Volo dell'anima - La Marga

E lì, in una piccolissima mota di Luce, nel mare
infinito di Luce, voi navigate, come su un guscio di noce. E il
mare è immenso e romba e fluisce e le onde risuonano
immense e voi, piccola nave, guscio di noce, navigate
nell’immenso, immensissimo mare di morbida Luce, che è
come un mare della Terra, non è acqua, ma perché tu capisca, e
lì, guscio di noce, abitacolo infimo e misero nell’infinito
splendore, voi dominate.
Dall’alto del piccolo guscio di noce, dominate,
gridate. E la vostra voce si perde. È muta nell’immenso
frastuono morbido, infinito, dolcissimo. E come minuscole
formiche armate di spade e di lance, dite al vostro equipaggio
dove andare senza sapere la rotta. Dove dirigere il volo, senza
rotta. Dove approdare, senza rotta. Dove gettare l’ancora, la
vostra minuscola ancora, senza avere la riva dove approdare.
Dì, dove approdare? Il mare è immenso e la
noce può scomparire nel nulla, assorbita da tanta Luce. Dove
approdare, dì, dove approdare, se non si vedono le sponde?
Dove approdare, se non ci sono porti o canali d’entrata? Dove
approdare, se la notte incombe serena e non permette l’errore?
Dove approdare, se non nelle braccia di Dio che è lì, che è
mare e Luce, sostanza e presenza?
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