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asciugamano.<br />
«Com'è andata oggi, Ollie?»<br />
«Bene, Richie. Bene, Jimmy.»<br />
Poi nelle docce ad ascoltare quante volte Tizio le aveva date a Caio<br />
l'ultimo sabato sera. «Sai, le abbiamo suonate a quei porci di Mount<br />
Ida...!» E avevo il privilegio di disporre di un luogo di meditazione<br />
privato. Avevo la fortuna di un ginocchio malandato (sì, fortuna: avete<br />
visto la mia cartella medica all'ufficio leva?), perciò, dopo aver giocato,<br />
dovevo sottopormi a un massaggio idroterapico. Mentre sedevo e<br />
osservavo i movimenti dell'acqua intorno al mio ginocchio, potevo fare<br />
l'inventario di tutti i tagli e le ammaccature (in un certo senso mi rendono<br />
orgoglioso) e pensare a qualsiasi cosa o a niente. Quella sera potevo<br />
pensare a un gol, a un passaggio e virtualmente alla conquista del mio<br />
terzo consecutivo All-Ivy.<br />
«Stai facendo il solito bagnetto, Ollie?»<br />
Era Jackie Felt, il nostro massaggiatore che si autodefiniva nostra guida<br />
spirituale.<br />
«Cosa credi, che stia qui a guardarmi l'uccello?»<br />
Jackie ridacchiò, quindi la sua faccia s'illuminò di un sorriso idiota. «Sai<br />
che cos'ha il tuo ginocchio, Ollie? Vuoi saperlo?»<br />
M'avevano visitato gli ortopedici di mezza America, ma Felt era<br />
convinto di saperne di più.<br />
«Alimentazione sbagliata.»<br />
La cosa non m'interessava molto.<br />
«Non mangi abbastanza sale.»<br />
Forse se gli dò corda si toglie dai piedi.<br />
«Va bene, Jack. Mangerò più sale.»<br />
Dio, com'era felice! Si allontanò, il cretino, con l'espressione soddisfatta<br />
di chi ha compiuto una missione. Finalmente ero di nuovo solo. Lasciai<br />
scivolare nel vortice tutto il corpo piacevolmente indolenzito, chiusi gli<br />
occhi e rimasi così, immerso fino al collo nel calore. Ahhhhhhh.<br />
Cristo! Jenny doveva esser fuori ad aspettarmi. Per lo meno, speravo!<br />
Oh Dio! Per quanto tempo ero rimasto, lì a crogiolarmi mentre lei era fuori<br />
nel freddo di Cambridge? Mi vestii a tempo di record e quando aprii la<br />
porta centrale di Dillon non ero ancora completamente asciutto.<br />
L'aria fredda mi investì. Per Dio, faceva un freddo cane. Ed era buio.<br />
C'era ancora un gruppetto di tifosi, quasi tutti vecchi fedelissimi di hockey,<br />
i laureati che mentalmente non si erano mai tolti le imbottiture. Tipi come<br />
il vecchio Jordan Jencks, che assistono a tutte le partite, in casa e fuori.