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La Canzone Napoletana dai Cantastorie ad Oggi - Zarzuela

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2) <strong>La</strong> Nascita della <strong>Canzone</strong> <strong>Napoletana</strong><br />

Trovare un unico filo che lega l'ampia raccolta di componimenti tra 800 e 900 non è facile.<br />

Variegata è infatti la produzione della canzone napoletana che ora tocca toni lirici, ora drammatici,<br />

ora comici ora storici, pur riconoscendo come tratto comune la poesia e la melodia. In queste<br />

canzoni si individuano tre o quattro strofe prefigurate per essere musicate, e pertanto devono<br />

contenere una certa metrica, una scansione in strofe.<br />

Se dunque vogliamo trovare una data di inizio della canzone napoletana, dobbiamo rifarci <strong>ad</strong><br />

almeno due filoni di pensiero. Innanzitutto è opportuno ripetere che per canzone napoletana si<br />

indica la produzione che si afferma dalla seconda metà dell'800 che contiene una parte di musica<br />

vocale con testo in dialetto. L'assunzione del vernacolo come modo di scrivere attraverso Di<br />

Giacomo, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo, Trilussa, crea un'autonomia di scrittura tale, da<br />

rinvenire nello stile elevato tanto una tr<strong>ad</strong>izione aristocratica tanto l'elemento popolare ( un<br />

paesaggio, il mare ... ).<br />

Premesso ciò alcuni sostengono che il battesimo della canzone napoletana è rappresentato da Te<br />

voglio bene assaie nel 1839 scritta da Sacco e Campanella<br />

"Io te voglio bene assaie<br />

e tu nun pienze a me<br />

io ......Te voglio bene<br />

e tu nun pienz a me.<br />

<strong>La</strong> notte tutte e dormono<br />

e io che buò durmì!<br />

Penzanno a Nenna mia<br />

Li quarti d'ore sonano<br />

a uno a doje a tre .....<br />

Io te voglio bene assaie e<br />

tu nun pienze a me (2 volte)"<br />

Questo pezzo presentato nella festa di Piedigrotta presenta una notevole forza nel<br />

ritornello molto orecchiabile e tale da fare di questo testo uno dei più noti nel<br />

mondo.<br />

Sulla nascita di questo brano ci sono molti pareri discordi ma tutti convengono<br />

nel ritenere che questa canzone sarebbe stata scritta improvvisando una scherzosa<br />

risposta nei riguardi di una avvenente signorina e in ogni caso tutte convergono<br />

sul carattere estemporaneo del componimento.<br />

Secondo questo filone, la piedigrotta canora rappresenta lo scenario di questa produzione non solo<br />

legata alla tr<strong>ad</strong>izione ma anche all'esperienza della canzone di str<strong>ad</strong>a che pure ha avuto un largo<br />

successo a Napoli, offrendo anche la possibilità di mostrare l'articolazione territoriale economica<br />

della città. Un aspetto quest'ultimo che si evidenzia a partire dal 1880, anno di Funiculì Funiculà ,<br />

la notissima canzone di Turco e Denza per pubblicizzare la nuova funicolare che portava al<br />

Vesuvio, inaugurata il 6 maggio 1880 e che, presentata alla Piedigrotta di quell'anno, indica la<br />

seconda data con la quale alcuni ritengono che sia il battesimo della canzone napoletana.<br />

Aissera, Nannine me ne sagliette<br />

tu saie <strong>ad</strong>do?<br />

Addo sto core ngrato chiu dispiette<br />

Farme non pò<br />

Addo llo fuoco coce, ma si fuie<br />

Te lassa sta<br />

E nun te corre appriesso, non te stregne<br />

4

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