Biocristallografia a raggi X

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Diffrazione di raggi X Raccolta dati di intensità di diffrazione Metodologie Chimico Fisiche per lo Studio dei Sistemi Biologici Camogli, 16-21 settembre 2007
Diffrazione di raggi X Metodologie Chimico Fisiche per lo Studio dei Sistemi Biologici Camogli, 16-21 settembre 2007 La diffrazione di raggi X nel cristallo avviene in direzioni discrete e le condizioni geometriche che definiscono la diffrazione possono essere descritte mediante la legge di Bragg: 2dsenθ = nλ Ciascun atomo di un cristallo diffonde i raggi X in tutte le direzioni e soltanto quelli che interferiscono positivamente l’uno con l’altro, secondo la legge di Bragg, danno luogo a raggi di diffrazione, le cui intensità vengono registrate come macchie (spot) di diffrazione. Ciascuno spot di diffrazione è il risultato dell’interferenza di tutti i raggi X diffratti da tutti gli atomi presenti nel cristallo, in corrispondenza di un certo angolo θ. I raggi X interagiscono quasi esclusivamente con gli elettroni della materia e non con i nuclei. Una struttura 3D determinata tramite diffrazione di raggi X è quindi un’immagine della distribuzione nello spazio degli elettroni (densità elettronica) dell’oggetto che si sta studiando.
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