Usi e costumi abruzzesi - Centrostudirpinia.it
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88 LA FESTA D] SAN GIOVANNI.<br />
di zucche o di cipolle e con tamburelli. Si vis<strong>it</strong>a<br />
la Madonna dell' Incoronata. Ed ecco che comincia<br />
a farsi giorno. Le compagnie si ravviano incoronate<br />
di v<strong>it</strong>albe o di altre erbe e fiori. Si crede sia questo<br />
un preservativo contro il mal di capo. Le corone<br />
se le tolgono allo spuntar del sole. Allora i curiosi,<br />
ma i più poltroni, vanno incontro al reduce e lieto<br />
pellegrinaggio. Sguardi amorosi e sorrisi e saluti<br />
amichevoli. È una vera festa,<br />
Le fanciulle, a casa, liquefanno piombo nelle pa-<br />
lette da fuoco e lo versano in bacini d' acqua ; e<br />
poi dalla forma che prende, traggono pronostici<br />
nuziali, così come in altri luoghi d'Italia.' Simile<br />
a un uso bolognese è questo ancora delle nostre<br />
giovinette. 2<br />
In mezzo a una camera oscura esse<br />
mettono tre piatti : uno con fior di farina, uno con<br />
farina semplice e uno con crusca. Entra la giovane<br />
che vuol mettersi alla prova, e afferra uno dei<br />
piatti. Ci siamo dunque all' oroscopo : buon matri-<br />
monio, se fior di farina; mediocre, se farina sem-<br />
plice ; disgraziato, se crusca. C è chi ripete la<br />
prova, anche segretamente, fino a che non ne ri-<br />
mane contenta. — Care illusioni !<br />
De Gubernatis, <strong>Usi</strong> nuziali, pag. 32 e 36.<br />
Ivi, pag. 3-2.<br />
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