L'eco del ritorno. Migrazioni circolari tra Senegal e Italia - Cestim
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spetto da non sottovalutare – dall’insieme <strong>del</strong>le pesanti incombenze domestiche e<br />
familiari che tengono impegnata e in parte segregata la donna senegalese nel corso<br />
<strong>del</strong>la giornata. Alla luce di tali aspetti e <strong>del</strong> fallimento dei miei tentativi di incon<strong>tra</strong>re<br />
e parlare con donne rien<strong>tra</strong>te al paese natale in seguito ad un’esperienza migratoria<br />
all’estero 35 , il campione di soggetti intervistati in <strong>Senegal</strong> è venuto ad essere compo-<br />
sto esclusivamente da maschi.<br />
Nel tentativo di limare e correggere il forte <strong>tra</strong>tto di mascolinità che caratteriz-<br />
zava l’insieme dei colloqui avvenuti in <strong>Senegal</strong>, una volta rien<strong>tra</strong>to in <strong>Italia</strong> ho cerca-<br />
to di avvicinare ed intervistare almeno una rappresentante <strong>del</strong>l’universo femminile<br />
senegalese. Dopo alcuni tentativi non andati a buon fine, sono finalmente riuscito ad<br />
en<strong>tra</strong>re in contatto con una donna senegalese giunta in <strong>Italia</strong> oramai dieci anni orso-<br />
no. Così, dopo aver fatto la sua conoscenza nel corso di una giornata culturale sene-<br />
galese a Bassano <strong>del</strong> Grappa, ho potuto prendere accordi con lei per un appuntamen-<br />
to nella sua abitazione in un piccolo centro <strong>del</strong>la provincia di Vicenza. È nel corso di<br />
35<br />
A proposito dei miei tentativi non riusciti, un caso su tutti merita di essere citato in quanto emblematico.<br />
Nel corso <strong>del</strong> mio primo soggiorno a Dakar, stavo svolgendo un’intervista con un migrante da<br />
poco rien<strong>tra</strong>to in <strong>Senegal</strong>. Stavamo chiacchierando in italiano da circa un’ora quando la proprietaria<br />
<strong>del</strong> piccolo ristorante dove ci trovavamo si avvicina a noi domandandomi se fossi italiano. Alla mia<br />
risposta positiva sfoggia un sorriso e scambiamo qualche battuta. Mi dice che è stata per qualche anno<br />
in <strong>Italia</strong> con il marito e che, una volta rien<strong>tra</strong>tati, insieme hanno aperto il piccolo ristorante-fast food<br />
nel quale stiamo pranzando. Scambiamo qualche al<strong>tra</strong> battuta e le accenno il mio desiderio di poter<br />
parlare un po’ con lei <strong>del</strong>la sua esperienza una volta terminato il pranzo. Con lo sguardo incupito mi<br />
dice timorosa che ha <strong>del</strong>le responsabilità e che deve seguire il buon andamento <strong>del</strong> lavoro, dato che<br />
oggi il marito non c’è e che, al massimo, può dedicarmi una decina di minuti una volta terminata<br />
l’intervista in corso. Colti i segnali di un rifiuto, non insisto e mi accontento dei dieci minuti che ha<br />
detto di concedermi più avanti, riprendendo a chiacchierare con il mio intervistato. Nel frattempo la<br />
titolare si allontana e poco dopo la vedo uscire dal ristorante parlando al telefono. Dopo circa<br />
mezz’ora mi accomiato dal mio interlocutore e, pagando il pranzo, chiedo alla cameriera dove si trovi<br />
la titolare. Mi risponde che se ne è andata un attimo per una commissione e che – se proprio voglio –<br />
posso aspettare il suo <strong>ritorno</strong>. Deciso a non farmi sfuggire l’occasione di parlare con una donna senegalese,<br />
attendo a lungo. Nel frattempo la cameriera mi scruta con la coda <strong>del</strong>l’occhio, armeggiando di<br />
tanto in tanto con il telefono cellulare. Dopo una lunga attesa mi avvicino nuovamente alla ragazza<br />
alla quale avevo precedentemente chiesto informazioni per avere notizie circa il <strong>ritorno</strong> <strong>del</strong>la titolare,<br />
a proposito <strong>del</strong> quale comincio seriamente a dubitare. La ragazza mi risponde che l’ha appena sentita<br />
al telefono e mi avvisa che la proprietaria rimarrà fuori a lungo, non sapendo bene quando farà <strong>ritorno</strong>.<br />
Di conseguenza, mi dice che se stavo ancora aspettandola potevo pure andarmene e che le dispiaceva<br />
per l’attesa. Dopo aver atteso qualche altro minuto, me ne sono andato scoraggiato. Purtroppo, non ho<br />
più avuto l’occasione di passare nuovamente nel quartiere periferico di Dakar dove si trovava il ristorante.<br />
Ho concluso che l’intervista mi è stata rifiutata per motivi diversi da quanto mi è stato detto: il<br />
mutamento di atteggiamento da lei tenuto al momento <strong>del</strong>la mia richiesta, l’assenza <strong>del</strong> marito e le<br />
giustificazioni addotte mi hanno portato a pensare che non volesse – o forse che non potesse – parlare<br />
con me di certi aspetti <strong>del</strong>la sua esperienza migratoria.<br />
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