MAPPE PARASSITOLOGICHE 14 - Regione Campania
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13 Entamoeba Enteromonas hominis<br />
<strong>14</strong><br />
Il parassita - Il genere Entamoeba (dal greco éndon: dentro<br />
e amoibè: qualcosa che muta forma) comprende protozoi<br />
a diffusione cosmopolita, parassiti dell’apparato digerente<br />
(E. coli, E. dispar, E. hartmanni, E. histolytica, E.<br />
moshkovskii ed E. polecki) e del cavo orale (E. gingivalis)<br />
principalmente dell’uomo. Il protozoo presenta una forma<br />
vegetativa (trofozoite) ed una forma cistica di resistenza<br />
(E. gingivalis non forma cisti). Il trofozoite, da 7-30 a 15-<br />
50 µm di diametro a seconda della specie, è caratterizzato<br />
da movimenti rapidi mediante l’emissione di pseudopodi<br />
unidirezionali ed è dotato di un numero diverso di nuclei a<br />
seconda della specie. La cisti è rotondeggiante o ovalare, di<br />
10-35 µm di diametro, con parete spessa e, quando matura,<br />
è dotata di un numero di nuclei diverso a seconda della specie:<br />
1 per E. polecki, da 1-2 (immatura) a 4 (matura) per E.<br />
histolytica/E. dispar/E. moshkovskii, 4 per E. hartmanni<br />
ed 8 o più per E. coli.<br />
Elementi di disseminazione AE - Cisti e trofozoiti.<br />
Ospiti e localizzazione - L’uomo è l’ospite di elezione per<br />
quasi tutte le specie, anche se alcune prevedono un serbatoio<br />
animale. La localizzazione è l’intestino crasso per tutte<br />
le specie, tranne per E. gingivalis che si localizza nel cavo<br />
orale.<br />
Infezione - Ingestione di cisti presenti con acqua o alimenti<br />
contaminati. E. gingivalis è trasmessa per via inter-umana<br />
diretta.<br />
Ciclo biologico - Diretto. La cisti, quando ingerita, per<br />
azione dei succhi gastrici, libera un’amebula che va incontro<br />
a moltiplicazione per scissione binaria. I trofozoiti colonizzano<br />
l’intestino e rimangono attivi fino a che l’ambiente<br />
è favorevole. Nel retto, in seguito ai mutamenti del microambiente,<br />
si sviluppa la forma cistica che viene poi escreta<br />
con le feci ed è immediatamente infettante.<br />
Sintomatologia - Quasi tutte le amebe che parassitano l’uomo<br />
sono relativamente poco patogene, pertanto l’infezione<br />
può risultare asintomatica o provocare diarrea, dolori addominali,<br />
flatulenza, nausea. Solo E. histolytica è in grado<br />
di indurre una patologia molto grave, talvolta rapidamente<br />
mortale (in 24 ore) nei bambini. I trofozoiti di questa specie<br />
si localizzano nelle pareti dell’intestino provocando ulcerazioni<br />
con dissenteria caratterizzata dalla presenza di<br />
muco e sangue nelle feci. I trofozoiti si possono infiltrare<br />
profondamente nella parete intestinale con invasione della<br />
cavità peritoneale dando luogo alla amebosi extraintestinale.<br />
Questo fenomeno può portare al coinvolgimento di altri<br />
organi (fegato, polmone, cervello) nei quali si formerà un<br />
ascesso purulento.<br />
Diagnosi clinica - In genere, la sintomatologia clinica non<br />
è indicativa.<br />
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici per la<br />
messa in evidenza delle cisti e/o dei trofozoiti. E’ importante<br />
sottolineare che E. histolytica, E. dispar ed E. moshkovskii<br />
(queste ultime due non invasive e meno patogene)<br />
sono morfologicamente indistinguibili e pertanto sono<br />
indispensabili analisi molecolari per la diagnosi di specie.<br />
Disponibili test immunologici.<br />
Terapia - Metronidazolo seguito, in caso di amebosi acuta,<br />
da iodochinolo.<br />
Profilassi - Applicazione di adeguate misure igienico-sanitarie,<br />
come ad esempio riduzione della fecalizzazione ambientale,<br />
clorazione e filtrazione delle acque, evitare il consumo<br />
di verdure crude mal lavate, lavarsi le mani.<br />
Il parassita - Enteromonas hominis (dal greco énteron: intestino<br />
e mónas: monade) è un protozoo intestinale flagellato,<br />
a diffusione cosmopolita, considerato per lo più apatogeno<br />
e di norma commensale nell’intestino dell’uomo.<br />
Presenta una forma vegetativa (trofozoite) ed una forma<br />
cistica di resistenza. Il trofozoite è arrotondato, di 5-8 x 6-7<br />
µm, con tre flagelli anteriori ed uno posteriore e dotato di<br />
un singolo nucleo. La cisti, ellissoidale, misura 6-8 x 5-6<br />
µm, con parete spessa e liscia e presenta da 1 a 4 nuclei<br />
(solitamente è binucleata con i 2 nuclei ai poli).<br />
Elementi di disseminazione AE - Cisti e, più raramente,<br />
trofozoiti.<br />
Ospiti e localizzazione - Cieco e colon di uomo, altri primati<br />
e roditori.<br />
Fig. 13.1 - Entamoeba coli. Fig. 13.2 - Entamoeba coli: (a) trofozoite, (b) cisti.<br />
26 27<br />
a<br />
b<br />
Infezione - Ingestione di cisti con acqua o alimenti contaminati.<br />
Ciclo biologico - Diretto. Le cisti, una volta ingerite dall’ospite,<br />
raggiungono l’intestino, dove si aprono e liberano<br />
i trofozoiti che si moltiplicano. Prima di essere eliminati<br />
nell’ambiente esterno con le feci dell’ospite, gran parte dei<br />
trofozoiti si circondano di una parete e si trasformano in<br />
cisti infettanti.<br />
Sintomatologia - Solitamente il protozoo è considerato<br />
apatogeno.<br />
Diagnosi clinica - La sintomatologia clinica non è indicativa.<br />
Diagnosi di laboratorio - Esami copromicroscopici per la<br />
messa in evidenza dei trofozoiti e/o delle cisti. E’ importante<br />
la diagnosi differenziale con altri protozoi intestinali<br />
patogeni per l’uomo.<br />
Terapia - Anche se considerato apatogeno, la presenza di<br />
questo parassita va refertata e il clinico valuterà, in base<br />
alle condizioni cliniche del paziente, il trattamento più opportuno.<br />
Profilassi - Si basa sull’applicazione di regole igieniche personali<br />
ed alimentari. Il riscontro di questi protozoi in acque<br />
superficiali e su vegetali crudi è indice di contaminazione<br />
fecale.<br />
a<br />
Fig. <strong>14</strong>.1 - Enteromonas hominis: (a) trofozoite, (b) cisti.<br />
b