il reperto archeologico, dallo scavo all'esposizione - PortaleRagazzi.it
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Fig.2 - Anfora attica a figure rosse. Würzburg, Martin-von-<br />
Wagner-Museum 507. P<strong>it</strong>tore di Kleophràdes. 500.<br />
Il c<strong>it</strong>tadino in armi<br />
L’extispicio<br />
La tecnica dell’extispicio, ignota ai<br />
poemi omerici, fu probab<strong>il</strong>mente introdotta<br />
in Grecia dall’Oriente nel VII secolo<br />
e conobbe grande diffusione anche in<br />
Etruria. Fonti letterarie attestano <strong>il</strong> ricorso<br />
alla ieroscopia come procedura corrente<br />
fra i comandanti di spedizioni m<strong>il</strong><strong>it</strong>ari<br />
desiderosi di conoscere l’es<strong>it</strong>o dell’impresa<br />
cui si accingevano, che si servivano<br />
di un veggente per l’interpretazione dei<br />
segni. Secondo alcuni studiosi la particolar<strong>it</strong>à<br />
e la difficoltà interpretativa di immagini<br />
di divinazione come quella sulla<br />
nostra anfora inv. 3856 (sala III, vetr. 5 in<br />
a. al c.) (Dia 35) in cui un opl<strong>it</strong>a esamina<br />
i visceri di una v<strong>it</strong>tima sacrificale, che gli<br />
viene presentata da un giovane schiavo fra<br />
un vecchio canuto appoggiato a uno scet-<br />
tro e una figura femmin<strong>il</strong>e, o su un esemplare a figure rosse conservato a Würzburg (fig.2), è data dal<br />
fatto che la lettura dei visceri non viene esegu<strong>it</strong>a da un veggente di professione, per conto di tutto<br />
l’eserc<strong>it</strong>o e sul campo di battaglia, bensì da un singolo opl<strong>it</strong>a al momento del distacco dai famigliari:<br />
appare poco verosim<strong>il</strong>e che tutti gli opl<strong>it</strong>i disponessero delle cognizioni necessarie per compiere<br />
correttamente l’esame dei visceri. Ci si potrebbe chiedere pertanto se immagini di epatoscopia come la<br />
nostra esprimano l’aspirazione da parte del singolo c<strong>it</strong>tadino-opl<strong>it</strong>a a un’interrogazione personale<br />
riguardo al futuro - o all’opportun<strong>it</strong>à del momento per affrontare la partenza - o se invece pongano in<br />
risalto <strong>il</strong> significato, valido per <strong>il</strong> singolo, di un’interpretazione dei segni cui nella realtà si procedeva<br />
in funzione di tutto l’eserc<strong>it</strong>o.<br />
La libagione<br />
Un aspetto r<strong>it</strong>uale documentato di rado nella tecnica a figure nere, ma ricorrente nella tecnica a<br />
figure rosse è quello della libagione. Su un frammento di hydrìa (inv.151235, sala IV, vetr. 6 in b. al c.)<br />
(Dia 36) un anziano personaggio regge lo scudo poggiato a terra di un guerriero, che stringe a sua volta<br />
due lance. La metà d. dell’immagine è occupata da una figura femmin<strong>il</strong>e che versa del vino nella phiàle<br />
protesa di un guerriero, seduto sopra un blocco quadrangolare con l’elmo sollevato sopra la fronte e lo<br />
scudo poggiato a terra. Costui tiene la coppa inclinata, spagliando a terra una parte del liquido e<br />
compiendo con la sin. un gesto di preghiera.<br />
Un’atmosfera che evoca l’amb<strong>it</strong>o della famiglia caratterizza altresì le raffigurazioni sui lati esterni<br />
di una coppa d’età classica (inv.151534 [PD 372], sala IX, vetr. 3 in a.). Sul lato A una figura femmin<strong>il</strong>e<br />
regge l’elmo e lo scudo di un giovane guerriero appoggiato a un’asta, che volge <strong>il</strong> capo verso un’altra<br />
donna, intenta a versare del vino in una phiàle. Un personaggio barbato assiste alla libagione,<br />
appoggiato a uno scettro. Quest’ultima figura si ripete sul lato opposto, in cui non troviamo invece la<br />
donna che regge le armi; l’altra figura femmin<strong>il</strong>e protende la phiàle verso un giovane, che in questo caso<br />
sta accanto al suo cavallo.