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Carteggio familiare Verga - Alessionarbone

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Vizzini, 1843, Maggio 28<br />

Caterina [<strong>Verga</strong> Di Mauro] scrive alla madre [Rosa Barbagallo] ricevendo notizie dei fratelli<br />

Salvatore e Carmelo Di Mauro e dandone sulla salute e gli svaghi dei figli Pietro e Giovanni <strong>Verga</strong>;<br />

il quale “… è stato una giornata in Campagna a Cavallo della sua asina (“Ciucciarella”) e<br />

fa ogni giorno esercizi di equitazione in città.<br />

___________________________________<br />

Ven[e]r[a]tissima Sig. ra Mama<br />

Vizzini, li 28 Maggio 1843<br />

Dal rapporto avuto di Carmelo sento col massimo mio piacere che / la passa bene di unita al<br />

fratello Salvadore, benché mi sarebbe / stato di massimo gradimento suo riscontro diretto.<br />

Noi, e figli / ottimi, Pietrino si è rifatto bonissimo; Giovannino sempre nei / suoi<br />

divertimenti; ieri è stato una giornata in Campagna a Caval/lo solo nella sua Ciucciarella e<br />

giornalmente si fa la sua eguitazio/ne in Città. le bacia le mani, come al Ziu Turi, chè qui<br />

presen/te, e vuol fare la sua lettera particolare le rapporto i rispetti /di tutta questa famiglia<br />

le baciamo le mani insieme ai / figli abbraccio Salvadore di unita a D[o]n Giovanni sono<br />

Sua figlia Caterina<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 52/a<br />

[s.l.], 1846, Dicembre 23


Giovanni <strong>Verga</strong> ed il fratello Pietro scrivono ai genitori per: “ … la splendida ricorrenza della<br />

nascita/ del Divin Redentore, e per essa il novello anno 1847” augurando, tra l’altro che<br />

”… la vita del Padre mio” e della “Mamma piena, vigorosa, e bella, cor/ra lunga quanto il<br />

filo del labirinto …”.<br />

___________________________________<br />

Rispettabili miei Genitori<br />

L’animo umano che si acqueta nello / amore, si nutre dell’amore e folleggia / per<br />

l’amore, divien sublime, quan/do è caldo d’amor nobile, osservan/te, doveroso: esso<br />

risplende nelle / circostanze più segnalate, sia da / legge abituale, sia da Divina. / La<br />

splendida ricorrenza della nascita / del Divin Redentore, e per essa il novel/lo anno 1847 se<br />

forma ed incide nella / ruota dè secoli, l’era di gloria alla Re/ligione, quella di risorgimento<br />

alla uma/nità; desta nel cuor d’ogni figlio la bra/ma di veder lieti i suoi Genitori; e / mentre<br />

il tempo con la matita fulminea, / marca una festa di più alle feste; un’an/no di più agli anni<br />

della vita … ! il / mio cuor filiale, implora dall’Eterno / Maestro, che la vita del Padre mio<br />

del/la Mamma piena, vigorosa, e bella, cor/ra lunga quanto il filo del labirinto, / sicura<br />

quanto il palladio. Ed io son /certo che il Cielo, esaudirà il voto del / figlio ubbidiente, e<br />

coronerà le cure / del buon Padre, con quella fede me/desima che lo promette nell’eterne<br />

/carte.-- / Gradite o miei Genitori il segno del / mio più ardente amore per voi, nella /<br />

espressione più cara della sincerità.<br />

Alli 23 Dicembre del 1846<br />

Ob[bedientissi]mo figlio<br />

Giovannino <strong>Verga</strong><br />

Ed io per l’età mia, non potendo / meglio che il fratello, mani/festarvi il mio amore, l’imito<br />

nell’affetto e nelle parole<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 246/a<br />

De[votissim]mo figlio<br />

Pietrino <strong>Verga</strong><br />

Vizzini, 1848, Settembre 8


Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro scrivono a Salvatore Mauro<br />

Barbagallo circa le modalità di ricevimento delle notizie e lo svolgimento delle operazioni militari<br />

in Messina [intraprese da Ferdinando II per la riconquista della Sicilia dopo la rivoluzione del<br />

Gennaio 1848] nonché sulla salute dei familiari in Catania.<br />

___________________________________<br />

Caro Cognato, e fratello<br />

Sono le ore 15. e tutt’ora non è arrivato il Bordonaro, / per cui non abbiamo notizie di voi altri, le<br />

notizie di Mes/sina, e l’armamento e spedizioni per Messina che costì si è fatto sono a nostra<br />

cogni/zione, giacchè da questi naturali si è pensato, e si prattica / di tenere due espressi a<br />

Cavallo, che uno va, e l’altro vie/ne da costì per informarci di continue nuove , con cui<br />

pro/fitterò, e incaricherò a venir costì per aver notizie di voi / altri. – Noi ottimi , sperando<br />

così di tutti voi . Giovannino ri/stabilito. – Parlerete a Giovanni Manganaro per / fatigare<br />

una dozzina di sedie tinte color Magone, pie/ni di Zammara, e due sedie di cottura<br />

pagandone una simili, colla Cifra Z.F. mi avviserà quando sono all’ordine per mandarli / a<br />

levare, con cui riceverà l’importo, e con cui manderò il Cacio, vi priego a premurarlo. – Vi<br />

abbracciamo ba/ciamo le mani a Mamà siamo –<br />

A S.E.Signor Dr. Don Salvadore Mauro Barbagallo / Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 157/a<br />

Vizzini, li 8 Settembre 1848<br />

Vostro Cognato Giovanni<br />

Caterina //<br />

Vizzini, 1848, Agosto 14<br />

Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro scrivono a Salvatore Mauro<br />

Barbagallo esternandogli preoccupazione per lo sbarco [della spedizione inviata da Ferdinando II<br />

per la riconquista della Sicilia] e chiedendogli migliori notizie in merito. Chiedono, da ultimo,


“quattro persica, o sbergi” [pesche o noce-pesca] per i figli Giovanni e Mario e di essere avvisati<br />

sull’andamento dei contenziosi legali in corso.<br />

___________________________________<br />

Caro Cognato<br />

Abbiamo ricevuto la vostra, e sentiamo essere buoni di / salute, intanto le notizie di sbarco ci hanno<br />

fatto stare / con molta premura, avvisate a che sono le cose per se/renarci, conoscendo qui<br />

le cose più di quanto saranno.--/ Sento che il Cane, è costì se vi è di peso allora lo /<br />

manderete col datore, o altro comodo. Vi prieghiamo / riscontrarci per nostra serenazione.<br />

– Noi tutti ottimi / sperando così di tutti voi altri. – Vi abbracciamo, ba/ciamo le mani a<br />

Mamà siamo<br />

Vizzini, li 14 Agosto 1848<br />

Vostro Cognato Giovanni<br />

Caterina<br />

P.S. / Giovannino è Maro desi/derano quattro persica, o sbergi, / perché qui non ve ne sono,<br />

avvisate se le cause si / trattarono, ed abbracciatemi l’amico Ballaro //<br />

A S.E. Sig.r Dr. Don Salvadore Mauro Barbagallo / Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 153/a<br />

Vizzini, 1848, Agosto 30<br />

Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro scrivono a Salvatore Mauro<br />

Barbagallo informandolo che il figlio Giovannino ha ricevuto la domenica precedente “due ordini, e<br />

la tonzura dal Vescovo di Caltagirone” [con ciò probabilmente riferendosi ai sacramenti della<br />

Comunione ed alla Cresima] e di voler ricevere della “cioccolata”, dispongono, infine, sulla<br />

compensazione di alcune partite di debito.


___________________________________<br />

Caro fratello, e Cognato<br />

Si è ordinato Giovannino Domenica ultima e di due ordini, / e tonzura dal Vescovo di Caltagirone ,<br />

avendo ritornato da / ivi domenica sera. Siamo spettatori di vostra lettera per / sentire lo<br />

stato di salute. Se la paglietta tutt’ora non / è comprata potrete sospendere, desiderassimo<br />

però la / cioccolata. Noi tutti ottimi; Nel terzo di Settembre a D[o[n Cosimo farete buoni<br />

onza una, e tarì sei, ed al suo gio/vane D[o[n Pullo tarì dieci , e grana dodeci, che a tale /<br />

introito supplirete tal somma sugl’introiti di nostro conto -- / Io nei primi di Settembre<br />

verrò per qualche giorno costì -- / Vi abbracciamo, ba/ciamo le mani a Mamà<br />

A S.E. Sig.r Dr. Don Salvadore Mauro Barbagallo / Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 154/a<br />

Vizzini, li 30 Agosto 1848<br />

Vostro Cognato Giovanni<br />

Caterina //<br />

Vizzini, 1848, Dicembre 28<br />

Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro inviano a Salvatore Mauro<br />

Barbagallo corrispondenza servendosi di una recluta vizzinese [arruolata nelle milizie formate per<br />

opporsi alla spedizione intrapresa da Ferdinando II dopo la rivoluzione siciliana del 1849] ed<br />

accludendo, tra le altre cose, un “… casssetinello … con dentro due involti di cetrata, e<br />

numero quattordici Mammelle di Vergini …” inviati dai figli Rosina [Rosa], Maro [Mario]<br />

e Giovannino [Giovanni].<br />

___________________________________


Caro Cognato, e fratello<br />

Profittiamo del presente comodo, che è il recluta di Vizzini Giovanni Adda/mo per darvi conto del<br />

nostro buon essere; qui plicata troverete una lettera / per l’amico Daidone, quale la<br />

consegnerete al datore facendolo scostare dal Mu/gnaio, o l’altro per conoscere lo stesso la<br />

dimora del D[o]n Daidone; scrivete o col/la posta, o con comodi per farci conoscere come<br />

state tutti voi altri, volendovi / supporre tutti ottimi. – Ho diretto la Cassettina pella Sig.ra<br />

<strong>Verga</strong> da voi inviata col servo Preg.[iatissim]o. --/ Riceverete dal datore un cassettinello<br />

color rosso con dentro due involti di cetrata, e nu/mero quattordici Mammelle di Vergini,<br />

che Rosina, Maro, e Giovannino v’inviano. -- / Riceverete ancora uno scaldato in una<br />

vascella fresco. -- / Qui plicata troverete una lettera pella Sig.ra de Filippi, che di unita alla<br />

/ Cassettinella bianca farete giungere alla stessa, avendola incaricato nella mia / a far<br />

giungere la stessa a Mamà la cassettina vuota. –<br />

Vi abbracciamo baciamo le mani a Mamà<br />

Vizzini, li 28 Dicembre 1848<br />

Il vostro Cognato Giovanni<br />

Caterina //<br />

A S.E. Sig.r Dr. Don Salvadore Mauro Barbagallo / nella casa di Mauro rimpetto il<br />

fondaco dell’oglio<br />

Con due cassettinelle / ed una forma di Scaldato / in una vascella<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 160/a<br />

30<br />

Catania<br />

Vizzini, 1848, Novembre<br />

Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro informano il cognato Salvatore<br />

(Di) Mauro, che i figli Giovannino e Mario - “D[o]n Maro, che così vuole es/sere da noi tutti<br />

chiamato, altrimenti si pregiudica, perché dice, che è prete …” - ,inviano: “… dodici<br />

pasticciocci di Palermo … quaranta biscottini, ed un’osso di morti…” Vengono, inoltre,<br />

acclusi “ … dodici trappesi d’oro di Puglisi …” per campione.<br />

Giovanni Battista informa, altresì, di aver saputo, tramite il suo amico Lorenzo Carnazza, che<br />

“Ferdinando ha preparato una spedizione per Palermo con quarantamila uomini e che<br />

contemporaneamente intende attaccare Catania”.<br />

___________________________________<br />

Caro Cognato, e fratello<br />

Ho ricevuto sta mane una vostra, sebbene nel giorno stesso, che / scriveste dovette ricevere<br />

nostra lettera; riceverete dal latore Savia/ una Cassettinella, che Giovannino, ed il


Padre(?) D.n Maro, che cosìvuole es/sere da noi tutti chiamato, altrimenti si pregiudica,<br />

perché dice, che/ è prete(?), è inviano; con dentro n° dodici pasticciocci di Palermo, n°<br />

quaranta biscottini, ed un’osso di morti, che voi, e Mamà vi man/gerete per amor delli<br />

stessi. Troverete ancora in una cartolina/ con ostia bianca chiusa li dodici trappesi d’oro di<br />

Puglisi, che por/ta dello stesso veramente il doppio di qualità di quello, che ora/ ligano,che<br />

vi serva di norma. Pesato li dodici trappesi piuttosto/ di buon peso. Le carte per<br />

Caltagirone sono inviate, e/ tosto quì di ritorno vi farò tenere con sicuro comodo. Avvisate/<br />

che si ha fatto per l’affare di Recupero, ed attendo il borro di come/ deve essere la procura,<br />

le facoltà, che deve contenere. / Avvisate che faceste per la tavola Inglese, giacchè al<br />

Capitano Mon/delli ho detto, che la compra l’ho fatto dipendendo dalla vostra/ veduta, a<br />

piacimento, come restammo. Quì ieri giunse la po/sta di Palermo, ad un mio amico<br />

scrissero essere arrivati colà can/noni alla Pressà(?), oltre a quelli, che ivi avevano./<br />

Notizia certa, che Ferdinando ha preparato una spedizione per/ Palermo in quarantamila<br />

uomini, e dieci mila per Corassa(?), contem/poraneamente intende attaccare Palermo, e<br />

Catania, tale notizia io/costì la intesi fra le altre, che si dicevano, e se non erro da Lo/renzo<br />

Carnazza, e mi viene a crederlo essendo confirmata da Paler/mo, quale notizia il detto<br />

amico mio di questa non ha voluto ventilare/ quì,<br />

ed a me lesse la lettera segretamente, costì che si dice? / Scrivete nella vostra, che sperate<br />

quanto prima fossimo di ritor/no, credessi opportuno, che voi altri piuttosto risolvereste<br />

pria di/ poter essere tale attacco, non potendosi verificare poi in quel fran/gente, a non<br />

lasciare al solito ridursi all’ultimo punto. Stiamo in/tanto a sentire quanto voi costì, ed io<br />

quì, che viene a confirmarsi/ su tal proposito, non lasciando io farvene inteso di ciò, che<br />

viene scritto,/e non state colle ciarle, mensogne, e pallonerie di cotesto Michiele/Perrotta,<br />

che quì si muore di freddo, nè io, né Tina sapendo la/ costruzione vostra, e di Mamà così<br />

deboli vi cimentassimo a freddi/ eccessivi detti dal<br />

Cittadino Perrotta.Il latore quì è stato sod/disfatto vi serva. Direte a Mamà, che nella mia<br />

sala la/sciai l’ogliarolo, che lei sa. Vi abbracciamo, come a Carmelo, baciamo le mani a<br />

Mamà. ff<br />

Vizzini lì 30 Novembre 48<br />

.<br />

Il vostro Cognato Giovanni<br />

Caterina //<br />

A.S.E. Sig.r D.r D[o]n Salvatore Mauro Barbagallo Con una cassettina<br />

Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 155/a<br />

4<br />

Vizzini, 1848, Settembre<br />

Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro informano il cognato Salvatore<br />

(Di) Mauro che il figlio Giovannino è “ … esente da febbre sebbene debole, giacchè pria<br />

incomodato” e che “...ieri qui giunsero Saverio e Filippo fratelli Paoli, accompagnati da Pepè<br />

Marchese per fare recluti, sta mane si è riunito di buon’ora il Consiglio Civico, per deliberare<br />

sulla spesa, si sono reclutati taluni, e sta sera o dimani partiranno per costì, buoni cittadini<br />

volontariamente, hanno offerto delle armi a tali recluti, e parte si compreranno…”<br />

__________________________________<br />

Caro Cognato, e fratello


Viene costì un bordonaro di mio fratello dirigendo lettera per Girolamo,/ quale favorite di<br />

farci conoscere l’abitazione, non conoscendo il Bor/donaro dove trovasi sita la sua casa.<br />

Non tralasciamo perciò farvi due/ righi per farvi conoscere lo stato di nostra salute, e<br />

Giovannino esente di febbre, sebbene debole, giacchè pria incomodato, e ora sopraggiunto/<br />

da altri giorni d’incomodi. Vi scrissimo con una donna, che incaricammo/ a venire a casa, e<br />

siamo premurosi sentire che si dice costì di sbar/co, ed altro. Ieri qui<br />

giunsero Saverio e Filippo fratelli Paoli, accompagnati da Pepè Marchese per fare recluti,<br />

sta mane si è riunito di buon’ora/ il Consiglio Civico, per deliberare sulla spesa, si sono<br />

reclutati taluni, e sta sera o dimani partiranno per costì, buoni cittadini volontariamen/te,<br />

hanno offerto delle armi a tali recluti, e parte si compreranno. /<br />

Speriamo da tutti si pensasse così per mandare a spasso le idee ne/fande di M..(?)<br />

Ferdinando./ Nella Colonnetta a lato l’arcova mia trovasi una cassettina con car/tocci,<br />

quale consegnerete al Bordonaro, trovansi anco nel Boffettone dell’an/ticamera dirimpetto<br />

la segreteria, e vicino la porta della Camera del/la galleria, precisamente nell’armadio<br />

sotto detto boffettone due civatori di polvere, quali se la volete disporre a cartocci per<br />

vostro uso po/trete disporne, essendo tale polvere, come allora vi dissi a vostro conto./ Le<br />

chiavi si’ del detto armadio, che della colonnetta sono nel Casciolo/ della toletta, e aprirete<br />

con quelli piccoli, che trovansi legati con due/ grandi.<br />

Vi preghiamo farci conoscere come è Mamà con tali soprasalti di notizie,/ e come è<br />

Carmelo, giacchè Tina stà con molti pensieri non avendo avuto/ di quest’ultimo notizie<br />

affatto.<br />

Vi abbracciamo, baciamo le mani a Mamà.ff<br />

Vizzini, lì 4 Settembre 1848<br />

Il vostro Cognato Giovanni e<br />

Caterina<br />

P.S.<br />

Voleva mandare col datore, avendo la/ vettura spiccia il Cacio, ma avendosi tro/vato mio<br />

fratello Salvatore in Campagna quest’oggi, lo pratticherò con Savia. //<br />

A.S.E. Sig.r D.r D[o]n Salvatore Mauro Barbagallo Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 159/a<br />

Villa Tebidi [Vizzini], 1854,<br />

Settembre 30<br />

Carmelo (Di) Mauro scrive al fratello Salvatore di non aver ricevuto sue lettere, seguono notizie su<br />

contratti stipulati per affari in corso. Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina (Di)<br />

Mauro scrivono al cognato e fratello sui divertimenti con la famiglia Passanisi che: “… asilata in<br />

una casina di proprietà del Barone Gaudioso, viene allo spesso da noi con violini, all’orchestra si<br />

unisce mio fratello Salvatore … suonando il flauto …” ,racconta il divertimento dei figli Mario e<br />

Giovanni per una “ … villeggiatura che non dimenticano affatto …”. Comunicano, altresì che la<br />

figlia “ …, Teresina” è “… molto sviluppata” e gode di “ … ottima salute.” Seguono, informazioni<br />

circa i contratti stipulati con i Pulvirenti [probabilmente affittuari di terre] e pareri da richiedersi ai<br />

notai Neri e Perdicone.<br />

______________________________<br />

Tebiti, 30 Settembre 1854


Caro Fratello<br />

Oggi ho ricevuto il riscontro col ritorno del pedone in cui sento che ti sei avvaluto della posta /<br />

mentre le lettere non sono affatto giunte in Vizzini giacchè oltre la positiva prevenzione / al<br />

postiere ogni giorno abbiamo mandato in quell’officina e non si sono mai trovate lettere / dubito<br />

non fossero state impostate perché le lettere di Palermo giungoro appuntino; come ta/le pregherai<br />

il Duchino che le lettere tue le farai bucare in Catania e non le chiudesse / nella valiggia postale.<br />

Sento che chiedi dei nomi dei monetad’oro e sono Gaetano e Salvadore / Pulvirenti Pechioli, ma<br />

non avendo di questi elezione di domicilio, ci troviamo l’obbigazione solidale dello Zio / loro come<br />

pure che dovendoci servire della carta privata questa dovrà registrarsi io ti rimetto / una copia<br />

informe acciò tu ti sapessi risolvere. Noi tutti ottimi i nostro Don Salvator ti ab/braccia tutti come<br />

pratico io che di unita a tutti bacio le mani a Mama Pietro pratica al-/trettanto con te ossequio tutti<br />

questi buoni amici e sono<br />

Tuo Fratello Carmelo<br />

Caro cognato<br />

Dalla vostra restiamo intesi del buon essere di voi, Mamà, amici, e parenti tutti, noi ancora / tutti, e<br />

ci divertiamo piuttosto, la famiglia Passanisi asilata in una casina di proprietà del Barone<br />

Gau/dioso, viene allo spesso da noi con violini all’orchestra si unisce mio fratello Salvatore, che vi<br />

abbraccia, e / rispetta Mamà, suonando il flauto, si balla, e si canta, passiamo il tempo quindi così,<br />

e caminando / ora nel giardino, ora in vari punti del fondo. I figli figuratevi quanto possono<br />

divertirsi, è una / villeggiata che non dimenticano affatto, Teresina molto sviluppata, goda al par di<br />

tutti ottima / salute. La presente vi arriverà acchiudendola in una al Duchino da me diretta, quale<br />

lo / priego ancora voi per incaricare il corriero di Zafferana a bucar le vostre alla posta di /<br />

Catania, per evitare qualche intrico nelle officine postali, le lettere le dirigerete in Vizzini, ove / noi<br />

tre volte la settimana, giorni di arrivi e partenze, di posta manderemo anco a bucare / e levare le<br />

lettere per mia Sorella in Palermo, quale fu attaccata allora di Colera, ma oggi / grazie a Dio,<br />

dopo avere stato agli ultimi estremi, ristabilita perfettamente.<br />

Come scrive Carmelo, sopra per i gabelloti del forno, letta la scrittura di locazione, che trovasi /<br />

qui presso lo stesso, non trovasi convenuta l’elezione di domicilio dei nipoti di Pulvirenti, si trova<br />

for/tunatamante la obbligzione solidale, non si cimenta la copia originale, come unica, ma copia<br />

vo-/lante, quindi potrà dirsi che fu locata la bottega ai Di Pulvirenti e nipoti feci senza cennare //<br />

nell’offerta, o dichiaratorio che siasi in forzo di chi, ed il giorno e l’anno, ove mai credete neces-<br />

/saria detta carta allora indicate il modo o assicurata la lettera, o altro.<br />

Non so cosa avete pensato per Miraglia, se avete creduto utile scrivere o al Notaro / Don Vincenzo<br />

Neri o al Notar Perdicara per la custodia dell’erbaggio, che mi persuado sarà / comune a chi<br />

vuole.<br />

Vi abbraccio, come ai fratelli Finocchiaro ed amici tutti, non escluso l’ottimo Don Giovanni, ba-<br />

/ciamo le mani a Mamà, a Zia Geraci, rispettiamo tutti la signora Donna Brigida, i figli chiedono<br />

la / benedizione sono<br />

A.S.C.Ct.–Archivio <strong>familiare</strong> <strong>Verga</strong> n° p. 107/a<br />

Villa Tepidi, 1 Ottobre 1854<br />

Vostro affezionatissimo cognato Giovanni<br />

Caterina<br />

13<br />

Vizzini, 1850, Dicembre<br />

Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano e la moglie Caterina Di Mauro inviano a Salvatore (Di) Mauro<br />

della documentazione precedentemente non pervenutagli, seguono accordi per il trasferimento della<br />

famiglia passando da Lentini.<br />

Inviano inoltre un “ … goccillato di tirrone nero ed un involto di tirrone bianco …” da mangiare<br />

insieme a Pietro e che “Maro, e Giovannino” [i fratelli Mario e Giovanni <strong>Verga</strong>] avevano molto<br />

apprezzato (…l’ebbero complimentati).<br />

__________________________________<br />

Caro Cognato, e fratello


La presente vi sarà consegnata da Rosario Mondelli, ove troverete le carte / inviateci firmate da sin<br />

d’allora che giunsero in questa, ebbero la sorte di / ritornare, l’altra volta , che ve le inviamo con<br />

un certo Canc[?] Orlando che / ritornò a causa del cattivo tempo, Scozzarella fù sbagliato da noi<br />

l’ultima /volta, che ritornò costì, e come mi ho trovato in Campagna non si ha saputo, chi ha<br />

venuto. Con altra nostra vi avviseremo il giorno, che desideriamo una / carrozza nell’entrante<br />

Settimana in Lentini, avendosi pensato di chiamare la lectica / di Lentini ove anderò a scrivere per<br />

qual giorno potrà aversi, e dietro tale./ risposta vi additerò il giorno che dovrete inviarci la<br />

Carrozza -- . Lunedì si atten/de la Zia Catalano forse da costì spero profittare del ritorno inviando<br />

/ Giovannino, Maro e Sig.ra Saveria per essere più spicci poi noi -- .<br />

Riceverete dal Latore una Salvietta con dentro un goccillato di tirrone nero, / ed un involto di<br />

tirrone bianco, che vi mangerete con Pietro, stante Maro, e / Giovannino l’ebbero complimentati, e<br />

loro volevano a voi e Pietro portare ma / profittano del datore, perché va a deteriorarsi –<br />

Si sono ricevute le onze 4 e tarì 20 dai Scammacca --.<br />

Noi ottimi, sperando così di voi altri tutti –<br />

Vi abbracciamo, baciamo le mani a Mamà siamo<br />

P.S.<br />

Il plico è stato da noi dischiuso, è tornato<br />

a suggellare col nostro suggello, ed involto<br />

in tela incerata cucita.<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 164/a<br />

Vizzini, lì 13 Dicembre 1850<br />

Il vostro Cog[nato] Giovanni<br />

Villa Tebidi [Vizzini], 1851,<br />

Febbraio 25<br />

Salvatore <strong>Verga</strong> Catalano scrive al nipote Mario di aver ricevuto la sua prima lettera (primi<br />

caratteri) e di aver appreso ” … i progressi nello studio” … nonché di credere che egli prosegua “<br />

… ad essere pittore “.<br />

Raccomanda,inoltre, ai nipoti Mario e Giovannino di essere costanti negli studi, promettendogli di<br />

portare “ … la prima volta, che tornerete in Vizzini … quanti Mel’Aranci, quante frutta” ed altri<br />

doni conservati per loro.<br />

Li avverte, infine, che “… se osserverò non aver .. fatto profitto nello studio, …non vi voglio più<br />

per Nipoti, giacchè i giovani ignoranti sono mal veduti da tutti …”.<br />

__________________________________


Caro nipotino da Figlio<br />

Ho ricevuto per mezzo della Zia D[onn]a Domenica i tuoi pri/mi caratteri, e sento i progressi nello<br />

studio. Lo spero mercè / l’abilità del tuo valente Maestro ; ma la tua lettera per ora / mi da a<br />

sospettare, che prosiequi ad essere pittore.<br />

Tu dovrai ricordarti, che ti portai in questa di Tepidi, e che, come dice la Zia Giovanna non vedesti<br />

il Giardino; vedesti / però la Casina, e la nuova chiesa .— Or se tu studi, lo che / anche<br />

raccomando a Giovannino, la prima volta, che tornerete in / Vizzini vi porterò in questa, […?]<br />

quanti Mel’Aranci, quante / frutta, e quante cose, ho serbato per voi.<br />

Vi abbraccio intanto, e benedico, sperando fra breve rive/dervi, e se osserverò non aver voi fatto<br />

profitto nello studio, / allora non vi voglio più per Nipoti, giacchè i giovani igno /ranti sono mal<br />

veduti da tutti, anche dai parenti, e par/ticolarmente poi da [sic !] .<br />

Al Signor Padre D[on] Maro <strong>Verga</strong><br />

Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 189/a<br />

Vostro Zio da padre<br />

Salvadore <strong>Verga</strong> //<br />

Villa Tepidi lì 25 Febbraio 1851<br />

Cibali [Catania], 1855, Settembre 18<br />

Carmelo (Di) Mauro scrive al fratello Salvatore rassicurandolo sulla buona salute della sorella Tina<br />

[Caterina Di Mauro moglie di Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano] e dell’intera famiglia compresa<br />

Donna Venna [Giovanna <strong>Verga</strong> Catalano sorella di Giovanni Battista].<br />

Comunica, altresì di essere stato con Giovannino [<strong>Verga</strong>] e suo padre a vedere la casa di<br />

campagna propria di Messer Giovanni “nella quale con ogni probabilità avrebbero dovuto<br />

trasferirsi [a causa dell’epidemia di colera].<br />

__________________________________<br />

Caro fratello


La mancanza d’opportunità non ha fatto riceverti alcun riscontro sulla / salute di Tina e la famiglia<br />

tutta e D.[onna] Vanna che stanno bene come pure noi / frattanto ieri fummo con Giovannino e suo<br />

padre a vedere la / casa di campagna propria di Messer Giovanni, quale è restrittissi/ma, ma pure<br />

forse dovranno andarci ad abitarla solo li trattie/ne a risolvere il modo di trasporto a causa della<br />

strada pessima / e la distanza dall’acqua --. Dimani pertanto resto qui e quin/di potrai venire se lo<br />

credi – Il punto loro abitazione / e esente dal morbo fin ora --. Spero lo passerete bene e / baciando<br />

le mani a Mama con tutti i miei pietro pratica lo / stesso con te e sono<br />

Cibali lì 28 Settembre 1855<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 66/a<br />

Tuo fratello Carmelo<br />

Vizzini, 1855, Febbraio<br />

22<br />

Carmelo (Di) Mauro scrive al fratello Salvatore rassicurandolo sulla buona salute della sorella Tina<br />

[Caterina Di Mauro moglie di Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano] e dell’intera famiglia compresa<br />

Donna Venna [Giovanna <strong>Verga</strong> Catalano sorella di Giovanni Battista].<br />

Comunica, altresì di essere stato con Giovannino [<strong>Verga</strong>] e suo padre a vedere la casa di<br />

campagna propria di Messer Giovanni “nella quale con ogni probabilità avrebbero dovuto<br />

trasferirsi [a causa dell’epidemia di colera].<br />

__________________________________<br />

Caro cognato<br />

Mercordì mattino […?] avea dalla sera precedente tutto all’ordine a / partire per avermi inteso<br />

poco bene, che, per l’eccessivo caldo corrono del/le flussioni ne fui attaccato, e non potei partire,<br />

ieri poi Giovannino, il quale / sta mane l’ho lasciato in Tepidi meglio ed esente di febbre, per cui o


partirò sabato o lunedì mattino, stante che mio fratello Giuseppe con Giom/battista <strong>Verga</strong> devono<br />

venire costì per loro affari, e vogliono viaggiare / assieme con noi, sta sera ne perlerò il fratello<br />

Salv.[ato]re e vedrò come / dispone, dovendomi dare la vettura—<br />

Noi ottimi, ci riserba di questi piccoli incomodi flussionali che vi ho detto, / e vi dico che per<br />

cautela tanto io che Giovannino non abbiamo vo/luto esporci al viaggio, e per le premure di Tina, e<br />

mio fratello Salv.[ato]re.<br />

Vi abbraccio, bacio le mani a Mamà come fa Tina, i figli vi chiedono / la benedizione come alla<br />

Nonna, i miei tutti vi rispettano, non esclusa / con particolarità la Zia sono<br />

a S, E. Signor Don Salvadore Mauro<br />

Di rimpetto il fondaco dell’oglio<br />

Nella Casa Mauro<br />

Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 168/a<br />

Vizzini lì 22 Febbraio 1855<br />

Vostro Cognato Giovanni //<br />

Catania, 1906, Aprile 7<br />

Cartolina postale Carmelo (Di) Mauro scrive al fratello Salvatore rassicurandolo sulla buona salute<br />

della sorella Tina [Caterina Di Mauro moglie di Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano] e dell’intera<br />

famiglia compresa Donna Venna [Giovanna <strong>Verga</strong> Catalano sorella di Giovanni Battista].<br />

Comunica, altresì di essere stato con Giovannino [<strong>Verga</strong>] e suo padre a vedere la casa di<br />

campagna propria di Messer Giovanni “nella quale con ogni probabilità avrebbero dovuto<br />

trasferirsi [a causa dell’epidemia di colera].<br />

__________________________________<br />

Carissimo Fratello<br />

Catania, 7 Aprile 1906


Giovannino verrà domani, / Domenica, tempo permetten/do , perché qui è sempre in/certo e<br />

piovoso, partendo di qui dopo mezzogiorno e arrivando alla stazione di Vizzi/ni verso le quattro<br />

pomeridia/ne come tu dici; nella tua cartolina ultima dopo rice/vuta ieri. Vi salutiamo / assai tutti<br />

tuo aff [ezionatissimo]Giov[anni] //<br />

Al Sig. Mario <strong>Verga</strong> Di Mauro<br />

Vizzini<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 142/a<br />

Tepidi [Vizzini], 1905,<br />

Dicembre 5<br />

Cartolina postale Carmelo (Di) Mauro scrive al fratello Salvatore rassicurandolo sulla buona salute<br />

della sorella Tina [Caterina Di Mauro moglie di Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano] e dell’intera<br />

famiglia compresa Donna Venna [Giovanna <strong>Verga</strong> Catalano sorella di Giovanni Battista].<br />

Comunica, altresì di essere stato con Giovannino [<strong>Verga</strong>] e suo padre a vedere la casa di<br />

campagna propria di Messer Giovanni “nella quale con ogni probabilità avrebbero dovuto<br />

trasferirsi [a causa dell’epidemia di colera].<br />

__________________________________<br />

Tepidi, 5 Dicembre 1905<br />

Carissimo Fratello . – Ti scrivo un rigo per darti notizie di noi, che malgrado la pioggia incessante,<br />

ora son tre giorni, godia/mo ottima salute. Spero che sia altrettan/to di te e dei nostri nipoti, e ti<br />

prego dar/mi notizie di tutti appena lo potrai. –


A causa della detta pioggia, sono due giorni che non ho mandato in Vizzini alcuna per/sona, e che<br />

nessuno viene qui da Vizzini. Igno/ro perciò se fossero arrivate in casa lettere tue o di altri, ed oggi<br />

mando appositamente un’espres/so per tale oggetto. – Com’è naturale noi ab/biamo commemorato<br />

voi altri e fra le tan/te cose vorrei sapere se con questo tempaccio il nostro caro nipote Giovannino<br />

va a scuola o pure è restato in casa, e se và a scuola se vi si reca a piedi o col tram. Io son<br />

persua/so che tu prescriverai per lui tutte le maggiori possibili cautele ma anch’io quantunque<br />

lontano ne prendo molto interesse. Ti abbraccio al cuore con lo stesso e così anche Lidda –<br />

Tuo affezionato fratello Mario //<br />

All’ Egregio Signor Giovanni <strong>Verga</strong> Di Mauro<br />

Via Sant’Anna n° 8<br />

Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 136/a<br />

Vizzini, 1903, Novembre 21<br />

Cartolina postale Carmelo (Di) Mauro scrive al fratello Salvatore rassicurandolo sulla buona salute<br />

della sorella Tina [Caterina Di Mauro moglie di Giovanni Battista <strong>Verga</strong> Catalano] e dell’intera<br />

famiglia compresa Donna Venna [Giovanna <strong>Verga</strong> Catalano sorella di Giovanni Battista].<br />

Comunica, altresì di essere stato con Giovannino [<strong>Verga</strong>] e suo padre a vedere la casa di<br />

campagna propria di Messer Giovanni “nella quale con ogni probabilità avrebbero dovuto<br />

trasferirsi [a causa dell’epidemia di colera].<br />

__________________________________<br />

Vizzini, 21 Novembre 1903<br />

Carissimo Fratello. Ieri dovetti recar/mi in Caltagirone perché oggi si trattava / la causa della<br />

graduatoria contro i <strong>Verga</strong> / Messina. Sono tornato stasera ed appena giun/to ho letto la tua lettera<br />

del 19 -, cioè di mar/tedì scorso, che arrivò qui ieri mattino, e perciò mentre io ero assente.<br />

Secondo la stessa tu eri in attesa del telegramma da Milano, per sa/pere se avresti dovuto partire


[…?] stasera o/pur no. Quindi ho mandato alla posta per ve/dere si vi fossero ulteriori tue lettere,<br />

ma non ne sono arrivate. Ignoro dunque se tu par/tirai stasera per Milano insieme a Paola.<br />

Ad ogni modo ti dirigo la presente per darti mie notizie e dirti il motivo per cui non ti ho scritto!<br />

Ove mai tu fossi già partito, prego il nipote Giovannino di rispedirtela a Mila/no, dirigendola al<br />

solito Hotel Marino, e ri/serbandomi io pure di scriverti altra lettera, / mentre stasera ti scrivo<br />

brevemente ed in / cartolina, essendo già stanco pel viaggio fatto e pel / lavoro sostenuto – Ti<br />

abbraccio al cuore con / Giovannino e Caterina Tuo affez[ionato] fratello Mario //<br />

All’ Egregio Signor Giovanni <strong>Verga</strong> Di Mauro<br />

Via Sant’Anna n° 8<br />

Catania<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 135/a<br />

Catania, 1871, Novembre 25<br />

Mario <strong>Verga</strong> scrive alla moglie Lilì [Calogera Fortunata <strong>Verga</strong>] smentendo la circostanza che lo zio<br />

Pepè [lo zio paterno Giuseppe <strong>Verga</strong> Catalano] fosse partito per Messina.”… pura invenzione e<br />

null’altro”. Comunica , altresì di non sapere nulla circa la prevista “ …venuta a Vizzini …”di “zio<br />

Pepè e zio Pasquqle”.<br />

Nel prosieguo racconta alla moglie la trama del “… romanzo di Giovannino” [Storia di una<br />

capinera] ..”racconto assai semplice ma molto commovente scritto tutto in forma di lettere … come<br />

quella di Jacopo Ortis …” “…così vere che pare una pura storia …”<br />

Ammette di non aver “ … letto tutto il libro … prima copia” ma soltanto “a corsa alcune pagine<br />

“perchè Giovannino dovette portarsela lui …” Promette, comunque di mandare volume alla<br />

moglie non appena fossero giunte le copie che Giovannino aspettava da Milano.<br />

__________________________________<br />

Lilì mia carissima ed amatissima<br />

Catania li 25 Novembre 1871<br />

Ti ho impostato oggi una lunga lettera scritta da ier / sera, e ne ho ricevuto anche una tua colla<br />

quale mi / domandi se è vero che lo zio Pepè fosse partito per Messina. / Di replica posso dirti che<br />

questo fatto non si avvera assoluta/mente, e di un lato a Messina non ne ho inteso neanche / parlare<br />

di modo che è una pura invenzione e null’altro. / in quanto alla venuta a Vizzini non so cosa<br />

risolveranno / domani mentre devi sapere che avevano deciso di far / ritorno per Lunedì, stasera<br />

poi è venuto fuori un nuovo / discorso che lo zio Pepè e zio Pasquale tornassero forse / a Vizzini<br />

per pochi giorni, e poi nei primi dell’entrante / ritorneranno a prendere le rispettive moglie figlie /<br />

non posso dirti di sicuro se questo fatto vi metterà in esecuzio/ne anzi mi pare difficile, ma è un<br />

discorso venuto / fuori stasera soltanto per la prima volta, mentre / invece fino ad oggi erano<br />

risoluti di venire tutti Lunedì, anzi c’e anche accaparrata la carrozza.


Ti ho parlato nella lettera di oggi del romanzo di Giovannino / voglio fartene un cenno<br />

dell’episodio che racchiude.<br />

E’ la storia di una giovanetta, orfana di madre, ed il cui padre si era nuovamente rimaritato / la<br />

giovanetta era stata messa in un monastero fin dai / suoi più teneri anni, circa dall’epoca in cui il<br />

padre avea / sposato la seconda moglie / esce soltanto dal monastero per / alcuni mesi nel 1854 a<br />

causa del Colera, e per tale mo/tivo viene condotta dalla famiglia in una campagna / dell’Etna ha<br />

un’altra sorella, figlia della seconda / moglie, ed un fratellino di tenera età, ignara delle cose / che<br />

escono dalle mura del monastero prova una gran / sorpresa nel vedere la campagna, la libertà di<br />

cui si / può godere fuori di un convento, e tutto ciò che non sia / monastero, è ingenua<br />

estremamente ingenua, i / genitori, la madrigna più d’ogni altro l’hanno prede/stinato di dedicarla<br />

al chiostro, lei si è rassegnata / perché fin da bambina non conosce altro mondo.<br />

In campagna fanno conoscenza con un'altra famiglia / in cui c’è un giovanotto di nome Nino a cui<br />

pare che la famiglia faccia un gran buon viso, nella speranza / di poterlo dare in sposo alla sorella<br />

minore, Nino / però prodiga tutte le cure alla monachella e par / che la prediliga la monachella<br />

accetta queste cure / con la sua ingenuità infantile a poco poco senza / nemmeno avvedersene se ne<br />

innamora, non sa / nemmeno come accade questo fatto, Nino dal suo canto / non trascura qualche<br />

dichiarazione alla monaca che / per le sofferenze che prova comincia a desiderare il chio/stro dove<br />

tutti questi affetti le erano completamente scono/sciuti, finalmente ritorna in chiostro e vi torna di<br />

sua / volontà sperando di trovarvi l’antica pace, ma no / Nino sposa la sorella Minore --. la povera<br />

giovanetta / muore tisica. –<br />

E’ un racconto assai semplice ma molto commovente / è scritto tutto in forma di lettere, e quasi una<br />

corri/spondenza come quella di Jacopo Ortis col suo amico / ma gli affetti di quella ragazza<br />

ingenua sono così com/moventi, e così vere che pare una pura storia –<br />

Io non ho letto tutto il libro perché non ho potuto averlo potei leggerne a corsa alcune pagine<br />

appena arrivò / quella prima copia di cui ti parlai ier sera, ma poi / Giovannino dovette portarsela<br />

lui e non potei fornirne / la lettera, appena verranno le copie che Giovannino / aspetta da Milano,<br />

me ne farò dare una, e la manderò / a te, sicuro che l’accetterai di cuore, e la leggerai con piacere.<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 77/a<br />

Vizzini, 1916, Dicembre<br />

9<br />

Mario <strong>Verga</strong> scrive al fratello Giovanni ringraziandolo per averlo rappresentato “… nella mesta<br />

commemorazione della … cara madre, [Caterina Di Mauro, deceduta il 5 Dicembre 1878] … tanto<br />

al Cimitero che nella celebrazione della Messa in suffraggio dell’anima sua benedetta”.<br />

Comunica, inoltre, di aver fatto celebrare insieme con i familiari anche a Vizzini una Messa cui<br />

hanno “ …assistito personalmente”.<br />

__________________________________<br />

Carissimo fratello<br />

Vizzini 9 Dicembre 1916<br />

Riscontra la tua lettera dell’altro ieri 6 corren/te ringraziandoti con tutto il cuore per<br />

quanto hai praticato, alla mia intenzione, nella mesta / commemorazione della nostra cara madre,<br />

rappresentandomi tanto al Cimitero che nella ce/lebrazione della Messa in suffraggio dell’anima /<br />

sua benedetta.<br />

Noi, come ti avevo scritto con la mia precedente, / fecimo celebrare anche qui una Messa a cui<br />

as/sistemmo personalmente.<br />

In quanto alla tristezza che mi scrivi di provare / per questa nostra maledetta lontananza, io / ti<br />

assicuro che ne provo anch’io una impressione / assai dolorosa, e vorrei far di tutto per evitarla /<br />

specialmente in certe date circostanze che mi / amareggiano molto. Ma come fare ?<br />

Ti abbraccio caramente, e cosi anche Lidda.<br />

Tuo affezionato fratello<br />

Mario


A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 112/a<br />

Catania, 1869, Settembre<br />

9<br />

Giovanni <strong>Verga</strong> scrive allo zio paterno Salvatore <strong>Verga</strong> Catalano chiedendogli istruzioni circa il<br />

ritiro di un tavolo, in particolare se dovesse pagarne il trasporto allo spedizioniere “come pretende<br />

l’Amministratore dell’Opinione Nazionale [giornale fiorentino]” che “ …contro ogni giustizia… si<br />

ostina a non voler spedire il tavolo franco al destino.”. Chiede inoltre allo zio di indicargli un<br />

mezzo “… sicuro con cui farglielo giungere a Vizzini”.<br />

__________________________________<br />

Caro zio<br />

Catania 9 Settembre 1869<br />

Di ritorno a Catania le scrivo per / domandarle se devo ritirare il tavolo dello /<br />

spedizioniere pagando il trasporto come preten/de l’Amministratore dell’Opinione Nazionale .<br />

Mi trovo averle già scritto da Firenze la / scena accaduta a questo proposito all’Uffi/cio del<br />

Giornale e come, l’Amministrazio/ne contro ogni giustizia, si ostina a non voler / spedire il tavolo<br />

franco al destino. Mi si / promise di scriverle direttamente e non / saprei se a quest’ora avrà<br />

ricevuto / lettera dall’Amministratore ed in quali sen/zi. Per queste ragioni non ho saputo<br />

risol/vermi a ritirare il tavolo pagando il / trasporto senza suo permesso. Però sono / convinto che<br />

bisognerà bene chinare il capo / e pagare il trasporto se lei desidera il / tavolo quindi attendo suo<br />

riscontro per regolar/mi di conseguenza e sarebbe bene che / mi additasse anche un comodo sicuro<br />

con / cui farglielo giungere a Vizzini.<br />

Sono con distinta stima<br />

Devotissimo Nip[ot]e


A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 51/a<br />

G. <strong>Verga</strong><br />

Catania, 1905, Febbraio<br />

16<br />

Mario <strong>Verga</strong>, su incarico del fratello Giovanni, scrive alla nipote Caterina Alessandrina <strong>Verga</strong><br />

Patriarca comunicandogli che lo zio “ … tormentato da un forte dolore ai lombi, che lo fa soffrire<br />

moltissimo.” “… non può soddisfare al … desiderio, perché il trovare un monologo [che la nipote<br />

avrebbe dovuto recitare per una rappresentazione tenuta nel collegio femminile ove era convittrice]<br />

“che possa adattarsi … è la cosa più difficile …”, non credendo “che ne esistano appropriati alla<br />

… età e capacità …”, il pubblico avrebbe dovuto quindi “… restarne privo … [per] diverti/mento<br />

o prova di pazienza”, e la nipote avrebbe dovuto rassegnarvisi “ … necessariamente non potendo<br />

rimediarvi in altro modo.” .<br />

Saluta, inoltre con Giovannino [<strong>Verga</strong> Patriarca] comunicando di aver scritto a Firenze per ordinare<br />

il “naso elettrico” [probabilmente, uno scherzo carnascialesco considerata la data di invio della<br />

lettera].<br />

Rassicura, infine circa la ricezione da parte dello zio Giovanni [<strong>Verga</strong> Di Mauro] della “…<br />

cartolina a lui diretta”.<br />

_________________________________<br />

Carissima nipote<br />

Catania 16 febbraro 1905<br />

Ti scrivo per incarico dello zio Giovanni, il / quale non può rispondere alla tua lettera<br />

ri/cevuta ieri perché tormentato da un forte do/lore ai lombi, che lo fa soffrire moltissimo.<br />

Egli m’incarica di dirti: che non può soddisfare / al tuo desiderio, perché il trovare un monologo /<br />

che possa adattarsi a te, è la cosa più difficile, / e non crede che ne esistano appropriati alla tua /<br />

età e capacità, senza contare che egli non / può occuparsene per la sopra detta ragione di / trovarsi<br />

poco bene in salute.—<br />

Non sarà perciò un gran male che il pubblico / resti privo di questo, non sappiamo se diverti/mento<br />

o prova di pazienza, e tu vi ti ras/segnerai necessariamente non potendo ri/mediarvi in altro<br />

modo.—


Ti abbraccio affettuosamente con Giovanni/no e colgo questa opportunità per dirti / che scrissi a<br />

Firenze per far venire il naso [?] / elettrico, incaricando il venditore di man/dartelo direttamente in<br />

collegio.<br />

Lo zio Giovanni saluta te e Giovannino<br />

Tuo affez[ionatissim]o zio<br />

Mario<br />

P.S. in questo momento lo zio Giovanni ha ri/cevuto la tua cartolina a lui diretta, e / riscontrandola<br />

io, ti dico che le scarpe / di cui scrivi potrai consegnarle al latore / della presente. Addio. --<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 235/a<br />

Villa Tepidi [Vizzini], 1904, Luglio<br />

19<br />

Mario <strong>Verga</strong> scrive alla domestica Rina Conversini esternando molto dispiacere per “ ..le nuove<br />

febbri …” di cui aveva nuovamente sofferto augurandosi di saperla “ … completamente ristabilita”<br />

Successivamente egli impartisce istruzioni oltremodo particolareggiate per l’acquisto di un dono da<br />

farsi per “ … la festa di Sant’Anna, che ricade … nel giorno 26 del corrente mese luglio” giacché<br />

“ … in esso coincide l’onomastico della Signora Anna Carlevaris, Direttrice nel Convitto<br />

femminile, dov’è alunna [la] … nipote Caterina” [Alessandrina <strong>Verga</strong> Patriarca], in modo che la<br />

famiglia ben figurasse “… nella dimostrazione di omaggio … fatta alla medesima”, esternando il “<br />

… il desiderio di potere inviare o un bel mazzo, o una bella corbeille…” e dandone l’ordine ad un<br />

” giardiniere … e nella ipotesi che …” convenisse “… preferire il cestino, comprarne uno di<br />

quelli di paglia, … nel magazzino dei Fratelli Amato-Aloisio o in qualche altro di simili<br />

chincaglierie. Viene altresì suggerito il giardiniere [fioraio] da “… adibire … certo Cuturi”<br />

abitante “in via Stesicoro Etnea più alto della villa Bellini, e nello stesso lato della detta villa…” il<br />

quale in precedenza aveva fornito alla famiglia” … le corone mortuarie per il cimitero”.<br />

_________________________________<br />

Cara Rina<br />

Villa Tepidi, presso Vizzini 19 luglio 1904<br />

Ho ricevuto la vostra cartolina postale in data di ieri, ed ho / provato molto dispiacere per<br />

la notizia in essa contenuta delle / nuove febbri che avete tornato a soffrire .—<br />

Desidero subito vostre notizie che mi auguro migliori, e nella / speranza che la presente mia lettera<br />

vi trovi com/pletamente ristabilita, desidero il favore di dirmi se / potete incaricarvi della seguente<br />

mia commissione:<br />

Si avvicina la festa di Sant’Anna, che ricade appunto / nel giorno 26 del corrente mese luglio, ed in<br />

esso / coincide l’onomastico della Signora Anna Carlevaris, / Direttrice nel Convitto femminile,<br />

dov’è alunna / mia nipote Caterina.<br />

In detto giorno tutti i parenti delle ragazze che sono / in detto Collegio, mandano alla Direttrice<br />

lettere e b/iglietti d’augurio con regali di bellissimi fiori. –<br />

Ed io non so se voi avete notato che nello scorso anno mio / fratello Giovanni mandò a nome della<br />

famiglia un ele/gante cestino ripieno di buoni fiori.


Or in quest’anno trovandosi egli assente e così anch’io / non vorrei che la nostra famiglia<br />

mancasse di figura/re nella dimostrazione di omaggio che sarà fatta al/la medesima e perciò ho il<br />

desiderio di potere inviare o un bel mazzo, o una / bella corbeille, secondo che sarebbe preferibile<br />

per fare / migliore figura.—<br />

Vi sarebbe però di / bisogno che una persona intelligente si assumesse l’incarico / di darne l’ordine<br />

ad un giardiniere / concertando con lui quel che sarà meglio di fare, e nel/la ipotesi che convenga<br />

preferire il cestino, comprarne / uno di quelli di paglia, fra i più eleganti che vendono / o nel<br />

magazzino dei Fratelli Amato-Aloisio o in qual/che altro di simili chincaglierie –<br />

Fatemi il favore di dirmi se voi potreste incaricar/vi di tale mio affare ed in caso affermativo vi<br />

indico / fin da ora il giardiniere che potreste adibire che è / un certo Cuturi, il quale abita in via<br />

Stesicoro Etnea / più alto della villa Bellini, e nello stesso lato / della detta villa; sulla cui porta<br />

d’ingresso trovasi / un’insegna in cui è precisamente dipinto uno di / questi cestini ripieno di fiori e<br />

con manico a cerchio molto / rilevato e rivestito anch’esso di piccoli fiori .—<br />

Se voi sarete in grado di rendermi tale favore, / prendete a mie spese per andare in detto posto, una<br />

carrozzella, / e pattuite col giardiniere preventivamente il prez/zo che dovrei corrispondergli.<br />

Ditegli anche che la commissione viene da me, che fu egli appun/to che nello scorso anno<br />

confezionò il cestino man/dato da mio fratello, e che in altre occasioni funebri / ci ha fornito le<br />

corone mortuarie per il cimitero.<br />

Avvisatemi della spesa complessiva che importerà / la superiore mia commissione,ed io vi manderò<br />

/ il denaro occorrente .—<br />

Ove mai poi non potete occuparvene / avvisatemelo subito, onde essere in tempo per po/tervi<br />

provvedere in altro modo, ben inteso che / anche in tal caso vi sarò ugualmente grato / perché son<br />

sicuro che voi per favorirmi spiegherete tut/te il vostro buon potere se non ve lo impedisse o il<br />

motivo / della salute, o il non aver la pratica per / quanto più sopra.—<br />

Mia moglie mi incarica di rapportarvi i / più affettuoso saluti così anche la serva / Lucia ed io mi<br />

associo a loro stringendovi / la mano.<br />

Vostro affez[ionatissim]o<br />

M.[ario] V.[erga]<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 237/a<br />

Villa Tepidi [Vizzini], 1904, Agosto<br />

5<br />

Mario <strong>Verga</strong>, esprime ai nipoti Giovannino e Marco [<strong>Verga</strong> Patriarca] le proprie scuse per aver<br />

lasciato passare tanti giorni prima di scrivergli, “ … pel molto da fare che [ha] avuto …”, accusa<br />

altresi ricevuta delle loro precedenti missive, apprezzando l’intenzione, espressa da Marco di<br />

volere “ … studiare in modo, che ottenga otto in tutte le materie, e così ottenere la franchigia<br />

delle tasse scolastiche…” .<br />

Comunica inoltre che lo zio Giovanni [<strong>Verga</strong> Di Mauro] sarebbe ritornato a Catania nel mese di<br />

settembre e che avrebbe portato i nipoti in campagna, invita, quindi, i nipoti a “ …scrivere<br />

un’apposita lettera per pregarlo di concedervi, [in qualità di tutore legale] se lo crede, il suo<br />

permesso. a venire in Vizzini …per godervi la festa di San Giovanni …” non potendo Mario<br />

“arrogar[si]” un tal diritto…”<br />

Esorta, da ultimo, i nipoti a manifestare la “più sincera gratitudine al Rettore ed al Censore, per il<br />

compiacimento” esternato “…quan/do si seppe che Marco era stato pro/mosso …”. giacchè “…<br />

indica l’affetto di persone sensibilissime, che vi stimano come padri”.<br />

_________________________________<br />

Miei carissimi Nipoti Giov.[annino] e Marco<br />

Villa Tepidi 5 Agosto 1904<br />

Chissà che cosa avrete pensato di me, aven/do lasciato passare tanti giorni senza scri/vervi.<br />

Ne sono anch’io molto dispia/ciuto, e vi assicuro che ho rimandato / sempre da un giorno all’altro<br />

il propo/nimento di mandarvi la presente mia / lettera pel molto da fare che ho avuto, / e che ha<br />

assorbito interamente il mio / tempo.<br />

Intanto ho regolarmente ricevuto le / vostre due lettere del 20 e 30 scorso lu/glio, anzi quella del<br />

20, la mandai al/lo zio Giovanni, onde metterlo a parte / del piacere che provai io, quando Mar/co


mi scrisse di volere studiare in / modo, che ottenga otto in tutte le / materie, e così ottenere la /<br />

franchigia delle tasse scolastiche.<br />

Lo zio Giovanni me l’ha rimandato / per conservarla io e così ho fatto spe/rando che la superiore<br />

promessa fat/tami da Marco, mi sia poi man/tenuta non solo da lui, ma anche / da Giovannino –<br />

Lo zio Giovanni mi scrive che ritor/nerà a Catania nei primi giorni / del 21 settembre e che appena<br />

arrivato vi prenderà tutti con lui, / per portarvi qui in campagna.<br />

Comprenderete bene che ciò impe/disce il piano da noi fatto di poter / venire in Vizzini negli ultimi<br />

giorni / del corrente agosto per godervi la festa / di San Giovanni. Sarà necessario / che voi altri<br />

scrivete allo zio un’ap/posita lettera per pregarlo di conceder/vi, se lo crede, il suo permesso.—<br />

Senza del suo consenso io non ardi/sco prendervi con me perciò se egli / ve lo concederà, io verrò a<br />

prendervi / pochi giorni prima della festa, ma in / caso negativo non posso arrogarmi / un tal<br />

diritto. Pensate voi altri ad / ottenere la sua adesione.—<br />

Vi prego di manifestare al Signor / Rettore ed al Signor Censore la mia / più sincera gratitudine,<br />

per il com/piacimento da essi esternatomi quan/do si seppe che Marco era stato pro/mosso. Lo<br />

interessamento in favor / vostro dei detti superiori, è un sen/timento di cui dovete esser loro<br />

gra/tissimi, perché oltre che esprimere / le relazioni esistenti fra precettori ed / alunni, indica<br />

l’affetto di persone / sensibilissime, che vi stimano come / padri.—<br />

Vi abbraccio affettuosamente al / mio cuore, e così anche la zia / insieme a cui vi mandiamo molti<br />

baci.<br />

Vostro affez[ionatissim]o zio<br />

Mario<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 238/a<br />

Tepidi [Vizzini], 1909, Agosto 12<br />

Mario <strong>Verga</strong>, scrive ai nipoti Giovannino e Marco [<strong>Verga</strong> Patriarca] facendo cenno a precedenti<br />

lettere circa l’andamento degli affari familiari<br />

Da pure notizia di aver ricevuto il Giornale d’Italia di Roma e il Corriere della Sera di Milano ove<br />

è apparsa la notizia che il fratello Giovanni <strong>Verga</strong> “… sta lavorando per scrivere un nuovo<br />

dramma”., che “… se Iddio lo aiuta, ispirandolo come quando scrisse Cavalleria Rusticana sarà<br />

una fortuna …”.<br />

_________________________________<br />

Mio caro Nipote<br />

Tepidi 1909 12 Agosto<br />

La tua cartolina postale di ieri 11, giunta in / Vizzini ieri sera 11, l’ho rice/vuto in questo<br />

mo/mento, e con molto dispiacere apprendo da essa, / che sabato scorso mi hai spedito una lunga<br />

lettera, / con cui mi davi conto degli affari fatti ma che io, non ho ricevuto.<br />

Ho bensì ricevuto i due giornali: cioè / Giornale d’Italia di Roma e Corriere della Sera di Milano, /<br />

in cui ho letto la notizia che mio fratello Giovanni / sta lavorando per scrivere un nuovo dramma.<br />

Ora capisco il perché egli ha lasciato trascorrere tanti / giorni, senza darmi sue notizie. Intanto<br />

desidero da / te conoscere se i sudetti due giornali, tu me li hai man/dato di tua iniziativa o pure se<br />

li hai avuto spediti / dallo stesso mio fratello Giovanni, con incarico di trasmettermeli.<br />

Non avendo, come ho detto, ricevuto la tua prece/dente lettera, ed ignorando perciò di quali affa/ri<br />

tu mi scrivevi con essa, ti raccomando di ri/petere quelle notizie onde potermi io regolare.<br />

Da quello che mi dici con questa cartolina rice/vuta oggi, debbo argomentare che il compratore /<br />

dei verdelli pagò la somma dovuta ma / la saldò interamente ? e le spese ?<br />

Dimmi che speranze vi sono per l’affitto delle / chiuse, dimmi pure se puoi provvedere ai / denari<br />

occorrenti per la fondiaria perché in caso / di bisogno te li manderò io. Ma tu dimmi la / somma<br />

che dovrà pagarsi.


Insomma informami di tutto e dettaglia/tamente, perché dobbiamo agire di concerto, onde / aiutarci<br />

vicendevolmente.<br />

La notizia del lavoro che sta facendo tuo zio Giovanni mi ha cagionato vero piacere, perché/ se<br />

Iddio lo aiuta, ispirandolo come quando / scrisse Cavalleria Rusticana sarà una fortuna non mi<br />

dilungo perché ho poco tempo disponi/bile.—<br />

La nostra salute ottima. Altrettanto / ci auguriamo di tè ed abbracciandoti cara/mente, come fanno<br />

tua zia Lidda e tua sorella, credimi.<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 223/a<br />

Tuo affezionatissimo zio<br />

Mario<br />

Vizzini, 1903, Dicembre 5<br />

Mario <strong>Verga</strong>, scrive ai nipoti Giovannino e Marco [<strong>Verga</strong> Patriarca], che lo: zio Giovanni fece<br />

rappresentare in Milano la sua commedia nella sera del […] Novembre ed ebbe un esito<br />

[favorivo]lissimo [?].<br />

_________________________________<br />

Miei carissimi Nipoti Giovannino e Marco<br />

Vizzini 1903 5 Dicembre<br />

Ho ricevuto la vostra / lettera, che non potete immaginare / quanto piacere mi abbia<br />

cagio/nato perché lo desideravo moltissimo. / Vi raccomando perciò di non lascia/re passare tanto<br />

tempo a riscon/trarmi. Vi dico con dispiacere che per ora non vengo a Catania come / vi avevo<br />

scritto che avrei forse fatto / con la mia precedente cartolina.<br />

Sono molto occupato di affari, spe/cialmente considerando che dovrò / terminarli prima che arrivi<br />

il / Natale. Per Natale come vi ho promesso, sarò in codesta con la zia.<br />

Lo zio Giovanni fece rappresentare in / Milano la sua commedia nella sera / del [ …] Novembre ed<br />

ebbe un / esito [favorivo]lissimo [?] .<br />

Sta bene e vi ab/[braccia] come faccio anch’io con la zia Lidda.—<br />

Vi raccomando di / rapportare tanti miei rispetti al Censore.<br />

Vostro affez[ionatissim]o zio<br />

Mario


A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 231/a<br />

Catania, 1858, Novembre 26<br />

Certificato di nascita e domicilio di Giovanni Carmelo <strong>Verga</strong> rilasciato dal Patrizio di Catania da<br />

servire per l’iscrizione alla facoltà di Giurisprudenza della Regia Università di Catania.<br />

_________________________________<br />

Certificato del Patrizio<br />

In carta di bollo di …..<br />

Noi Patrizio della Città di Catania Capo Provincia – In esecuzio/ne del Sovrano Rescritto<br />

del 16 Nov. 1819. –Vista la dichiarazione / in iscritto a noi fatta dal Sig. r D.[on] Giovanni <strong>Verga</strong><br />

naturale del Comune / di Vizzini sin da fanciullo domiciliato in questa, ove trovasi anche /<br />

ammogliato con la quale ha manifestato, che il di lui figlio Giovanni / Carmelo dovrà portarsi nella<br />

Regia Università di questa onde intrapren/dere il Corso di Studi nella facoltà Legale, e quindi<br />

ottenere i con/venienti gradi accademici ai termini del Regolamento del 27 [sette]mbre 1815.<br />

Certifichiamo<br />

Che il giovane Giovanni Carmelo <strong>Verga</strong> Mauro è nato, e domi/ciliato in questa Città di Catania –<br />

Rilasciamo il presente da / servire per la Deputazione di questa Regia Università degli Studi .


A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 349/a<br />

Catania li 26 Novembre 1858 --- Il Patrizio Mario Scammacca<br />

Il Cancelliere Maggiore------Salvatore Cornari<br />

N° 25 del Registro – Rilasciato gratis – G. Maiano Uff. del Carico<br />

Vizzini, 1920, Marzo 22<br />

Mario <strong>Verga</strong>, scrive al fratello Giovanni per proporgli una donna “ … per nome Maria Riggio,<br />

dell’età di anni 32, che è disposta ad impiegarsi come cameriera … e per comunicargli le<br />

condizioni da ella stabilite per il servizio.<br />

Comunica inoltre che “… avendo Lidda [la moglie Calogera Fortunatga <strong>Verga</strong>] esplorato tutte le<br />

circostanze, ritiene che si tratterebbe di una donna la quale ha qualche merito…”.<br />

_________________________________<br />

Carissimo fratello<br />

Vizzini 22 Marzo 1920<br />

Aggiungo la presente a quella che ti scrissi due giorni ad/dietro con la data del 20._- perché<br />

come sai io mi sono ri/volto a molte persone, affinchè si cooperassero per la ricerca / della tua<br />

persona di servizio, e fra questi c’è stato il parro/co di Vizzini il quale mi ha presentato una donna<br />

per no/me Maria Riggio, dell’età di anni 32, / che è disposta ad impiegarsi come cameriera perchè<br />

è maritata, ma in/tanto il marito si recò molto tempo addietro in Ameri/ca per sette anni / ed ora<br />

l’ha abbandonato completamente, e per/ciò è come se fosse vedova.-<br />

Il detto parroco è disposto ad intromettersi in questo mio / incarico, perché la conosce fidatissima,<br />

e di ottima mo/ralità. La stessa assicura che alquanti mesi addie/tro stiede a servire con Peppino<br />

Guzzardi, e perciò sa far da mangiare, pulire la casa e gli altri servi/zii abbisognevoli in una<br />

famiglia come le nostre il guaio però è che la detta donna ha una figlia / unica, dell’età di undici o<br />

dodici anni, e perciò de/sidera che costei rimanga insieme a lei, per aiutarla / a lavorare in tutti i<br />

servizi che vi saran di / bisogno._--<br />

Or io prima di scriverti la presente, non solo ho voluto / conoscere la detta donna, ma l’ho fatto<br />

venire in casa / mia, ed abbiamo parlato con la stessa tanto io quanto / Lidda.-- Interrogatala<br />

perciò esplicitamente in que/sto affare della figlia, la stessa ha risposto categorica/mente che ove<br />

mai si tratterà di entrare in servizio / tanto lei quanto la figlia, essa è disposta a stabilire le /


condizioni di questa combinazione, ma se si tratta di / doversi dividere dalla figlia, sarà meglio / di<br />

non parlarne affatto, considerando la cosa come / di esecuzione impossibile.—<br />

Intanto ti dico che avendo Lidda esplorato tutte / le circostanze, ritiene che si tratterebbe di una<br />

/donna la quale ha qualche merito, ed in quanto / alla figlia, potrebbe effettivamente aiutare la /<br />

madre, nel lavoro che devono fare tutte e due.<br />

L’abbiamo interpellato pure relativamente al com/penso, e dai discorsi avuti abbiamo compreso<br />

che / per la detta figlia, questa donna desidera la mesata / di lire dodici, ed a queste aggiungendo<br />

quello che si / dovrebbe pagare a lei, si forma la cifra di circa / lire 30 al mese—circa – o pure lire<br />

35. –<br />

Tutto sommato perciò io credo che l’ostacolo sarebbe / nel costo che viene ad importare il vitto di<br />

due persone , / invece di una sola._-- Per conchiudere poi ti dico al/tresì che la detta Lidda sarebbe<br />

contenta di pigliarla / perché le è piaciuta –<br />

Io ti scrivo tutto ciò, non sapendo in quale condizioni / ti trovi, e quale risoluzione saresti per<br />

prendere, / ti prego perciò di scrivermi subito, se credi di accetta/re tale proposta, e nell’ultimo dei<br />

casi anche per / provare._-- Ove mai non crederai di respingere tale / occasione, scrivilo subito, e<br />

noi stabiliremo anche / condizioni più tassative.<br />

Ti abbraccio al cuore con Giovannino e così anche / Lidda.--<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 129/a<br />

20<br />

Tuo affezionato fratello<br />

Mario<br />

Catania, 1900, Novembre<br />

Giovanni <strong>Verga</strong> scrive al Ministro della Istruzione Pubblica, accettando l’incarico conferitogli di far<br />

parte “… far parte della Commissione permanente per le arti musicale e drammatica … ,<br />

quantunque assai dubbioso circa il valore del [suo] concorso ai mezzi di cui dispone la<br />

Commissione …” .<br />

_________________________________<br />

Eccellenza<br />

Catania, 20 Novembre 1900<br />

In ossequio alle volontà / del Re, e per deferenza / alla Consigliera fiducia del /l’E.V. che<br />

volle proporre / a S. M. di chiamarmi a / far parte della Commissio/ne permanente per le arti<br />

musicale e drammatica / (sezione drammatica) acet/to l’onorevole incarico, quan/tunque assai<br />

dubbioso circa / il valore del mio concorso ai / mezzi di cui dispone / la Commissione onde<br />

rag/giungere l’alto scopo / che V. E. si propone.<br />

Confido però nell’interes/samento dell’E.V. e nell’opera / dei miei illustri colleghi che / se qualcosa<br />

si può fare / dell’Arte Drammatica, la ringrazio di avermi / onorato [?] alla loro […?]<br />

Con ogni ossequio me la / professo [?]<br />

a S. E. il Ministro dell’Istruzione Pubblica<br />

Roma<br />

D[e]v[oto ?] G. <strong>Verga</strong>


A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 22/a<br />

Aprile<br />

Torino, 1898,<br />

Il presidente della Commissione per l’esposizione d’arte drammatica D. Lanza chiede a Giovanni<br />

<strong>Verga</strong>, “… il più sollecitamente possibile e prima del 28 corr[ente] un suo ritratto…” avendo “…<br />

la Commissione ordinatrice … pensato di raccogliere i ritratti dei principali autori drammatici<br />

contemporanei italiani…”.<br />

Illustre Signore<br />

Torino, 16 Aprile 1898<br />

Come complemento della Mostra d’Arte / Drammatica la Commissione ordinatrice ha<br />

pensato / di raccogliere i ritratti dei principali autori drammatici contem/poranei italiani –Si<br />

rivolge perciò, per mezzo mio alla S. V. / perché voglia aderire a questo desiderio inviando il più<br />

sollecitamen/te possibile e prima del 28 corr[ente] un suo ritratto nel formato più / grande che<br />

potrà .Certo che la cortesia di V. S. Ill..ma vorrà / assecondare tale preghiera Le anticipo a nome<br />

del Comitato / esecutivo e della Commissione per l’Arte Drammatica i più / vivi ringraziamenti.<br />

Il Presidente della Commissione<br />

D. Lanza<br />

L’invio deve esser fatto al seguente indirizzo:<br />

Commissione per l’Esposizione d’Arte Drammatica


Palzzo Carignano<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 33/a<br />

16<br />

Roma, 1888, Febbraio<br />

Il ministro Coppino, comunica a Giovanni <strong>Verga</strong> che …” il Re nell’udienza … si è degnato di<br />

accogliere la … proposta promuovendo la S. V. al grado di Uffiziale dell’Ordine della Corona<br />

d’Italia in considerazione di particolari benemerenze da Lei acquistatesi.<br />

_________________________________<br />

Egregio Sig. Cavaliere<br />

Roma, 16 Febbraio 1888<br />

Sua Maestà il Re nell’udienza / del 16 corrente si è degnato di accogliere la mia proposta<br />

promuoven/do la S. V. al grado di Uffiziale dell’Ordine della Corona / d’Italia in considerazione di<br />

particolari benemerenze da Lei / acquistatesi .<br />

Rallegrandomi con la S.V. per la / nuova distinzione onorifica che tanto degnamente Le fu<br />

conferi/ta, Le invierò il diploma rilasciato dalla Cancelleria dell’ordi/ne della Corona d’Italia.<br />

Accolga i sensi della mia particola/re stima<br />

Il Ministro<br />

Coppino


All’Egregio Signore Cavaliere Signor<br />

Sign. Cav[alier]e Giovanni <strong>Verga</strong><br />

Milano<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 19/a<br />

Roma, 1900, Novembre 14<br />

Il ministro [della Istruzione Pubblica] Gallo, comunica a Giovanni <strong>Verga</strong> che …” con Decreto<br />

dell’11 corrente S. M. Il Re, accettando le … proposte ha chiamato la / S.V. Ill.ma a far parte della<br />

Commissione permanente per le arti musicale e drammatica … facendo ,elencando i futuri<br />

colleghi.<br />

_________________________________<br />

Roma, 14 [Nov]embre 1900<br />

Oggetto: nomina a membro / della Commissione permanente / musicale e drammatica<br />

Mi è grato parteciparLe / che , con Decreto dell’11 corrente / S. M. Il Re, accettando le mie<br />

/ proposte ha chiamato la / S.V. Ill.ma a far parte della / Commissione permanente per le arti<br />

musicale e dram/matica (sezione drammatica) .<br />

Ella avrà a colleghi / i Signori :<br />

Prof. Cav. Augusto Franchetti<br />

Avv. Vincenzo Morello<br />

Comm. Riccardo Selvatico<br />

M[arches]a Adelaide Ristori-/Capranica del Grillo<br />

Nella fiducia che la / S. V. vorrà accettare l’onorifico / Ufficio, nell’interesse dell’arte / che<br />

Ella così degnamente coltiva / ed illustra, ne La ringrazio / sin d’ora e Le porgo al tempo / stesso<br />

l’assicurazione della / mia piena osservanza.


Al Signore Commendator<br />

Giovanni <strong>Verga</strong><br />

Catania<br />

Il Ministro<br />

Gallo<br />

A.S.C.Ct. – Archivio fam. “<strong>Verga</strong>” n. provv. 21/a

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