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Tesi - aiiao

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delle volte i pazienti con la mucosite inizialmente avvertono un fastidio alla bocca ed<br />

alla gola, che poi esita nella formazione di piccole lesioni ulcerative a livello della<br />

mucosa orale, della lingua ed delle gengive. In rari casi queste lesioni possono divenire<br />

anche molto estese e provocare perciò uno stato soggettivamente molto invalidante, che<br />

impedisce la deglutizione. Tutto ciò, inoltre, viene ulteriormente complicato da un altro<br />

aspetto, la cosiddetta scialorrea (4), conseguenza di uno stato infiammatorio che,<br />

insieme alle mucose, colpisce anche le ghiandole salivari. In ogni caso la mucosite e la<br />

scialorrea sono disturbi transitori, che nel volgere di alcuni giorni (generalmente 7-10<br />

giorni) rapidamente migliorano e si risolvono in maniera definitiva 36 .<br />

Un’altra complicanza che può verificarsi è la malattia veno-occlusiva del fegato (VOD),<br />

la quale insorge nei primi 30 giorni dopo il trapianto e si manifesta con ittero, ritenzione<br />

idrica, epatomegalia ed ascite. La malattia istologicamente è caratterizzata da un danno<br />

endoteliale, per cui la fibrina si depone a livello della parete delle venule epatiche, con<br />

conseguente restringimento del lume dei vasi. Clinicamente la diagnosi si manifesta con<br />

aumento del peso corporeo, incremento della bilirubina sierica, seguita da dolore<br />

addominale, ascite, epatomegalia. La diagnosi clinica ha però una specificità limitata<br />

perché nei giorni immediatamente successivi al trapianto, sono numerosi i fattori che<br />

possono determinare iprebilirubinemia, epatomegalia e/o ritenzione di liquidi e non<br />

sempre la diagnosi differenziale risulta agevole.<br />

Alcuni studi hanno evidenziato che la somministrazione continua di eparina nei pazienti<br />

sottoposti a trapianto è molto efficace, poiché previene il depositarsi di precipitato di<br />

fibrina a livello sub-intimale delle venule epatiche terminali.<br />

CISTITE EMORRAGICA<br />

La cistite emorragica è una importante causa di morbilità in bambini sottoposti a<br />

trapianto di CSE, che si manifesta con microematuria ma anche con macroematuria e<br />

formazione di coaguli intravescicali. Dal punto di vista eziopatogenetico si distingue<br />

una cistite emorragica chimica precoce, dovuta probabilmente all’effetto tossico di<br />

alcuni chemioterapici sull’urotelio e una cistite tardiva, di probabile origine virale. La<br />

principale caratteristica della cistite emorragica chimica è quella di insorgere durante o<br />

<br />

36<br />

Epstein JB, Schubert MM. Oropharyngeal mucositis in cancer therapy. Review of pathogenesis,<br />

diagnosis, and management. Oncology 2003.<br />

46<br />

<br />

<br />

<br />

entro pochi giorni dalla somministrazione della chemioterapia, invece la tardiva si<br />

verifica nel secondo-terzo mese post-trapianto.<br />

Le forme più gravi di cistite, si associano spesso ad un trapianto con decorso complicato<br />

e ad una maggiore mortalità peritrapiantologia. Si è visto per esempio, che l’incidenza<br />

di emorragie è più alta nei soggetti con GvHD acuta rispetto a quelli senza GvHD ed in<br />

alcuni casi, la persistenza della flogosi cronica della mucosa della vescica può esitare in<br />

fibrosi, ostruzione uretrale ed insufficienza renale.<br />

Come profilassi della cistite emorragica vengono adottate alcune misure preventive<br />

come iperidratazione, in modo da ridurre l’esposizione della mucosa della vescica ai<br />

cataboliti tossici ed evitare la formazione di coaguli, oppure diuresi forzata e minzioni<br />

frequenti (con l’uso del catetere vescicale) 37 .<br />

ULTERIORI COMPLICANZE PRECOCI<br />

Come tutte le chemioterapie, anche il regime di condizionamento può indurre uno stato<br />

di nausea ed eventualmente scatenare episodi di vomito. Generalmente però, questo<br />

effetto collaterale ha una durata limitata ai giorni del condizionamento stesso e viene<br />

controllato mediante la somministrazione di farmaci antiemetici 38 . Un altro effetto<br />

potenzialmente pericoloso del regime chemio-radioterapico è la possibilità di indurre<br />

crisi epilettiche: tale rischio è raro e riguarda solo soggetti eventualmente predisposti,<br />

ma al fine di impedire che esso possa realizzarsi, viene comunque attuata una apposita<br />

profilassi farmacologica; quest'ultima, fondata sulla somministrazione di<br />

benzodiazepine, può indurre uno stato di sonnolenza e/o torpore della durata di poche<br />

ore.<br />

Ulteriore effetto secondario al regime di condizionamento è rappresentato dall'alopecia,<br />

ossia la perdita dei capelli. Essa si verifica inesorabilmente tra la quinta e la decima<br />

giornata dopo il trapianto, tanto che, normalmente, al primo accenno di perdita di<br />

capelli il paziente viene sottoposto a rasatura completa della testa; ciò anche per motivi<br />

<br />

37 Savona MR, Newton D, Frame D, Levine JE, Mineishi S, Kaul DR. Low-dose cidofovir treatment of<br />

BK virus-associated hemorrhagic cystitis in recipients of hematopoietic stem cell transplant. Bone<br />

Marrow Transplant 2007.<br />

38 Navarri RM, Einhorn LH, et al. A phase II trial of olan-zapine, dexamethasone and palonosetron for<br />

the prevention of chemotherapy-induced nausea and vomiting: a Hoosier oncology group study. Support<br />

Care Cancer 2007.<br />

47

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