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L'impegno del Rotary sul territorio Sogna, Progetta, Realizza

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Difesa <strong>del</strong>l’ambiente<br />

Giancarlo<br />

Spezie<br />

Il Mediterraneo è un bacino particolarmente<br />

ricco e vivo e questa sua peculiarità<br />

è dovuta al grande dinamismo<br />

<strong>del</strong>le forze che agiscono su un determinato<br />

tratto di mare.<br />

Il collegamento di questo mare chiuso<br />

con l’Oceano Atlantico è assicurato<br />

soltanto dallo Stretto di Gibilterra che,<br />

per la presenza <strong>del</strong>la sua soglia a 330<br />

metri di profondità, limita gli scambi<br />

al solo strato superficiale con un flusso<br />

entrante <strong>del</strong>l’ordine di 1.75 Sv (1 Sv =<br />

1 milione di m 3 /s) e quello uscente di<br />

1.68 Sv. La differenza di 0.07 Sv rappresenta<br />

la quantità di acqua evaporata<br />

dal bacino che, pertanto, ri<strong>sul</strong>ta essere<br />

un bacino di densificazione che assicura<br />

una velocità di ricambio molto consistente<br />

a tutte le<br />

profondità. Infatti<br />

si calcola un tempo<br />

di ricambio per<br />

il Mediterraneo, il<br />

cui volume è di 3.8<br />

milioni di km 3 , pari<br />

a 70 anni mentre<br />

il confinante Mar<br />

Nero, il cui volume<br />

è di soli 0.6 milioni<br />

di km 3 , ha un<br />

tempo di ricambio<br />

di 3000 anni. Tutto<br />

ciò giustifica la<br />

enorme capacità<br />

dinamica <strong>del</strong>le acque<br />

<strong>del</strong> Mediterraneo<br />

a tutte le quote<br />

e la sua dipendenza<br />

dalle caratteristiche<br />

Negli ultimi anni<br />

il Mediterraneo<br />

è stato interessato<br />

da importanti<br />

anomalie<br />

climatiche<br />

che hanno<br />

fortemente<br />

condizionato<br />

la circolazione<br />

<strong>del</strong>le sue acque<br />

climatiche <strong>del</strong>la zona.<br />

Il clima <strong>sul</strong> Mediterraneo è strettamente<br />

connesso con il campo barico <strong>del</strong>l’Atlantico<br />

Settentrionale a sua volta<br />

regolato dalla differenza di pressione<br />

esistente tra il minimo <strong>del</strong>la Bassa <strong>del</strong>l’Islanda<br />

ed il massimo <strong>del</strong>l’Anticiclone<br />

<strong>del</strong>le Azzorre.<br />

Negli ultimi decenni il Mediterraneo<br />

è stato interessato da importanti anomalie<br />

climatiche che hanno fortemente<br />

condizionato la circolazione <strong>del</strong>le sue<br />

acque che viene<br />

generalmente<br />

gestita da quattro<br />

centri motore che<br />

gli assicurano una<br />

notevole attività a<br />

tutte le quote <strong>del</strong>la<br />

colonna d’acqua<br />

e che sono<br />

localizzati nel<br />

Golfo <strong>del</strong> Leone,<br />

nel basso Adriatico,<br />

nell’Egeo a<br />

nord di Creta e<br />

nel Mar di Levante<br />

in prossimità di<br />

Rodi .<br />

Ma pur essendo la<br />

parte superficiale<br />

<strong>del</strong> mare ad essere<br />

maggiormente<br />

esposta all’azione<br />

Ordinario<br />

di Oceanografia<br />

Università Parthenope<br />

di Napoli<br />

<strong>del</strong> vento, il volano per il trasporto di<br />

massa e di calore <strong>del</strong>le acque marine<br />

è concentrato negli strati intermedi e<br />

profondi che devono essere perciò oggetto<br />

di particolare attenzione.<br />

Lungo la fascia costiera, là dove le<br />

acque intermedie e profonde, risalgono<br />

per forzamento topografico e per<br />

l’azione <strong>del</strong> vento, l’interazione tra<br />

queste acque e quelle superficiali, generalmente<br />

più inquinate per gli apporti<br />

da terra, costituisce la sintesi di<br />

una molteplicità di processi fisici che<br />

presenta un ampio range di variabilità<br />

spazio – temporale.<br />

Il ri<strong>sul</strong>tato di questa sintesi caratterizza<br />

la qualità ambientale di un tratto di<br />

mare. Purtroppo molto spesso questa<br />

qualità viene continuamente violentata<br />

dalle attività antropiche, spesso incontrollate<br />

e orientate più a distruggere che<br />

a preservare un patrimonio culturale e<br />

naturale di eccezionale valore.<br />

E’ questo l’aspetto essenziale <strong>del</strong> comportamento<br />

<strong>del</strong>l’uomo nella protezione<br />

<strong>del</strong>l’ambiente marino. Le correnti marine<br />

non sono flussi laminari guidati<br />

da condotte o canali ma sono propagazioni<br />

di piccole strutture dinamiche<br />

che migrano da un punto all’altro interagendo<br />

con l’ambiente circostante<br />

e scambiando con esso sostanze ed<br />

energia. Una fonte inquinata può quindi<br />

causare danni notevoli non solo <strong>sul</strong><br />

punto di emissione ma anche, e a volte<br />

soprattutto, su aree marine notevolmente<br />

distanti.

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