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Alfredo Civita Sigmund Freud e la nascita dell ... - Lettere e Filosofia

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c<strong>la</strong>ssificazione ma anche a una nuova concettualizzazione <strong>dell</strong>e pulsioni.<br />

Non si trattava di qualche picco<strong>la</strong> rettifica, ma di un’autentica rivoluzione<br />

che suscitò scompiglio nel<strong>la</strong> comunità psicoanalitica.<br />

<strong>Freud</strong> conserva una posizione dualistica, ma le pulsioni che<br />

ora si contrappongono sono costrutti teorici radicalmente diversi dai<br />

precedenti. Il dualismo è tra <strong>la</strong> pulsione di vita (chiamata anche Eros)<br />

e <strong>la</strong> pulsione di morte (chiamata in seguito Thanatos). 5<br />

La categoria del<strong>la</strong> pulsione di vita include le due pulsioni che<br />

<strong>Freud</strong> aveva fino a allora teorizzate: <strong>la</strong> pulsione di vita e <strong>la</strong> pulsione<br />

<strong>dell</strong>’Io. Ciò che prima appariva contrapposto, viene ora unificato in<br />

un’unica tipologia pulsionale. Il senso di questa unificazione risiede<br />

nel<strong>la</strong> finalità essenziale del<strong>la</strong> pulsione di vita che consiste nel creare e<br />

consolidare nuovi legami. La creazione di nuovi e sempre più vasti legami<br />

esprime <strong>la</strong> volontà di sviluppare e arricchire <strong>la</strong> vita sia in senso<br />

individuale sia in senso sociale. La pulsione di vita, potremmo dire, è<br />

portatrice <strong>dell</strong>’aspetto fiducioso e costruttivo del<strong>la</strong> natura umana.<br />

La pulsione di morte rappresenta l’aspetto distruttivo insito<br />

nell’uomo. In origine, al<strong>la</strong> <strong>nascita</strong>, lo scopo del<strong>la</strong> pulsione di morte è<br />

di ricondurre l’organismo a una condizione inorganica, a una nonvita;<br />

<strong>la</strong> via per raggiungere lo scopo è <strong>la</strong> completa eliminazione di ogni<br />

tensione fisica e psichica. Se accanto al<strong>la</strong> pulsione di morte, non agisse<br />

<strong>la</strong> pulsione di vita, l’essere umano, appena nato, perirebbe sotto <strong>la</strong><br />

spinta autodistruttiva del<strong>la</strong> pulsione di morte. Il neonato sopravvive<br />

solo perché <strong>la</strong> pulsione di vita e quel<strong>la</strong> di morte non operano separatamente,<br />

ma si “impastano” e interagiscono: il risultato è che <strong>la</strong> pulsione<br />

di morte viene indirizzata verso l’esterno. L’autodistruttività diventa<br />

distruttività, aggressività e odio verso questo o quell’aspetto del<br />

mondo esterno.<br />

Qualche osservazione sul<strong>la</strong> pulsione di morte. Si tratta indubbiamente<br />

di un costrutto teorico di grande efficacia esplicativa sia dal<br />

punto di vista filosofico sia da quello clinico. Sul piano clinico esso<br />

5<br />

Il termine thanatos, che in greco significa morte, venne introdotto nel 1952<br />

dallo psicoanalista Paul Federn.<br />

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