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Dispense - Dipartimento di Matematica e Informatica

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CAPITOLO 2. CODICI LINEARI 19<br />

• non esiste un iperpiano contenente tutti i punti <strong>di</strong> P;<br />

• d = n − max{#P ∩ H | H iperpiano <strong>di</strong> P G(k − 1, q)}.<br />

Due [n, k, d]q-sistemi proiettivi P e P ′ sono detti equivalenti se esiste una proiettività<br />

<strong>di</strong> P G(k − 1, q) che manda P in P ′ . Inoltre <strong>di</strong>remo che un co<strong>di</strong>ce lineare C ⊂ F n q è<br />

degenere se è contenuto in un sottospazio vettoriale <strong>di</strong> equazione xi = 0.<br />

Proposizione 2.12. Sia k ≥ 1, d ≥ 1. C’è una corrispondenza biiettiva fra le classi <strong>di</strong><br />

equivalenza <strong>di</strong> [n, k, d]q-co<strong>di</strong>ci non-degeneri e le classi <strong>di</strong> equivalenza <strong>di</strong> [n, k, d]q-sistemi<br />

proiettivi.<br />

Dimostrazione. Sia G una matrice generatrice <strong>di</strong> un [n, k, d]q-co<strong>di</strong>ce non-degenere con<br />

d ≥ 1 e k ≥ 1. Osserviamo che ogni colonna <strong>di</strong> G è un vettore non nullo <strong>di</strong> F k q,<br />

e pertanto definisce un punto <strong>di</strong> P G(k − 1, q) (si noti che la colonna nulla è esclusa<br />

dalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non degenericità del co<strong>di</strong>ce). Sia PG l’n-insieme <strong>di</strong> tali punti, che<br />

in<strong>di</strong>cheremo con P1, . . . , Pn. Osserviamo che per definizione <strong>di</strong> matrice generatrice ogni<br />

parola co<strong>di</strong>ce non nulla è <strong>di</strong> tipo<br />

x = (< a, P1 >, . . . , < a, Pn >)<br />

per qualche a = (a0, . . . , ak−1) ∈ F k q, a = (0, . . . , 0). Il numero <strong>di</strong> componenti non nulle<br />

<strong>di</strong> x è pertanto il numero <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> PG non appartenenti all’iperpiano <strong>di</strong> equazione<br />

a0X0 + a1X1 + . . . + ak−1Xk−1 = 0 .<br />

Da qui segue che PG è un [n, k, d]q-sistema proiettivo.<br />

Proviamo ora che se due matrici G e G ′ generano due co<strong>di</strong>ci C e C ′ equivalenti, allora<br />

PG e PG ′ sono sistemi proiettivi equivalenti. Dalla Proposizione 2.8 si ha che C e C′<br />

sono equivalenti se e solo se<br />

G ′ = N · G · M<br />

per qualche matrice N invertibile k × k e per qualche matrice M monomiale n × n.<br />

L’osservazione chiave è che PG·M = PG, ovvero le colonne <strong>di</strong> G·M definiscono lo stesso<br />

sistema proiettivo <strong>di</strong> G. Infatti M agisce su tali colonne semplicemente permutandole<br />

e moltiplicandole per scalari non nulli; quin<strong>di</strong> l’insieme <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> P G(k − 1, q)<br />

corrispondente non varia. A questo punto è imme<strong>di</strong>ato verificare che PG ′ è l’insieme

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