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Natura Nascosta n° 31 - Il museo paleontologico

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veda TARLAO et al., 1993), ma non si può escludere del tutto che si tratti di brecce<br />

“liburniche”, con Keramosphaerina rimaneggiate.<br />

L’andamento del livello a Keramosphaerina nell’area del Carso è<br />

schematizzato in figura 1; tale orizzonte è stratigraficamente posto nella parte<br />

superiore dei Calcari di Aurisina. Questo toponimo, oltre a rappresentare la località<br />

tipo di Keramosphaerina tergestina (STACHE, 1889), costituisce anche la zona<br />

classica di affioramento e studio dell’omonima unità litostratigrafica (cf. STACHE,<br />

1920; D’AMBROSI, 1960, FORTI & TOMMASINI, 1967, BIGNOT, 1973; COUSIN, 1981;<br />

TENTOR et al., 1994; VENTURINI & TUNIS, 2002), anche in considerazione della<br />

disponibilità di esposizioni dovute all’intensa attività estrattiva dei cosiddetti<br />

“calcari a rudiste”. <strong>Il</strong> limite inferiore di tale unità coincide con l’evento trasgressivo<br />

del passaggio Cenomaniano-Turoniano, che ha determinato il momentaneo<br />

annegamento della piattaforma carbonatica nell’area dell’attuale Carso. <strong>Il</strong><br />

passaggio alle sovrastanti facies “liburniche” è legato ad un importante evento<br />

regressivo che ha originato un’ampia lacuna, che comprende buona parte del<br />

Campaniano ed è spesso marcata da un livello di breccia.<br />

Età del bioevento a Keramosphaerina tergestina<br />

Un dato interessante sull’età del livello a Keramosphaerina tergestina è<br />

emerso dallo studio della successione tardo-cretacica del Carso sloveno, una<br />

dozzina di chilometri a nord-est di Prosecco (Trieste). Presso Dobravlje (Fig. 1), al<br />

di sopra dell’orizzonte a Keramosphaerina (Fig. 2) affiorano calcari selciferi<br />

(Tomaj limestone) con ammoniti, resti di pesci e di piante (JURKOVŠEK et al., 1996).<br />

Le ammoniti sono state tentativamente riferite al gruppo “milleri-bidorsatum” del<br />

genere Placenticeras (SUMMESBERGER et al., 1996). Le forme di questo gruppo<br />

sarebbero indicative del Campaniano inferiore (SUMMESBERGER et al., 1996, p. 6).<br />

Ammoniti sono state segnalate anche in un olistolite di età senoniana<br />

all’interno del “megastrato di Vernasso”, presso Vernasso (Udine), nelle Prealpi<br />

Giulie sud-orientali (si veda, ad esempio, TOMMASI, 1891; alcune ammoniti di<br />

Vernasso sono depositate al Museo di Storia <strong>Natura</strong>le di Udine, al Museo<br />

Paleontologico Cittadino di Monfalcone e presso l’Associazione <strong>Natura</strong>listica<br />

Friulana di Tarcento, Dalla Vecchia, com. pers.). Tali ammoniti, attribuite al genere<br />

Buchiceras (TOMMASI, 1891), in realtà sono analoghe a quelle raffigurate da<br />

SUMMESBERGER et al. (1996). Sia a Dobravlje che a Vernasso sono presenti, oltre ai<br />

cefalopodi suindicati, anche resti di vegetali terrestri e di pesci (DALLA VECCHIA,<br />

2003, cum biblio), ma sussitono comunque differenze tra le associazioni<br />

faunistiche: a Vernasso i resti di pesci sono decisamente rari, mentre risultano<br />

relativamente frequenti i gasteropodi (tra cui Aporrhaidae) ed i bivalvi (tra cui<br />

Pholadomya ed Inoceramus). Va ricordato inoltre che, mentre a Vernasso<br />

l’olistolite ha un aspetto massivo, il Tomaj limestone è spesso sottilmente<br />

stratificato. Analisi del nannoplancton dell’olistolite di Vernasso suggerisce un’età<br />

senoniana inferiore, sulla base della presenza di Micula spp. e dell’assenza di<br />

forme tipiche del Campaniano (GOMEZ et al., 2002; DALLA VECCHIA, 2003).<br />

Precedentemente alla colossale frana infra-eocenica che ha dato origine al<br />

“megastrato di Vernasso”, le facies dell’olistolite si sono deposte in prossimità del<br />

margine nord-orientale della Piattaforma Friulana, in posizione paleogeografia<br />

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