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Alfredo Civita Sigmund Freud e la nascita dell ... - Lettere e Filosofia

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funziona pressappoco così: il seno che soddisfa i bisogni pulsionali è<br />

presente dove e quando il <strong>la</strong>ttante vuole che sia. Come se egli fosse<br />

convinto di qualcosa del genere: mi basta pensare al seno perché questo<br />

si renda subito disponibile.<br />

In una nota di Precisazioni su due principi <strong>dell</strong>’accadere psichico<br />

(1911) <strong>Freud</strong> scrive a tale proposito.<br />

“Si obietterà giustamente che una simile organizzazione, che è<br />

schiava del principio di piacere e che trascura <strong>la</strong> realtà del mondo<br />

esterno, non potrebbe mantenersi in vita neanche per un breve momento,<br />

per cui si dirà che essa non può essersi realizzata affatto;<br />

l’utilizzazione di una finzione di questo genere si giustifica tuttavia se<br />

si considera che il <strong>la</strong>ttante – purché vi si includano le cure materne –<br />

realizza pressappoco un tale sistema psichico. Egli allucina probabilmente<br />

l’appagamento dei suoi bisogni interni, rive<strong>la</strong>, mediante <strong>la</strong> scarica<br />

motoria <strong>dell</strong>’ur<strong>la</strong>re e del dimenarsi, il suo dispiacere quando aumentano<br />

gli stimoli e manca il soddisfacimento, ed esperimenta allora<br />

il soddisfacimento che ha allucinato. Soltanto più tardi, da bambino,<br />

egli impara a usare intenzionalmente queste reazioni di scarica come<br />

mezzi di espressione. Poiché le cure del <strong>la</strong>ttante rappresentano il mo<strong>dell</strong>o<br />

<strong>dell</strong>e cure successive, il dominio del principio del piacere può<br />

propriamente cessare soltanto con il completo svinco<strong>la</strong>mento psichico<br />

dai genitori” (<strong>Freud</strong>, 1911, nota 4, pp. 454-55).<br />

Il riferimento alle cure materne è <strong>la</strong> chiave di volta per dare<br />

coerenza a questo brano. In che senso si può affermare che il <strong>la</strong>ttante<br />

sperimenta “il soddisfacimento che ha allucinato”? La risposta è una<br />

so<strong>la</strong>: perché <strong>la</strong> scarica motoria, il suo ur<strong>la</strong>re e dimenarsi, attivano le<br />

cure materne. La prospettiva onnipotente <strong>dell</strong>’appagamento allucinatorio<br />

ha il suo fondamento nel<strong>la</strong> presenza e nell’attenzione del<strong>la</strong> madre,<br />

<strong>la</strong> quale, accorrendo tempestivamente quando il <strong>la</strong>ttante ur<strong>la</strong> e si<br />

dimena, conferma che è sufficiente desiderare per vedere appagato il<br />

desiderio. Il passo successivo è l’uso del<strong>la</strong> scarica motoria come strumento<br />

intenzionale di espressione e comunicazione.<br />

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