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I segni e i sintomi possono comprendere: steatosi, nausea e vomito, diarrea, calo<br />
ponderale. L'anoressia può comparire come complicanza sul lungo periodo, i sanitari<br />
dovrebbero evitare l'insorgenza di una sindrome da malassorbimento di grassi se il<br />
paziente presenta diarrea persistente. Viene programmata una serie di valutazioni e<br />
indagini del tratto gastro-intestinale con colture delle feci ed endoscopia per escludere<br />
infezioni al tratto gastro-intestinale. L'iperalimentazione e il riposo del tratto gastroenterico<br />
sono attenzioni utili per evitare perdite di peso o sbilanciamento<br />
idroelettrolitico.<br />
L'aumento degli enzimi epatici, l'epatomegalia e il dolore sono i primi segni e sintomi<br />
della degenerazione epatica dovuta alla GvHD. Devono essere eseguiti controlli dei<br />
marcatori dell'epatite ed ecografie addominali per escludere occlusioni, assieme a una<br />
biopsia epatica per escludere infezioni.<br />
La GvHD cronica è spesso causa dell'aumento dell'insorgenza di infezioni croniche<br />
ritardate per deficienza di cellule B e T. Sono molto frequenti, a causa dell'incapacità<br />
del paziente di produrre immunoglobuline, infezioni batteriche polmonari e<br />
sanguinamenti. Sono spesso programmati schemi di terapia antibiotica profilattica per<br />
evitare l'insorgenza delle infezioni ritardate.<br />
COMPLICANZE OCULARI<br />
Gli occhi possono essere sede di complicanze tardive post-trapianto per effetto della<br />
GvHD cronica, della terapia steroidea impiegata per il trattamento, per infezioni o per<br />
sequele dovute al regime di condizionamento (in particolare la TBI, più raramente i<br />
chemioterapici).<br />
L'incidenza legata a un peggioramento della vista si riscontra nell' 80-90% dei pazienti<br />
con GvHD cronica. Inizialmente questa complicanza si presenta con bruciore oculare e i<br />
pazienti avvertono la sensazione di presenza di sabbia, causata da una diminuzione della<br />
produzione e della secrezione di lacrime; può inoltre presentarsi fotofobia legata a<br />
un'infiammazione corneale. La gestione di queste problematiche si basa sull'utilizzo di<br />
corticosteroidi o di lacrime artificiali. Possono essere applicati colliri durante il sonno,<br />
per prevenire la secchezza oculare durante le ore notturne. È raccomandato l'uso di lenti<br />
a contatto protettive o impacchi con bende oculari, per prevenire l'evaporazione dei<br />
medicamenti applicati agli occhi. Il paziente deve essere seguito da un oculista<br />
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specializzato. È stata riferita un'incidenza di cataratta post-TBI pari, in alcune<br />
casistiche, al 75% a 5-6 anni post-trapianto dopo irradiazione singola; tale incidenza si<br />
riduce nel caso della total body irradiation frazionata al 50% per dosaggi superiori a<br />
1200 rad, fino a percentuali del 30-35% per dosi di 1200 rad o inferiori. L'incidenza<br />
post-chemioterapia è dell'ordine del 20%.<br />
ACCRESCIMENTO<br />
L'accrescimento è un fenomeno determinato durante l'infanzia prevalentemente dallo<br />
stato nutrizionale, quindi dall'ormone della crescita (GH) e durante la pubertà<br />
dall'azione combinata del GH e degli ormoni sessuali. Le radiazioni possono indurre un<br />
ritardo della crescita. Anche lo sviluppo della dentizione e dello scheletro facciale<br />
risultano alterati in bambini sottoposti a radioterapia prima dei 6 anni. L'irradiazione del<br />
SNC si associa infatti a una riduzione dell’ormone in correlazione all'età del paziente,<br />
alla dose di radiazione e al tipo di frazionamento. Questo deficit si può osservare in<br />
particolare quando all’irradiazione corporea totale è associata una radioterapia craniale<br />
prima del trapianto e può non svilupparsi nel caso della sola TBI. Sembra che il ritardo<br />
della crescita possa essere notevolmente contenuto con l'impiego della TBI frazionata<br />
rispetto alla dose unica.<br />
EFFETTI SULLA TIROIDE<br />
La chemioterapia convenzionale non determina solitamente danni alla tiroide, mentre la<br />
radioterapia pre-trapianto può causare problemi di ipotiroidismo. Dopo TBI il danno<br />
funzionale, anche se ben compensato, può intervenire dal 28 al 56% dei casi e<br />
successivamente convertirsi in ipotiroidismo clinico nel 9-13% dei pazienti<br />
sopravvissuti a lungo termine, anche se con minor frequenza dopo TBI frazionata. Il<br />
danno tiroideo non sembra correlato con l'età del paziente, con la GvHD acuta o<br />
cronica, o con il sesso. Nell'asse ipotalamo - ghiandola pituitaria - ghiandola tiroidea,<br />
quest'ultima appare maggiormente danneggiata dalla radiazione. È stato inoltre descritto<br />
il trasferimento dal donatore al ricevente di tiroidite autoimmunitaria.<br />
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