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La Comprensione Delle Coincidenze Significative Della ... - Prepos

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momento del suo divenire musicale la melodia manifesta una dialogicità interna tra i<br />

vari stadi delle sue modificazioni, come se, pur continuando ad immaginare una<br />

distribuzione della musica nel tempo a pacchetti di singole note, in realtà la melodia<br />

intrattenesse in sé una continuità strutturale figlia del legame naturale che si esprime<br />

tra impressione – ritenzione – protenzione. Per Husserl pertanto ogni estensione<br />

temporale, come ogni melodia, è causata dal sentire della coscienza che lega tra di sé<br />

il divenire dei singoli “attimi”. Questo senso comune che diamo al tempo come ad<br />

una melodia è frutto di un processo fenomenologico della coscienza che<br />

nell’impressione intrattiene un’altra impressione ritenendola ma allo stesso momento<br />

protendendosi verso quella successiva nella forma di un’attesa che vuole essere<br />

riempita e confermata. Il processo ritenzionale è effettivamente un processo sui<br />

generis perché rappresenta una memoria di impressioni co-momentanee e cioè di<br />

impressioni che pur non manifestandosi come singoli atti temporali in un istante<br />

preciso, assumono un senso correlato nel loro divenire. L’atto della coscienza che li<br />

coglie, che li intenziona e che li percepisce, li mantiene in un preciso “adesso”.<br />

Questa interpretazione del flusso del tempo può sembrare nascondere in sé una<br />

contraddizione, oppure ancor più la dimostrazione della sua veridicità, perché lo<br />

stesso atto di coscienza che coglie “l’attimo in divenire” in realtà non lo coglie nello<br />

spazio di una singola cellula temporale ma sempre all’interno di un processo fluido e<br />

dinamico, mnemonico e ritenzionale. Non dimentichiamo che non saremmo in grado<br />

di ascoltare alcuna melodia, ma solo un susseguirsi sconnesso di note, se in ogni nota<br />

non vi fosse una ritenzione di quelle precedenti ed un protendersi verso quelle<br />

successive. Una cosa allora è l’esperienza del tempo, il modo con il quale si fa<br />

conoscere a noi, il meccanismo di ogni possibile conoscenza (se non vi fosse questo<br />

nesso tra attimi precedenti e successivi in divenire non potrei neppure ascoltare un<br />

pezzo di musica leggera), una cosa invece è la dimensione tempo nella sua essenza,<br />

nella sua assoluta indipendenza dai processi di coscienza. Non dimentichiamo che<br />

mnemonica (ritentiva), come semplici note che hanno preceduto la nota C, ma il modo di apparire di A quando l’impressione<br />

è B non è lo stesso del suo modo di apparire quanto l’impressione è C. Nel primo caso A è una semplice ritenzione<br />

dell’impressione B, nel secondo caso invece A è ritenzione di una ritenzione (B) ed è a suo volta protesa verso C,<br />

infatti l’essere ritenzione di una ritenzione è una qualità che subentra nel momento in cui sopraggiunge una protenzione.<br />

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