MAPPE PARASSITOLOGICHE 14 - Regione Campania
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5 Blastocystis hominis<br />
Chilomastix mesnili<br />
6<br />
Il parassita - Blastocystis hominis è un protozoo incertae<br />
sedis dal punto di vista tassonomico, a diffusione cosmopolita,<br />
di norma commensale nell’intestino dell’uomo. A<br />
livello molecolare sono stati identificati diversi ceppi differenziabili<br />
per le potenzialità patogene e la resistenza ai<br />
farmaci. B. hominis è un organismo altamente polimorfo e<br />
si presenta in 4 diverse forme biologiche: vacuolare, granulare,<br />
ameboide e cistica. La forma vacuolare è sferica, con<br />
diametro di 4-15 µm e con un grosso vacuolo centrale. La<br />
forma granulare si differenzia dalla vacuolare per la presenza<br />
di numerose granulazioni citoplasmatiche. La forma<br />
ameboide è ovalare, di 4-15 µm, con 1 o 2 larghi pseudopodi.<br />
La forma cistica è sferica o ovoidale, di 8-30 µm<br />
di diametro, con citoplasma disposto “a corona” intorno al<br />
grosso vacuolo, 1-2 nuclei e numerosi granuli rifrangenti.<br />
Elementi di disseminazione AE - Cisti e, più raramente, le<br />
altre forme precedentemente descritte.<br />
Ospiti e localizzazione - Apparato digerente (normalmente<br />
colon) dell’uomo e di molti animali quali scimmie, suini,<br />
uccelli, roditori e invertebrati. Nei soggetti immunodepressi<br />
sono segnalate anche localizzazioni extraintestinali (peritoneo,<br />
uretra).<br />
Infezione - Ingestione di cisti con acqua o alimenti contaminati.<br />
Ciclo biologico - Diretto. A seguito della ingestione delle<br />
cisti, il parassita si localizza a livello del colon dove si moltiplica.<br />
Le forme vacuolari che ne derivano danno origine<br />
a loro volta a forme multivacuolari ed a forme ameboidi.<br />
Le forme multivacuolari si sviluppano in pre-cisti da cui<br />
originano le cisti “a parete sottile”, ritenute responsabili di<br />
forme di autoinfezione. Le forme ameboidi danno invece<br />
origine a pre-cisti da cui, per schizogonia, originano cisti<br />
“a parete spessa” che vengono eliminate con le feci e sono<br />
immediatamente infettanti.<br />
Sintomatologia - L’infezione può decorrere in maniera asintomatica<br />
o provocare diarrea, dolori addominali, prurito<br />
anale, meteorismo. Negli immunocompromessi l’infezione<br />
può manifestarsi in forma grave e recidivante, con artrite,<br />
peritonite ed uretrite.<br />
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica non è indicativa.<br />
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici per la<br />
messa in evidenza delle cisti.<br />
Terapia - Metronidazolo; in caso di resistenza al farmaco<br />
(frequente), è consigliata la somministrazione per alcuni<br />
giorni di cotrimossazolo (combinazione di trimetroprim e<br />
sulfametossazolo).<br />
Profilassi - Si basa sull’applicazione di regole igieniche personali<br />
ed alimentari.Blastocystis<br />
b<br />
Fig. 5.1 - Esemplari di Blastocystis homins: (a) esame a fresco,<br />
(b) colorazione di Giemsa.<br />
a<br />
Il parassita - Chilomastix mesnili è un protozoo intestinale<br />
flagellato, a diffusione cosmopolita, considerato per<br />
lo più apatogeno e di norma commensale nell’intestino<br />
dell’uomo. Presenta una forma vegetativa (trofozoite) ed<br />
una forma cistica di resistenza. Il trofozoite è piriforme,<br />
di <strong>14</strong>-20 x 5-6 µm, dotato di un singolo nucleo, estremamente<br />
mobile, con tre flagelli liberi anteriori e uno<br />
corto, posteriore, all’interno di una depressione. La cisti,<br />
anch’essa piriforme, misura 6-10 x 5-7 µm, presenta un<br />
singolo nucleo (in posizione laterale) e una protuberanza<br />
mammellonata nella parte anteriore che conferisce un<br />
aspetto “a limone”.<br />
Elementi di disseminazione AE - Cisti e, più raramente,<br />
trofozoiti.<br />
Ospiti e localizzazione - Cieco e colon di uomo, altri<br />
primati e suino.<br />
Infezione - Ingestione di cisti presenti nell’acqua o negli<br />
alimenti contaminati.<br />
Ciclo biologico - Diretto. Le cisti, una volta ingerite<br />
dall’ospite, raggiungono l’intestino dove si aprono e liberano<br />
i trofozoiti che si moltiplicano. Prima di essere<br />
eliminati nell’ambiente esterno con le feci dell’ospite,<br />
gran parte dei trofozoiti si circondano della parete e si<br />
trasformano in cisti infettanti.<br />
Sintomatologia - Generalmente considerato poco patogeno.<br />
Nei casi di infezioni con elevate cariche parassitarie,<br />
possono verificarsi casi di disordini intestinali con<br />
diarrea.<br />
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica non è indicativa.<br />
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici per<br />
la messa in evidenza dei trofozoiti e/o delle cisti. E’ importante<br />
la diagnosi differenziale con altri protozoi intestinali<br />
patogeni per l’uomo.<br />
Terapia - Non riportata.<br />
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Profilassi - Attento controllo delle acque potabili, opportuno<br />
smaltimento dei rifiuti solidi ed adeguata igiene<br />
personale.<br />
c<br />
Fig. 6.1 - Chilomastix mesnili: (a) rappresentazione schematica,<br />
(b) trofozoite (esame a fresco), (c) trofozoite (colorazione<br />
di Giemsa).<br />
a<br />
b