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vita speciale - Giuseppini del Murialdo

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UNA PREGHIERA DALLA NOSTRA VITA<br />

“MANE NOBISCUM<br />

DOMINE”<br />

Come i due discepoli <strong>del</strong> Vangelo,<br />

ti imploriamo, Signore<br />

Gesù: rimani con noi!<br />

Tu, divino Viandante, esperto <strong>del</strong>le<br />

nostre strade e conoscitore <strong>del</strong> nostro<br />

cuore, non lasciarci prigionieri<br />

<strong>del</strong>le ombre <strong>del</strong>la sera.<br />

Sostienici nella stanchezza, perdona i<br />

nostri peccati, orienta i nostri passi<br />

sulla via <strong>del</strong> bene.<br />

Benedici i bambini, i giovani, gli anziani,<br />

le famiglie, in particolare i<br />

malati.<br />

Benedici i sacerdoti e le<br />

persone consacrate.<br />

Benedici tutta l’umanità.<br />

Nell’Eucaristia ti sei fatto<br />

“farmaco d’immortalità”: dacci il gusto<br />

di una <strong>vita</strong> piena,<br />

che ci faccia camminare su questa<br />

terra<br />

come pellegrini fiduciosi e gioiosi, guardando<br />

sempre al traguardo <strong>del</strong>la <strong>vita</strong> che<br />

non ha fine. Rimani con noi, Signore! Rimani<br />

con noi! Amen.<br />

(MND)<br />

Bambini<br />

<strong>del</strong>la<br />

Guinea<br />

Bissau e<br />

giuseppini<br />

e giovani<br />

a Buenos<br />

Aires<br />

“Un giorno ero in Brasile per adottare Sergio<br />

(mio fratello)...”<br />

Così inizia un temino fatto da Andrea, 10 anni. Mi<br />

piace rivedere l’adozione dal punto di vista dei<br />

bimbi già presenti. La nascita di un figlio per adozione, coinvolge l’intera famiglia in modo<br />

più profondo che in una nascita “normale”. All’epoca <strong>del</strong>la nostra domanda al Tribunale dei<br />

Minori, Alice ed Andrea avevano 6 e 4 anni. Siamo finiti in Brasile, a Bahia. È andata bene.<br />

Salvador de Bahia è una città splendida, sul mare. Per i bimbi è stata una vacanza, durante<br />

la quale conoscere il nuovo fratello e inserirlo nella loro famiglia. Sì, perché il lavoro è<br />

stato tutto loro ( nel frattempo avevano 8 e 6 anni, mentre Sergio circa 1 e mezzo). Hanno<br />

fatto da mediatori col nostro nuovo figlio, spaventato e disorientato da gente strana che parlava<br />

una lingua a lui sconosciuta. Loro, tranquilli e sereni, gli hanno ceduto piano piano quella<br />

tranquillità e serenità. Certo, Sergio era molto piccolo e già allora evidenziava la sua bontà<br />

di carattere, pur essendo un bimbo molto determinato. Però devo dire che tutti e tre nei due<br />

mesi di permanenza in Brasile hanno dato molto di sé. Quando riusciamo ad ascoltare i nostri<br />

figli, impariamo molte cose: per esempio come in realtà la <strong>vita</strong> sia molto semplice: siamo<br />

noi che riusciamo a renderla complicata. Soltanto un esempio: molte persone ci domandavano<br />

(e ancora oggi domandano) se per Alice e Andrea Sergio sia un fratello “vero”. Beh,<br />

loro questo problema non se lo sono mai posto. Un fratello può nascere in molti modi, non<br />

esiste per loro il “legame di sangue” e mai durante le liti (che ci sono abbondanti) hanno usato<br />

questo tema. La positività <strong>del</strong>la permanenza brasiliana ha portato altri frutti. Importante<br />

per noi è quello <strong>del</strong> ricordo. Ali e Andi pensano al Brasile in modo molto positivo e questa<br />

immagine trasmettono a Sergio.<br />

Un altro aspetto <strong>del</strong>l’adozione per la nostra famiglia...<br />

Con la “riunificazione” <strong>del</strong>la famiglia non si è chiuso un capitolo. Per molte coppie il percorso<br />

adottivo è di una fatica tale che l’arrivo <strong>del</strong> bimbo segna una frattura, uno stop. Chiuso.<br />

Non ne vogliono neppure parlare. La fatica c’è stata anche per noi. I problemi, prima in<br />

Italia poi in Brasile, sono stati parecchi, i momenti di sconforto anche. Però avevamo e abbiamo<br />

una risorsa in più: un gruppo di famiglie che avendo a loro volta esperienza di accoglienza,<br />

ci ha sostenuto. Ci ha sostenuto quell’ambiente sereno in cui ognuno può essere come<br />

è in realtà, senza che venga giudicato: parlo di giudizio, non di discussione. Ci ha sostenuto<br />

vedere come famiglie con un numero di figli decisamente superiore alla media<br />

riuscissero a vedersi,incontrarsi, parlare, discutere, pregare, far festa CON i bambini che<br />

pur frequentandosi poche volte giocavano assieme e si divertivano. Questa esperienza ha<br />

permesso alla nostra famiglia di non richiudersi su sé stessa dopo l’adozione, ma di ritenere<br />

l’adozione stessa un punto di partenza. Ecco, se c’è un consiglio che mi sento di dare, e<br />

che credo valga per tutte le famiglie, è: NON SOLI. Create o trovate una rete di famiglie, di<br />

persone che possa darvi una mano, morale o pratica. Persone alle quali comunicare gioie<br />

e fatiche di una scelta e di un percorso. In questo modo si riuscirà a creare forse anche una<br />

cultura <strong>del</strong>l’accoglienza che sarà fondamentale non solo per i nostri bimbi nati per adozione<br />

o affido, ma anche per i nostri bimbi“ di pancia”.<br />

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