Carteggio familiare Verga - Alessionarbone

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Caro Cognato, e fratello Profittiamo del presente comodo, che è il recluta di Vizzini Giovanni Adda/mo per darvi conto del nostro buon essere; qui plicata troverete una lettera / per l’amico Daidone, quale la consegnerete al datore facendolo scostare dal Mu/gnaio, o l’altro per conoscere lo stesso la dimora del D[o]n Daidone; scrivete o col/la posta, o con comodi per farci conoscere come state tutti voi altri, volendovi / supporre tutti ottimi. – Ho diretto la Cassettina pella Sig.ra Verga da voi inviata col servo Preg.[iatissim]o. --/ Riceverete dal datore un cassettinello color rosso con dentro due involti di cetrata, e nu/mero quattordici Mammelle di Vergini, che Rosina, Maro, e Giovannino v’inviano. -- / Riceverete ancora uno scaldato in una vascella fresco. -- / Qui plicata troverete una lettera pella Sig.ra de Filippi, che di unita alla / Cassettinella bianca farete giungere alla stessa, avendola incaricato nella mia / a far giungere la stessa a Mamà la cassettina vuota. – Vi abbracciamo baciamo le mani a Mamà Vizzini, li 28 Dicembre 1848 Il vostro Cognato Giovanni Caterina // A S.E. Sig.r Dr. Don Salvadore Mauro Barbagallo / nella casa di Mauro rimpetto il fondaco dell’oglio Con due cassettinelle / ed una forma di Scaldato / in una vascella A.S.C.Ct. – Archivio fam. “Verga” n. provv. 160/a 30 Catania Vizzini, 1848, Novembre Giovanni Battista Verga Catalano e la moglie Caterina Di Mauro informano il cognato Salvatore (Di) Mauro, che i figli Giovannino e Mario - “D[o]n Maro, che così vuole es/sere da noi tutti chiamato, altrimenti si pregiudica, perché dice, che è prete …” - ,inviano: “… dodici pasticciocci di Palermo … quaranta biscottini, ed un’osso di morti…” Vengono, inoltre, acclusi “ … dodici trappesi d’oro di Puglisi …” per campione. Giovanni Battista informa, altresì, di aver saputo, tramite il suo amico Lorenzo Carnazza, che “Ferdinando ha preparato una spedizione per Palermo con quarantamila uomini e che contemporaneamente intende attaccare Catania”. ___________________________________ Caro Cognato, e fratello Ho ricevuto sta mane una vostra, sebbene nel giorno stesso, che / scriveste dovette ricevere nostra lettera; riceverete dal latore Savia/ una Cassettinella, che Giovannino, ed il
Padre(?) D.n Maro, che cosìvuole es/sere da noi tutti chiamato, altrimenti si pregiudica, perché dice, che/ è prete(?), è inviano; con dentro n° dodici pasticciocci di Palermo, n° quaranta biscottini, ed un’osso di morti, che voi, e Mamà vi man/gerete per amor delli stessi. Troverete ancora in una cartolina/ con ostia bianca chiusa li dodici trappesi d’oro di Puglisi, che por/ta dello stesso veramente il doppio di qualità di quello, che ora/ ligano,che vi serva di norma. Pesato li dodici trappesi piuttosto/ di buon peso. Le carte per Caltagirone sono inviate, e/ tosto quì di ritorno vi farò tenere con sicuro comodo. Avvisate/ che si ha fatto per l’affare di Recupero, ed attendo il borro di come/ deve essere la procura, le facoltà, che deve contenere. / Avvisate che faceste per la tavola Inglese, giacchè al Capitano Mon/delli ho detto, che la compra l’ho fatto dipendendo dalla vostra/ veduta, a piacimento, come restammo. Quì ieri giunse la po/sta di Palermo, ad un mio amico scrissero essere arrivati colà can/noni alla Pressà(?), oltre a quelli, che ivi avevano./ Notizia certa, che Ferdinando ha preparato una spedizione per/ Palermo in quarantamila uomini, e dieci mila per Corassa(?), contem/poraneamente intende attaccare Palermo, e Catania, tale notizia io/costì la intesi fra le altre, che si dicevano, e se non erro da Lo/renzo Carnazza, e mi viene a crederlo essendo confirmata da Paler/mo, quale notizia il detto amico mio di questa non ha voluto ventilare/ quì, ed a me lesse la lettera segretamente, costì che si dice? / Scrivete nella vostra, che sperate quanto prima fossimo di ritor/no, credessi opportuno, che voi altri piuttosto risolvereste pria di/ poter essere tale attacco, non potendosi verificare poi in quel fran/gente, a non lasciare al solito ridursi all’ultimo punto. Stiamo in/tanto a sentire quanto voi costì, ed io quì, che viene a confirmarsi/ su tal proposito, non lasciando io farvene inteso di ciò, che viene scritto,/e non state colle ciarle, mensogne, e pallonerie di cotesto Michiele/Perrotta, che quì si muore di freddo, nè io, né Tina sapendo la/ costruzione vostra, e di Mamà così deboli vi cimentassimo a freddi/ eccessivi detti dal Cittadino Perrotta.Il latore quì è stato sod/disfatto vi serva. Direte a Mamà, che nella mia sala la/sciai l’ogliarolo, che lei sa. Vi abbracciamo, come a Carmelo, baciamo le mani a Mamà. ff Vizzini lì 30 Novembre 48 . Il vostro Cognato Giovanni Caterina // A.S.E. Sig.r D.r D[o]n Salvatore Mauro Barbagallo Con una cassettina Catania A.S.C.Ct. – Archivio fam. “Verga” n. provv. 155/a 4 Vizzini, 1848, Settembre Giovanni Battista Verga Catalano e la moglie Caterina Di Mauro informano il cognato Salvatore (Di) Mauro che il figlio Giovannino è “ … esente da febbre sebbene debole, giacchè pria incomodato” e che “...ieri qui giunsero Saverio e Filippo fratelli Paoli, accompagnati da Pepè Marchese per fare recluti, sta mane si è riunito di buon’ora il Consiglio Civico, per deliberare sulla spesa, si sono reclutati taluni, e sta sera o dimani partiranno per costì, buoni cittadini volontariamente, hanno offerto delle armi a tali recluti, e parte si compreranno…” __________________________________ Caro Cognato, e fratello
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