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il reperto archeologico, dallo scavo all'esposizione - PortaleRagazzi.it

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14<br />

Fig. 11 - I diversi opera ed<strong>il</strong>izi romani: dall'alto in basso e da sinstra a destra:<br />

opus quadratum, incertum, quasi reticulatum, reticulatum, mixtum e v<strong>it</strong>tatum.<br />

Il <strong>reperto</strong> <strong>archeologico</strong>, <strong>dallo</strong> <strong>scavo</strong> <strong>all'esposizione</strong><br />

l’età media in cui si accedeva a<br />

tale carica m<strong>il</strong><strong>it</strong>are, si può collocare<br />

la nasc<strong>it</strong>a di Léagros nel 525<br />

circa e quindi la sua efebìa intorno<br />

al 510-505, anni nei quali avrà<br />

quindi operato l’omonimo p<strong>it</strong>tore<br />

(Dia 31).<br />

Altro esempio è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dai<br />

reperti rinvenuti nel tumulo di<br />

Maratona, che vanno evidentemente<br />

datati dopo <strong>il</strong> 490 a.C., anno<br />

in cui ebbe luogo la celebre battaglia<br />

contro i Persiani e in cui morirono<br />

i centonovantaquattro<br />

Ateniesi per i quali si edificò la<br />

tomba collettiva.<br />

In segu<strong>it</strong>o alle distruzioni operate<br />

dai Persiani sull’Acropoli di<br />

Atene nel 480-79, gli Ateniesi<br />

accumularono i sacri resti<br />

arch<strong>it</strong>ettonici e scultorei nelle trincee<br />

delle fortificazioni di<br />

Temìstocle (nel 478) e di Cimone<br />

(nel 467 a.C.): si tratta della cosiddetta<br />

‘colmata persiana’, un<br />

depos<strong>it</strong>o di materiali indispensab<strong>il</strong>e per la datazione della scultura arcaica, in quanto di esso facevano<br />

parte, in larga misura, statue e r<strong>il</strong>ievi di pietra che andranno rifer<strong>it</strong>i, evidentemente, a prima del 478 o<br />

del 467 a.C (fig. 10).<br />

Ancora: la ‘purificazione’ di Delos del 426 a.C. comportò la rimozione di tutti i corredi tombali<br />

dell’isola e <strong>il</strong> loro trasferimento nella vicina isoletta di Rhéneia, dove furono sistemati in una grande<br />

tomba comune. Questa è una tipica datazione archeologica ante quem (‘prima di cui’), in quanto i reperti<br />

trovati a Rhéneia sono evidentemente più antichi dell’anno 426. Quando invece i reperti sono più recenti<br />

dell’anno che serve a datarli si parla di datazione post quem (‘dopo di cui’: è tipico l’esempio dell’anno<br />

di fondazione delle Panatenee, <strong>il</strong> 566 a.C., dopo <strong>il</strong> quale si trovano le anfore panatenaiche).<br />

Dal 409-408 (st<strong>il</strong>e del Tesoriere del Partenone) al 295-94 a.C. (r<strong>il</strong>ievo onorario di Heròdotos) si<br />

può individuare lo sv<strong>il</strong>uppo artistico ateniese attraverso i r<strong>il</strong>ievi delle stele datate.<br />

Per l’età romana risulta ut<strong>il</strong>e anche lo studio delle diverse tecniche di muratura (opus caementicium,<br />

incertum, reticulatum, ecc., fig. 11), che iniziano ad essere ut<strong>il</strong>izzate in epoche storicamente determinate<br />

e che, perciò, sono in grado di fornire un termine di riferimento cronologico piuttosto preciso (Dia<br />

32). Con l’inizio dell’uso dei mattoni (testacea structura, I sec. a.C.), si può calcolare approssimativamente<br />

la data di un edificio, calcolando lo spessore dei laterizi e la relativa quant<strong>it</strong>à e qual<strong>it</strong>à della malta<br />

che li connette, elementi che variano con <strong>il</strong> variare delle epoche storiche.<br />

Assai più ut<strong>il</strong>e risulta però l’eventuale presenza di bolli di fabbrica sul materiale laterizio: essi<br />

recano <strong>il</strong> nome dell’officinatore o del proprietario delle figline e, nel II sec. d.C., la data consolare, che<br />

permette una chiara datazione assoluta. Anche dove manca la data consolare, <strong>il</strong> bollo laterizio permette<br />

di arguire dati cronologici, sia in base a cr<strong>it</strong>eri paleografici, sia per la forma stessa dei bolli, che si<br />

modifica con i secoli (fig. 12).

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