La Canzone Napoletana dai Cantastorie ad Oggi - Zarzuela
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Questo sopracitato è un classico in cui l'uomo deve commettere un reato per<br />
salvare il suo onore .<br />
Va detto che questo repertorio drammatico è presente in taluni aspetti già<br />
nell'800 con Matilde Serao; L'onorata soggietà conserva un ben r<strong>ad</strong>icato<br />
controllo del territorio e temi relativi al codice d'onore si rintracciano in scritti<br />
di Ferdinando Russo, e Viviani in testi come A zumpata e a <strong>Canzone</strong> 'e sott' 'o<br />
carcere.<br />
Ma la sceneggiata non è solo tr<strong>ad</strong>imento ed amori - In genere possiamo<br />
ritrovare vari Topos come mamme morenti (Mamma <strong>ad</strong>do stai), giovani<br />
nullafacenti che conducono una vita dissennata dedita al gioco alle donne di malaffare che<br />
provocano malanni alle mamme come Mamme perdoname ( di Cioffi-Pisano 1944 ) dove il giovane<br />
ravvedutosi dice:<br />
Stu figlio malamente<br />
sai che fa ?<br />
<strong>La</strong>ssa a cantina e a mala<br />
cumpagnie<br />
e torna onestamente a faticà<br />
Un ulteriore tratto della sceneggiata è il conflitto delle classi sociali che contrappone il " cuore del<br />
popolo " e il cinismo dei " signori ", e qui entrano in gioco " i figli " . Cosi in E figlie sempre di<br />
Bovio su musiche di Albano (1930) un bambino abbandonato <strong>dai</strong> suoi legittimi genitori viene<br />
accudito da un uomo del popolo ma poi quando i genitori pretenderanno il piccolo dirà :<br />
e poi rivolgendosi ai genitori<br />
Chi è stu piccirillo<br />
È o figlio mio<br />
m' 'o so levato a vocca pe ce ho dà<br />
[...]<br />
Signò e figlie sai che sò<br />
sò piezz' 'e core e nun sanno lassa<br />
Chesto l' 'e fatto tu ca si signore<br />
ma nu pezzente chesto nun 'o fa ...<br />
[.....]<br />
Composizione che, Mario Merola, ha riportato alla ribalta negli anni '70 / '80 .<br />
Tuttavia parallelamente alla sceneggiata, si sviluppa anche un genere comico <strong>La</strong> Macchietta che<br />
pur cogliendo nell'emarginazione il tema principale, lo presenta in modo caricaturale proprio per<br />
lasciare il punto patetico. Si pensi infatti a O malandrino di Russo-Valente un classico di Maldacea,<br />
dove in principio il malandrino si manifesta in tutta la sua spavalderia. (file dritto ..... ca te ntacco a<br />
faccia) per poi concludere o sputo int' 'a na recchia e buonanotte.<br />
Anche Capurro-Buongiovanni in O presidente si cimentano in questo genere delineando quelli che<br />
Viviani chiama i guappi di cartone, gli 'nzisti che contrappone a quelli che nel corso della vita si<br />
redimono.<br />
Sicchè il teatro musicale ora assume toni drammatici con Bovio e la sua collaborazione con<br />
Buongiovanni, Valente, <strong>La</strong>ma ora diventa macchietta con le interpretazioni di Cioffi-Pisano.<br />
Se Cioffi si dedica dopo gli anni 20 all'organizzazione di spettacoli musicali e ne prende parte in<br />
qualità di direttore d'orchestra, con Pisano-Cioffi si apre il ciclo della macchietta di nuovo stile, e a<br />
partire dal 1927 si afferma il binomio Cioffi-Pisano che resta in auge per circa un ventennio,<br />
recuperando il tema del Cafe Chantant. Oltre a fornire canzoni per Pasquariello amico di Gill come<br />
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