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Natura Nascosta n° 31 - Il museo paleontologico

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analoga a quella dei calcari di Dobravlie. La posizione paleogeografica e le sia pur<br />

parziali affinità faunistico-floristiche dei calcari dei due siti potrebbero far pensare<br />

ad una genesi legata ad un medesimo evento, verificatosi in prossimità del limite<br />

Santoniano-Campaniano, al culmine del ciclo trasgressivo iniziato con la<br />

deposizione delle facies a Keramosphaerina. Una verifica delle associazioni a<br />

nannoplancton dell’orizzonte con ammoniti di Dobravlje potrà eventualmente<br />

confermare o smentire questa ipotesi, o quantomeno potrà contribuire alla<br />

calibrazione biostratigrafica della successione del Carso. Altre rare ammoniti sono<br />

state segnalate nei cosiddetti “scisti di Comeno” del Carso sloveno (CALLIGARIS,<br />

1994). Gli “scisti di Comeno”, di età cenomaniana nella località omonima,<br />

sembrano quindi rappresentare un’ulteriore opportunità per una calibrazione ad<br />

ammoniti della successione del Carso, ma a questa facies sono stati talora attribuiti<br />

nel passato depositi di varia età, e non è del tutto da escludere che alcune delle<br />

ammoniti segnalate (e forse anche qualche vertebrato) provengano dall’orizzonte<br />

senoniano di Tomaj-Dobravlje.<br />

In questo quadro, la serie di Dobravlje può rappresentare un significativo<br />

aggancio cronostratigrafico tra le serie di piattaforma e le successioni bacinali; in<br />

questa successione il livello ad ammoniti è infatti posizionato alcune decine di<br />

metri sopra l’orizzonte a Keramosphaerina (e a Murgella lata; cf.. JURKOVŠEK et<br />

al., 1996) e una cinquantina di metri sotto l’orizzonte a Calveziconus lecalvezae; si<br />

tratta quindi di una serie di riferimento particolarmente importante e completa per<br />

il Santoniano-Campaniano del Carso, e non solo. Infatti, la presenza di Murgella<br />

lata è un ulteriore significativo dato cronobiostratigrafico, in quanto tale forma è<br />

normalmente ritenuta di età santoniana o tardo-santoniana (si veda, ad esempio,<br />

CAVIN et al., 2000, che trattano proprio i calcari a pesci del Carso sloveno). Inoltre,<br />

Calveziconus lecalvezae è attribuito al Campaniano inferiore (CESTARI & SARTORIO,<br />

1995, cum biblio); la successione della località-tipo di Calveziconuus lecalvezae<br />

(CAUS & CORNELLA, 1981), situata nei Pirenei meridionali, consente controlli<br />

biostratigrafici mediante faune e flore planctoniche e correlazioni tra piattaforma e<br />

bacino ben più validi di quelli praticabili nell’area del margine settentrionale della<br />

Piattaforma Friulana.<br />

In Carso risultano assenti le associazioni caratterizzate dal foraminifero<br />

Raadshoovenia salentina, oltre che da rudiste quali Joufia reticulata. Nella penisola<br />

salentina (Puglia) al di sopra dei livelli a Raadshoovenia e Joufia riferiti da CESTARI<br />

& SARTORIO (1995) al Campaniano “medio”-superiore, è stato individuato un<br />

orizzonte ad ammoniti (con Nostoceras e Solenoceras), di età Campaniano<br />

superiore (GIUDICI & PALLINI, 1993). Ciò conferma la posizione stratigrafica di<br />

Raadshoovenia salentina e l’ipotesi di una lacuna molto ampia nei depositi<br />

senoniani del Carso sloveno, comprendente, oltre a parte del Maastrichtiano, il<br />

Campaniano superiore e verosimilmente buona parte del Campaniano “medio”. Nel<br />

Carso italiano, la lacuna è ancora più ampia, in quanto è assente anche il bioorizzonte<br />

a Calveziconus lecalvezae.<br />

Infine, di particolare importanza risulta la calibrazione ad isotopi stabili dello<br />

stronzio di alcuni bioeventi senoniani (CESTARI, 2002; Fig. 3): l’elevata pendenza<br />

della curva isotopica nel tratto relativo al Santoniano-Campaniano ha consentito di<br />

riferire al Santoniano superiore il bio-orizzonte a Keramosphaerina tergestina<br />

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