />

che lo riscalda in modo da poter eliminare<br />

l’appannamento o il ghiaccio.<br />

Si è rivelato altresì utile un secondo specchietto<br />

retrovisore interno per controllare i<br />

passeggeri posteriori, soprattutto quando<br />

sono bambini. Ma il retrovisore più intelligente<br />

è quello messo a punto da un’azienda<br />

inglese, la Light Blue Optics di Cambridge,<br />

che combina un navigatore satellitare<br />

con sensori di bordo capaci di inviare<br />

informazioni al conducente tramite una proiezione<br />

olografica sul vetro.<br />

Chi guida viene dunque avvisato visivamente<br />

del superamento della linea di mezzadria<br />

e della distanza effettiva dagli altri veicoli,<br />

tanto da poter valutare con precisione la<br />

possibilità di una manovra di sorpasso senza<br />

rischi.<br />

Un prototipo di tale sistema è stato presentato<br />

al Sid Vehicles and Photons nel 2009<br />

a Deaborn, nel Michigan, e, visti i costi di<br />

produzione non particolarmente elevati,<br />

l’accessorio non tarderà ad arrivare di serie<br />

anche sul nostro mercato.

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