Paralisi cerebrali infantili e paraplegie spastiche ereditarie - TESTO
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09-capitolo 19-07-2006 10:31 Pagina 253<br />
9 – PARALISI CEREBRALI INFANTILI E PARAPLEGIE SPASTICHE EREDITARIE<br />
normale, singoli episodi convulsivi, assenza di lesioni all’imaging,<br />
forme che rispondono alla monoterapia e diplegia<br />
spastica. Le crisi sono più frequentemente di tipo parziale e<br />
secondariamente generalizzate o del tipo “spasmi <strong>infantili</strong>”.<br />
Deficit sensoriali. Le anomalie sensoriali sono frequenti e<br />
riguardano sia l’apparato uditivo sia quello visivo. Si possono<br />
avere disturbi dell’acuità visiva e deficit del movimento<br />
oculare (ad es., strabismo, nistagmo, ambliopia) oppure<br />
turbe visive corticali. Il gruppo più a rischio è quello con leucomalacia<br />
periventricolare. Anche le anomalie uditive sono<br />
di frequente riscontro: nel 12% circa dei bambini con paralisi<br />
cerebrale si hanno deficit dell’udito che sono più comuni<br />
nei sei soggetti con basso peso alla nascita, k e r n i c t e r u s,<br />
meningite neonatale o grave danno ipossico-ischemico.<br />
Disturbi della parola e del linguaggio. Poiché frequentamene<br />
le lesioni tipiche delle paralisi <strong>cerebrali</strong> si associano<br />
a interessamento corticobulbare si possono avere disturbi<br />
dell’articolazione della parola (linguaggio anartrico o<br />
disartrico) e varie altre disfunzioni della coordinazione<br />
oromotoria associate a disturbi della suzione, deglutizione<br />
e respirazione. Nel 38% dei bambini con paralisi cerebrale<br />
si può avere linguaggio difficilmente comprensibile. I<br />
disturbi del linguaggio invece sono correlati alla presenza<br />
e al grado di deficit cognitivo associato.<br />
Disturbi comportamentali. Le anomalie comportamentali<br />
consistono in eccessiva emotività, iperattività e deficit di<br />
attenzione, comportamento ossessivo-compulsivo.<br />
Accrescimento staturo-ponderale. L’accrescimento ponderale<br />
è ridotto e ciò è dovuto a insufficiente apporto alimentare,<br />
a vomito, a reflusso gastroesofageo e a paralisi<br />
pseudobulbare.<br />
Complicanze ortopediche. In alcuni bambini con PCI il<br />
rischio di fratture spontanee, dovute a osteopenia e osteoporosi,<br />
è elevato.<br />
Diagnosi<br />
La diagnosi precoce si basa sull’anamnesi accurata, su un<br />
insieme di osservazioni cliniche che comprendono il tipo e<br />
il grado di ritardo motorio, la presenza di segni neurologici,<br />
la persistenza o le anomalie dei riflessi arcaici, la valutazione<br />
della postura e l’eventuale presenza di manifestazioni<br />
associate e sui dati di laboratorio, neurofisiologici e<br />
di imaging.<br />
Anamnesi<br />
L ’a n a m n e s i deve sempre includere una dettagliata raccolta<br />
della storia del periodo gestazionale e perinatale e una documentazione<br />
accurata di tutte le tappe dello sviluppo psicomotorio.<br />
Vanno ricercati tutti i fattori patogenetici predisponenti<br />
e/o di rischio (vedi sopra E z i o l o g i a e dati demografici) anche<br />
se l’analisi dei fattori di rischio, ai fini di una diagnosi preco-<br />
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ce e di una correlazione prognostica, è spesso poco attendibile<br />
nella pratica clinica perché molti di questi fattori correlano<br />
poco con il successivo sviluppo di paralisi cerebrale. In diversi<br />
studi di follow-up è stato notato come, più del 60% dei bambini<br />
con paralisi cerebrale, non presentava un profilo ad alto<br />
rischio per questa patologia e più del 90% di coloro con profilo<br />
ad alto rischio non ha poi avuto segni o sintomi di paralisi<br />
cerebrale. Come accennato prima però, la prematurità e<br />
l’encefalopatia neonatale (vedi capitolo 6) rappresentano certamente<br />
dei fattori altamente predittivi di paralisi cerebrale.<br />
Osservazione clinica<br />
Dal punto di vista clinico vanno eseguiti un esame obiettivo<br />
generale e un esame neurologico che valuti la postura<br />
(ove applicabile) (vanno osservati l’allineamento delle<br />
gambe e della pelvi), il range di movimenti articolari attivi<br />
e passivi, la sensibilità, la forza e il tono muscolare, il tipo<br />
e le possibilità d’estensione del movimento e la presenza di<br />
eventuali deformità agli arti. Più specificamente vanno<br />
quindi osservati e ricercati:<br />
• i deficit neurologici a seconda della fascia d’età durante<br />
la quale il bambino viene portato all’osservazione del<br />
medico (vedi anche capitolo 1): anomalie del tono e della<br />
forza muscolare, movimenti involontari, asimmetrie motorie,<br />
anomalie dei riflessi arcaici, riposte posturali tardive,<br />
anomalie dei general movement (vedi capitolo 1), eventuali<br />
patologie associate (vedi sopra Manifestazioni cliniche<br />
associate alla paralisi cerebrale);<br />
• le limitazioni funzionali: la paralisi cerebrale è un disordine<br />
del movimento e del controllo posturale e provoca<br />
quindi limitazioni funzionali. Va ricordato che qualsiasi<br />
tipo di disturbo e/o deficit neurologico notato all’esame<br />
obiettivo, che non limiti le capacità funzionali, non provocherà<br />
disabilità. Quindi, questa strategia diagnostica, che<br />
utilizza l’analisi delle limitazioni funzionali, ha valore solo<br />
per l’attuazione di successive strategie terapeutiche. Si può<br />
valutare il quoziente motorio (QM) attraverso la misurazione<br />
dell’età motoria (EM) (determinata attraverso le<br />
tappe di sviluppo psicomotorio – vedi capitolo 1) dividendola<br />
per l’età cronologica (EC) (QM = EM : EC): un QM<br />
inferiore a 0,5 all’età di 8 mesi, ad esempio, è predittivo per<br />
un ritardo della deambulazione sino a 24 mesi. È stato ben<br />
dimostrato che queste misurazioni hanno un’ottima sensibilità<br />
e specificità (> 80%), specie se integrate all’esame<br />
obiettivo. Altro sistema è quello della videoregistrazione<br />
dei general movement (vedi capitolo 1): questo sistema è<br />
particolarmente valido nei primi giorni o nelle prime settimane<br />
di vita, quando l’esame neurologico ha minori possibilità<br />
prognostiche per lo sviluppo di una futura paralisi<br />
cerebrale. Si rimanda il lettore al capitolo 1 per una trattazione<br />
più specifica di questa metodica.<br />
Da alcuni anni sono stati affiancati all’esame obiettivo<br />
tradizionale e alle metodiche di valutazione funzionale,<br />
riportate prima delle metodiche specifiche di misu-