vita speciale - Giuseppini del Murialdo
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UN CANTO LA PAROLA<br />
Resta qui<br />
con noi<br />
Le ombre si distendono scende<br />
ormai la sera e s’allontanano<br />
dietro i monti i riflessi di un<br />
giorno che non finirà,<br />
di un giorno che ora correrà<br />
sempre<br />
perché sappiamo che una nuova<br />
<strong>vita</strong><br />
da qui è partita e mai più si<br />
fermerà.<br />
Resta qui con noi, il sole<br />
scende già,<br />
resta qui con noi, Signore<br />
è sera ormai.<br />
Resta qui con noi il sole<br />
scende già,<br />
se tu sei fra noi la notte<br />
non verrà.<br />
S’allarga verso il mare il tuo<br />
cerchio d’onda che il vento<br />
spingerà fino a quando<br />
giungerà ai confini di ogni<br />
cuore, alle porte <strong>del</strong>l’amore<br />
vero.<br />
Come una fiamma che dove<br />
passa brucia<br />
così il tuo<br />
amore tutto il<br />
mondo invaderà.<br />
DDall vvanngeelloo<br />
sseeccoonnddoo MMatttteeoo<br />
La stella! che i magi avevano vi#<br />
sto nel suo sorgere! li precede#<br />
va! finché giunse e si fermò so#<br />
pra il luogo dove si trovava il bambi#<br />
no" All vveddeeree llaa stteelllaa! esssii pprovaaroonnoo<br />
uunnaa grannddiisssiimma giioia" Entrati nella<br />
casa! videro il bambino con Maria sua<br />
madre! e prostratisi lo adorarono" Poi<br />
aprirono i loro scrigni e gli offrirono<br />
in dono oro! incenso e mirra"<br />
Educatori, collaboratori e giuseppini<br />
in fraternità e in ...vacanza.<br />
Davanti a noi l’umanità lotta,<br />
soffre e spera come una terra<br />
che nell’arsura<br />
chiede l’acqua da un cielo<br />
senza nuvole<br />
ma che sempre le può dare <strong>vita</strong>.<br />
Con te saremo sorgente d’acqua<br />
pura<br />
con te fra noi il deserto fiorirà.<br />
Quello <strong>del</strong>l’istruzione e<br />
<strong>del</strong>l’educazione cristiana<br />
<strong>del</strong>la gioventù povera e dei<br />
figli <strong>del</strong> popolo è oggi il ministero<br />
dei ministeri e mezzo di<br />
grande santificazione.<br />
L’unico mezzo di creare<br />
alla patria un lieto avvenire è<br />
quello di educare a principi<br />
morali e religiosi la gioventù<br />
presente; ogni altro mezzo<br />
non è così importante.<br />
Dicono che la società è<br />
ammalata. E lo è. Chi la guarirà?<br />
Chi la risusciterà? Chi<br />
potrà restaurare un ordine<br />
sociale più giusto? Il cristianesimo,<br />
la Chiesa, voi. Sì, voi<br />
giovani.<br />
(Scritti <strong>del</strong> <strong>Murialdo</strong>)<br />
Che la nostra Congregazione<br />
debba attendere di<br />
preferenza alle opere di educazione<br />
<strong>del</strong>la gioventù povera<br />
o bisognosa di emendazione,<br />
pare chiaramente disposto<br />
da Dio, il quale l’ha fatta<br />
nascere nelle condizioni determinanti<br />
questo ministero,<br />
a preferenza di qualunque altro.<br />
Non si è fatta dapprima<br />
una adunanza di persone le<br />
quali abbiano poi scelto il da<br />
farsi per la propria santificazione,<br />
ma le persone si trovavano<br />
già consacrate a questo<br />
genere di sacro ministero,<br />
quando furono quasi portate<br />
Campo giovanile in Romania<br />
DALLA NOSTRA TRADIZIONE<br />
dalle circostanze<br />
ad aggiungere<br />
al merito di un’opera<br />
buona, quello di una <strong>vita</strong><br />
religiosa, e ad assicurarne<br />
l’esito, con lo stabilirsi in<br />
condizioni più perfette e quindi<br />
più gradevoli alla Sua Divina<br />
Maestà.<br />
Noi avremmo forse fatto<br />
minor cammino, senza questa<br />
nostra oblazione a Dio, sebbene<br />
ancora imperfetta; e forse<br />
ancora noi ne avremmo<br />
fatto di più se più generosa<br />
fosse stata l’oblazione, e<br />
maggiormente estesa ad un<br />
più gran numero di cooperatori<br />
e fratelli. Ci basti però<br />
per ora l’aver conosciuto il<br />
divino volere e adoperiamoci,<br />
perché lo si compia interamente<br />
e almeno per parte nostra,<br />
non siano frustrati i suoi<br />
divini intendimenti.<br />
Colla gioventù povera,<br />
noi ammettiamo a far parte<br />
<strong>del</strong>le nostre sollecitudini, anche<br />
quella bisognosa di<br />
emendazione (ossia non solo<br />
in difficoltà ma anche difficile!).<br />
Se l’opera è più ispida e<br />
scabra e priva di consolazioni,<br />
è però più cara a Dio…<br />
Ben pochi si danno briga <strong>del</strong>le<br />
malattie morali di quella<br />
gioventù in cui la patria e la<br />
religione hanno più a temere.<br />
La vastità immensa di<br />
questa messe, lo scarsissimo<br />
numero degli operai che vi lavorano,<br />
anche in mezzo a tante<br />
persone di buona volontà,<br />
ci devono riempire il cuore di<br />
una soave fiducia, che il Signore<br />
voglia servirsi <strong>del</strong>la<br />
nostra debolezza per venire in<br />
soccorso a tanta necessità, e<br />
ci animi a richiedere continuamente<br />
dal padrone <strong>del</strong><br />
campo, che “mandi gli operai<br />
nella sua messe”. Moltiplichi,<br />
cioè coloro, che, lavorando<br />
per la propria santificazione,<br />
lavorino di proposito alla<br />
educazione dei giovani poveri<br />
e bisognosi di emendazione,<br />
nel nome e sotto il<br />
patrocinio di Gesù, Giuseppe,<br />
Maria!<br />
(Spiegazione <strong>del</strong> Primo<br />
Regolamento)