Paralisi cerebrali infantili e paraplegie spastiche ereditarie - TESTO
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09-capitolo 19-07-2006 10:31 Pagina 251<br />
9 – PARALISI CEREBRALI INFANTILI E PARAPLEGIE SPASTICHE EREDITARIE<br />
Fig. 9.9. <strong>Paralisi</strong> cerebrale distonico-discinetica: si noti la<br />
contrazione delle mani e delle braccia durante l’inizio<br />
della deambulazione con distonie degli arti inferiori.<br />
Fig. 9.11. Sezione assiale di RM dell’encefalo con immagini<br />
pesate in T2 (sequenze FLAIR) in un bambino con PCI che<br />
dimostra la sofferenza della sostanza bianca periventricolare<br />
(aree iperintense peritrigonali anteriori e posteriori) con<br />
dilatazione ex vacuo dei ventricoli laterali.<br />
anni d’età ed è caratterizzata da andatura sugli avampiedi e<br />
flessione dell’anca. A livello degli arti superiori è limitata<br />
la motilità fine delle mani [89, 90, 104].<br />
Emiplegia spastica. L’emiplegia spastica nei neonati a termine<br />
è correlata a turbe circolatorie prenatali, a s t r o k e, o a<br />
disgenesie <strong>cerebrali</strong>. Gli arti superiori sono coinvolti più di<br />
quelli inferiori, essendo le lesioni prevalentemente corticali<br />
profonde e quindi il soggetto presenta un’ipertonia flessoria<br />
mentre l’ipertonia dell’arto inferiore è di tipo estensorio. Nei<br />
primi mesi il movimento e il tono possono essere ridotti per<br />
251<br />
Fig. 9.10. <strong>Paralisi</strong> cerebrale ipertonica: notare l’aumento<br />
del tono ai quattro arti durante la manovra di<br />
s o l l e v a m e n t o .<br />
poi aumentare rapidamente nei mesi successivi. La<br />
Sindrome emiplegica è raramente riconosciuta in epoca neonatale;<br />
nel lattante i primi sintomi possono essere rilevati per<br />
la predominanza di un arto, per il ridotto movimento o per la<br />
postura abnorme di un lato. Il deficit all’arto inferiore diventa<br />
evidente al momento della deambulazione autonoma, che<br />
generalmente viene acquisita in età normale o con lieve ritardo.<br />
Nel tempo tendono a instaurarsi retrazioni muscolo-tendinee<br />
e deformità articolari; successivamente il paziente<br />
acquisisce una posizione coatta che consiste in adduzione<br />
delle spalle, flessione del gomito, avambraccio in posizione<br />
prona, polso e dita in flessione. Le anche sono flesse e addotte,<br />
le ginocchia e le caviglie flesse (Figg. 9.5-9.11). È presente<br />
una tipica andatura “falciante” dovuta al deficit di<br />
forza, ma soprattutto all’equinismo e all’iperestensione dell’arto<br />
inferiore affetto, che il soggetto deve extraruotare per<br />
procedere nel passo. Il quadro di emiplegia spastica è quindi<br />
caratterizzato da una diminuzione della forza muscolare agli<br />
arti con spasticità dei muscoli antigravitari, cioè estensori<br />
dell’arto inferiore (piede equino-varo) e flessori-pronatori<br />
dell’arto superiore (pugno chiuso, avambraccio flesso, pronazione<br />
permanente) che s’accentua con i movimenti. In<br />
alcune forme l’handicap è lieve o moderato; nei pazienti a<br />
termine, nei quali la paralisi cerebrale ha eziologia postnatale,<br />
accanto alla diplegia si repertano frequentemente ritardo<br />
mentale, emianopsia e crisi convulsive.<br />
Tetraplegia (quadriplegia) spastica. La quadriplegia spastica<br />
interessa neonati a termine che sono piccoli per l’età gestazionale<br />
e neonati di peso molto basso. Questa forma è la più<br />
grave tra tutte le paralisi <strong>cerebrali</strong> poiché interessa tutti e<br />
quattro gli arti e si associa spesso a distonia, ritardo psicomotorio,<br />
paralisi pseudobulbare e microcefalia. Sublussazione