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PDF 1,3 Mb - Ecomuseo e Agenda 21 Parabiago

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Trattoria Castoldi, sventrando la cucina, il pranzo, due camere da letto ed un<br />

bagno. L’incidente provocò alcune ferite e contusioni ad una parente, molto<br />

spavento e molti disagi prima della ricostruzione.<br />

Per una serie di fatti non ben decifrabili, da quel momento la Trattoria perse<br />

molto della sua funzione storica. Ricostruita diventò meno trattoria e più bar<br />

portando alcuni elementi di intrattenimento di grande novità come il gioco del<br />

bigliardo per il quale si fecero gare memorabili. Da tutti fu considerato, allora,<br />

il miglior giocatore il Sig. Celestino Ferrario, tra l’altro primo industriale<br />

calzaturiero innovatore e illuminato.<br />

Si ricordano alcune iniziative del Nando, che hanno segnato almeno qualche<br />

periodo della comunità: la fondazione della “Unione Sportiva S. Lorenzo” con<br />

colori delle maglie di competizione ben definite a tinte molto violente, due<br />

strisce laterali viola e una centrale arancione, non bellissime, ma molto<br />

appariscenti: i colori della società rappresentavano almeno due attività gestite:<br />

una squadra di calcio e una squadra di ciclismo.<br />

La società organizzava e gestiva manifestazioni conseguenti.<br />

Il torneo di calcio con altre squadre delle frazioni e confini limitrofi.<br />

E per il ciclismo “Il trofeo coppa caduti di San Lorenzo”: queste manifestazioni,<br />

legate anche ad un pronostico privato (specie di totocalcio), durarono pochi<br />

anni ma occorre almeno ricordare: il vincitore del 1° trofeo di ciclismo, che fu<br />

il ciclista Seghezzi, diventato poi professionista.<br />

Alle gare di San Lorenzo partecipò sempre, senza vincere, il concittadino<br />

Carugo Umberto detto Berto, medaglia d’argento al valor militare; il Carugo<br />

Umberto, a titolo di cronaca, fu Campione Italiano di ciclismo della categoria<br />

veterani.<br />

Altro protagonista e vincitore di quelle gare fu il ciclista catanese Musumeci,<br />

operaio ciabattino emigrante in San Lorenzo, ma con la maglia del “Pedale<br />

Monzese”.<br />

Negli anni cinquanta ci fu l’avvento della televisione e, in particolare di alcuni<br />

programmi storici. Il “Lascia o Raddoppia” del giovedì sera costituiva nella<br />

trattoria il punto d’incontro di tutti gli appassionati sprovvisti di TV.<br />

Le serate erano decisamente numerose e la partecipazione era costituita anche<br />

da interi gruppi famigliari.<br />

“L'Albergo dell’Angelo con stallazzo”<br />

di Maria Maggioni Bracciani<br />

Ho trascorso i primi anni della mia infanzia a Milano. Sono arrivata a San<br />

Lorenzo nel 1927 e ho frequentato in paese la classe quarta elementare, la classe<br />

quinta l’ho frequentata a <strong>Parabiago</strong> facendo quattro volte al giorno la strada a<br />

piedi. Dopo la scuola si facevano i compiti e nelle ore libere la mia mamma mi<br />

faceva ricamare.<br />

Quando sono stata in possesso del libretto di lavoro – che allora si andava a<br />

prendere in Comune - mio padre mi mandò a lavorare presso la Litografia Ditta<br />

Fracaro di San Lorenzo fino all’età di 20 anni e quando la ditta fallì ho lavorato<br />

per tre anni a Milano sempre presso una litografia. Prendevo il tram alle 6 del<br />

mattino per essere in ditta alle 8.<br />

Nel 1939 mi sono sposata con Ferruccio (detto Antonio) Bracciani. Egli era il<br />

nipote di Giuseppe Bracciani, detto el sciur Pinela proprietario dell’Albergo<br />

<strong>21</strong>6 Sezione IV - Famiglia e lavoro nel tempo

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