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Rivista L'Infermiere N°5 - 2012 - Ipasvi

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IPASVI - www.ipasvi.it <strong>L'Infermiere</strong> n°5 / <strong>2012</strong><br />

La qualità del sonno dei degenti in Unità di cure<br />

intensive<br />

di Mara Bertaja (1),Vanni Bolzon (2), Franca Bilora (3)<br />

(1) Infermiere<br />

(2) Infermiere coordinatore<br />

(3) Dirigente medico<br />

Clinica medica II^, Università degli Studi di Padova<br />

Corrispondenza: mara.bertaja@studenti.unipd.it<br />

La vita degli esseri viventi è regolata da ritmi ben definiti. Una fase determinante per la<br />

salute psicofisica è il ritmo sonno-veglia. Questa delicata alternanza può essere<br />

compromessa nel caso di numerose patologie, ma anche durante periodi di degenza<br />

protratti, in particolare nelle Unità di cura intensive (Iber et al., 2007). Spesso i pazienti non<br />

soffrono di privazione del sonno in senso quantitativo, ma dal punto di vista qualitativo<br />

(Neil et al., 1999).<br />

Gli studi riportati in letteratura dimostrano che la gestione scorretta del ritmo circadiano<br />

dell’individuo determina: aumento della durata della degenza, alterazioni del sonno<br />

protratte anche per mesi dopo la dimissione, sviluppo di patologie psichiatriche e<br />

prolungato ritorno alla guarigione (Tembo, Parcker, 2009).<br />

Alla luce di tali premesse abbiamo voluto esplorare le problematiche relative all’alterazione<br />

del ritmo sonno-veglia, sia dal punto di vista dei pazienti, sia dal punto di vista dell’équipe<br />

curante, in merito alla percezione quantitativa e qualitativa del sonno e alla gestione di<br />

questo da parte degli infermieri.<br />

La nostra esperienza<br />

Abbiamo condotto un’indagine presso le unità operative di Terapia intensiva dell’Azienda<br />

Ulss 19 di Adria e della Ulss 18 di Rovigo, rispettivamente dotate di 19 letti distribuiti in<br />

ambiente aperto e 6 posti letto organizzati in 8 box. L’indagine ha coinvolto 30 pazienti<br />

degenti in Terapia intensiva e 60 operatori sanitari della stessa (medici, infermieri,<br />

operatori di supporto), nel periodo da marzo a giugno <strong>2012</strong>.<br />

I pazienti (17 maschi e 13 femmine), erano tutti maggiorenni ricoverati da almeno 24 ore,<br />

coscienti, orientati nel tempo e nello spazio, in grado di intendere e volere ed in grado di<br />

rispondere alle domande del questionario.<br />

Gli operatori erano in maggioranza infermieri (85%), ma anche medici (11%) e operatori<br />

sanitari di supporto (3%), tutti turnisti e con più di un mese di esperienza lavorativa in<br />

terapia intensiva.<br />

È stato utilizzato un questionario anonimo per gli operatori, composto da 10 domande a<br />

risposta aperta e chiusa, ed uno analogo di 9 domande per i pazienti.<br />

È stata adottata la Vsh Snyder-Halpen and Verran sleep scale per la misurazione della<br />

qualità del sonno.<br />

30

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