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Rivista L'Infermiere N°5 - 2012 - Ipasvi

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INTRODUZIONE<br />

Il rispetto per la dignità del paziente è un concetto<br />

fondamentale nell’assistenza infermieristica (Stievano,<br />

2008). L’ultima stesura del Codice deontologico<br />

degli infermieri italiani (Federazione Nazionale<br />

Collegi IPASVI, 2009) sottolinea la dignità dell’assistito<br />

(articoli 3 e 5) e l’infermiere si impegna a rispettarla<br />

nel Patto infermiere-cittadino (Federazione<br />

Nazionale Collegi IPASVI, 1996). Anche la Carta europea<br />

dei diritti del malato (Active Citizenship Network,<br />

2002) garantisce all’assistito 14 diritti, di cui il<br />

sesto (diritto alla privacy e alla confidenzialità) è riconducibile<br />

alla tutela della sua dignità.<br />

Il tema è stato esaminato da diversi autori. Per Macklin<br />

la dignità sembra un concetto privo di significato<br />

al di là di ciò che è già implicito nel principio di etica<br />

medica (Macklin, 2003); al contrario, Griffin-Heslin afferma<br />

che mantenere la dignità del malato in un<br />

contesto di cura è essenziale per permettergli di<br />

sentirsi potente in un momento vulnerabile della sua<br />

vita e per migliorare la sua autostima (Griffin-Heslin,<br />

2005). Anche secondo Gallagher la dignità conta<br />

per gli assistiti, le famiglie e i professionisti; se le persone<br />

non si sentono apprezzate, sono propense a<br />

sentirsi sminuite, imbarazzate o umiliate (Gallagher,<br />

2011). Come sostengono Matiti e Trorey, salvaguardare<br />

la dignità è un dovere per tutti coloro che sono<br />

coinvolti nei processi di cura. Queste restano però<br />

parole senza senso se non vengono identificati i bisogni<br />

dei pazienti, con piani d’azione per andare incontro<br />

alle loro esigenze e soddisfare le loro aspettative;<br />

per facilitare il raggiungimento di tali obiettivi<br />

possono essere sviluppati strumenti specifici (Matiti,<br />

Trorey, 2008).<br />

Definizione<br />

Il termine dignità deriva dal latino dignitas, che significa<br />

valore, meritevole di rispetto (Stievano et al.,<br />

2009). Lennart Nordenfelt descrive quattro forme di<br />

dignità: di merito, morale (o di statura esistenziale),<br />

di identità e Menschenwürde (dignità universale<br />

umana). La prima forma è proporzionale alla posizione<br />

che la persona occupa nella società; la seconda<br />

è correlata ai pensieri e alle azioni della persona<br />

secondo regole morali. La dignità identitaria è<br />

insita in noi stessi come persone autonome; ha maggior<br />

significato in contesti quali la malattia o l’invecchiamento<br />

e può essere intaccata da eventi o comportamenti<br />

esterni. Queste tre varianti costituiscono<br />

una dignità estrinseca, perché possono mutare nel<br />

corso della vita dell’individuo; differente è la Menschenwürde:<br />

un tipo di dignità posseduta da tutti gli<br />

esseri umani senza differenze finché in vita (Nordenfelt,<br />

2004).<br />

L’infermiere, <strong>2012</strong>;49:5:e70-e76<br />

Per Mairis (1994) la dignità consiste nella capacità di<br />

comportamenti della persona e nel modo con cui è<br />

trattata, quando è a suo agio sia fisicamente, sia in<br />

termini psicosociali. Haddock (1996) aggiunge l’essere<br />

apprezzati e ritenuti importanti anche in condizioni<br />

non favorevoli; tesi accolta anche da Baillie<br />

(2009) in base all’esame delle percezioni di assistiti<br />

e infermieri. Jacelon e collaboratori ribadiscono che<br />

la dignità è una caratteristica intrinseca dell’uomo, che<br />

può essere intesa come un attributo e manifestarsi<br />

nel rispetto reciproco (Jacelon et al., 2004). È in linea<br />

anche la definizione di Shotton e Seedhouse (1998),<br />

derivata dalle loro personali esperienze e descritta in<br />

negazione: disagio, senso di inadeguatezza e vulnerabilità<br />

determinano mancata dignità. Una delle definizioni<br />

più recenti sta alla base della campagna Dignity,<br />

lanciata in Gran Bretagna nel giugno 2008 dal<br />

Royal College of Nursing, valida per qualsiasi individuo<br />

che diventa persona assistita. Tre sono i fattori<br />

principali che possono influenzare la promozione o<br />

la violazione della dignità: l’ambiente fisico, le persone<br />

e i processi. La presenza o assenza di dignità può<br />

condizionare il benessere dell’assistito; il rispetto della<br />

dignità si applica indistintamente e ugualmente per<br />

tutti, anche verso chi manca di autonomia, di capacità<br />

di scelta o di volontà, fino a dopo la morte (Royal<br />

College of Nursing, 2008).<br />

Oltre alle definizioni riportate, dalla nostra revisione<br />

bibliografica sono emersi studi qualitativi – nessuno<br />

dei quali condotto in Italia – che hanno valutato le percezioni<br />

di assistiti e infermieri riguardo alla dignità del<br />

paziente e alle modalità con cui tale diritto viene promosso<br />

e/o violato durante la degenza in strutture di<br />

cura. Questi studi indicano come per gli assistiti la salvaguardia<br />

della dignità dipenda in maniera sostanziale<br />

dall’approccio e sensibilità del personale sanitario e<br />

dall’interazione terapeutica. Per molti pazienti è fondamentale<br />

mantenere un senso di controllo, di partecipazione<br />

alle cure e di indipendenza; è importante<br />

inoltre essere informati e difendere la privacy del<br />

corpo (Baillie, 2009; Gallagher, Seedhouse, 2002; Henderson,<br />

2007; Lin et al., 2011; Matiti, Trorey, 2004;<br />

Walsh, Kowanko, 2002). Per gli infermieri la componente<br />

prioritaria è la privacy del corpo, ma sono rilevanti<br />

anche il coinvolgimento nelle cure e la comunicazione<br />

sensibile (Baillie et al., 2009; Heijkenskjod,<br />

2010; Lin, Tsai, 2011; Walsh, Kowanko, 2002).<br />

Per entrambi, l’ambiente facilita la tutela della dignità<br />

se confortevole e riservato (Baillie, 2009; Baillie et<br />

al., 2009; Gallagher, Seedhouse, 2002).<br />

Secondo Haddock, considerando la soggettività del<br />

concetto di dignità – da cui derivano approcci diversificati<br />

nella pratica e non sempre efficaci per la<br />

sua salvaguardia – sarebbe utile studiare in modo più<br />

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