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Rivista L'Infermiere N°5 - 2012 - Ipasvi

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IPASVI - www.ipasvi.it <strong>L'Infermiere</strong> n°5 / <strong>2012</strong><br />

Nel servizio di Pediatria si utilizzano le seguenti diagnosi: Allattamento al seno efficace,<br />

Allattamento al seno inefficace, Compromissione dell’adattamento, Conflitto in rapporto al<br />

ruolo genitoriale, Intolleranza all’attività, Ipertermia, Ipotermia, Rischio di aspirazione,<br />

Rischio di infezione.<br />

Confrontarsi: un valore aggiunto<br />

Sfruttando questo contatto tra Italia e Spagna, si è deciso di analizzare l’utilizzo della<br />

tassonomia Nanda nella clinica, comparando due realtà che la utilizzano da tempi diversi,<br />

al fine di individuare ricadute positive, difficoltà e relative cause, suggerimenti proposti<br />

dagli infermieri.<br />

Relativamente all’impatto gestionale ed emozionale dell’esperienza, è emerso in modo<br />

omogeneo, da entrambi i focus condotti nelle due realtà, che l’implementazione della<br />

diagnosi non ha influito in modo importante sull’aspetto gestionale, se non per il fatto di<br />

aumentare, in parte, i tempi di registrazione (“si scrive di più perché tutte le attività svolte<br />

vengono descritte”). Tra gli aspetti positivi emersi, la valutazione del dolore risulta più<br />

oggettiva: vi è un maggior coinvolgimento del paziente nel processo di assunzione di<br />

decisioni e questo comporta un aumento della consapevolezza e della gestione del dolore<br />

da parte dell’assistito stesso. In generale il paziente percepisce la qualità dell’assistenza,<br />

sentendosi più accolto e ascoltato. La diagnosi Dolore cronico permette, inoltre, la<br />

gestione del dolore in modo più efficace e garantisce la personalizzazione degli interventi.<br />

Dal punto di vista gestionale le Di hanno portato a una diminuzione delle chiamate da<br />

parte del paziente dopo la valutazione e successivo intervento personalizzato sul dolore.<br />

L’utilizzo di scale di valutazione, come primo accertamento e come criterio di risultato, ha<br />

permesso non solo una precisa valutazione del dolore, ma anche una miglior gestione<br />

della terapia mirata da parte del medico anestesista. Un ultimo aspetto positivo è la<br />

maggiore omogeneità terminologica nel team.<br />

Le difficoltà segnalate fanno riferimento all’utilizzo non immediato delle Di: richiedono un<br />

accertamento dettagliato e completo, i tempi di apertura della diagnosi sono molto lunghi e<br />

il format cartaceo utilizzato risulta poco pratico perché composto da diverse parti, che a<br />

loro volta richiedono lunghi tempi di compilazione. Nonostante ciò, viene segnalata la<br />

necessità di integrare lo strumento con altri spazi in relazione alla registrazione del<br />

percorso e dei miglioramenti della persona.<br />

È anche emerso che utilizzare solo una Di limita la visione olistica della persona, in quanto<br />

non si accertano gli altri problemi con la stessa metodologia. Ad ora lo strumento è<br />

visionato e utilizzato solo dall’infermiere e questo è percepito come un limite. Ultimo<br />

aspetto riportato è che l’utilizzo delle Di presuppone la collaborazione del paziente, che<br />

non sempre è però possibile.<br />

Tra le principali cause di queste difficoltà ricordiamo qui: la terminologia Nanda-Nic-Noc,<br />

percepita ancora come poco famigliare dalla maggioranza degli infermieri (fanno<br />

eccezione gli infermieri neo-laureati poiché l’hanno già utilizzata nel recente percorso di<br />

formazione); le procedure/abitudini precedenti, non sempre in linea con quanto previsto<br />

dall’utilizzo della tassonomia; la non sempre piena partecipazione dei pazienti alla parte<br />

anamnestica (“non tutti i pazienti rispondono alle domande”).<br />

I suggerimenti degli infermieri si sono incentrati principalmente sul format utilizzato:<br />

occorrerebbero spazi bianchi per inserire ulteriori dati e l’utilizzo di un programma<br />

informatizzato che, oltre a ridurre la quantità di fogli, permetta la visione dei dati raccolti<br />

anche ad altre figure professionali. Questo porterebbe a una riduzione del tempo di<br />

compilazione, esigenza emersa tra le prioritarie.<br />

Riferendoci agli infermieri di Tarragona, si può notare che utilizzano le Di (53%) avendole<br />

conosciute e iniziate a utilizzare nella propria formazione universitaria; il 47% degli<br />

infermieri, invece, le ha incontrate solo una volta giunti nel contesto lavorativo.<br />

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