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L'eco del ritorno. Migrazioni circolari tra Senegal e Italia - Cestim

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All’interno di tale processo il ricercatore sociale dispone di un certo margine<br />

discrezionale in cui muoversi. In ragione <strong>del</strong>le differenti tecniche e strumenti di volta<br />

in volta impiegati, ciascuna fase viene a <strong>del</strong>inearsi in modo peculiare. Soprattutto<br />

nella fase <strong>del</strong> lavoro sul campo, la maggior flessibilità comunemente attribuita alla<br />

ricerca qualitativa può manifestarsi appieno. Alla rigidità e impersonalità degli stru-<br />

menti statistico-quantitativi si con<strong>tra</strong>ppone infatti la duttilità degli utensili <strong>del</strong> ricer-<br />

catore qualitativo: intervista discorsiva, osservazione partecipante e focus group – so-<br />

lo per citare le tecniche alle quali si deve la produzione <strong>del</strong>la quota più consistente di<br />

ricerche qualitative – consentono infatti di muoversi all’interno di uno spazio relati-<br />

vamente ampio; uno spazio nel quale il ricercatore mette in gioco se stesso, le proprie<br />

conoscenze, caratteristiche personali e capacità relazionali. Indubbiamente, in tale<br />

processo, il rischio che si corre è quello di immolare sull’altare l’agnello sacrificale<br />

<strong>del</strong>l’oggettività scientifica; si <strong>tra</strong>tta però di un rischio che – se il ricercatore sociale,<br />

ne è consapevole – può essere scongiurato ed eluso a proprio vantaggio: chiarire e<br />

motivare scelte, azioni e rappresentazioni di volta in volta utilizzate nel percorso di<br />

ricerca va esattamente in questa direzione. In tal modo la ricerca sociale viene a con-<br />

figurarsi come una rete di decisioni e scelte alle quali è chiamato chi si propone di<br />

condurre una ricerca qualitativa. La capacità e l’onestà intellettuale nell’elaborare un<br />

dettagliato resoconto riflessivo <strong>del</strong>le procedure di ricerca adottate – così come propo-<br />

sto da Altheide e Johnson 11 – giocano un ruolo di primordine dinnanzi all’imperativo<br />

<strong>del</strong>l’obiettività ed oggettività scientifica. Dunque, come esplicitato ancora da Mario<br />

Cardano, se è vero che:<br />

Nella ricerca quantitativa il principio di obiettività è declinato privilegiando il ricorso a procedure<br />

impersonali e a tecniche di accreditamento dei risultati il più possibile standardizzate 12 .<br />

appare altrettanto innegabile che:<br />

[…] Nella ricerca qualitativa il medesimo principio trova espressione nella metodica redazione<br />

di un resoconto riflessivo che dia conto <strong>del</strong>le procedure di ricerca cui l’osservatore ha fatto ricorso,<br />

che ricostruisca e argomenti la rete di decisioni che il ricercatore ha preso, prima sul<br />

campo, e poi a tavolino, nel lavoro di analisi e scrittura. Alla nozione di replicabilità pubblica<br />

11 David L. Altheide, John M. Johnson, “Criteria for Assessing Interpretive Validity in Qualitative<br />

Research”, in N. K. Denzin, Y. S. Lincoln (eds.), Handbook of Qualitative Research, Sage, London,<br />

1994, pp. 485-499.<br />

12 Mario Cardano, op. cit., introduzione, p. 28.

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