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giugno 2007 - Giuseppini del Murialdo

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di<br />

Suor<br />

Emma<br />

Bellotto<br />

murialdine@murialdo.org<br />

162<br />

Suor Anna Zuliani è stata una <strong>del</strong>le prime suore murialdine. Il ricordo di<br />

una presenza discreta e fe<strong>del</strong>e con un particolare dono: la simpatia.<br />

Mercoledì 25 aprile, prima<br />

<strong>del</strong>lo spuntare <strong>del</strong>l’alba, sr.<br />

Anna Zuliani murialdina di<br />

S. Giuseppe ha lasciato questa<br />

terra per contemplare, nella nuova<br />

e definitiva aurora, il volto luminoso<br />

di Dio.<br />

Nata a Veronella (Verona) il 21<br />

<strong>giugno</strong> 1926, si trasferisce con la<br />

sua famiglia - numerosa e profondamente<br />

cristiana - a Borgo Sabotino<br />

(Latina) nel 1933.<br />

Partecipa all’Azione Cattolica<br />

<strong>del</strong>la parrocchia e quando il fratello<br />

sacerdote, don Igino, ha bisogno<br />

di una persona di fiducia che<br />

possa aiutarlo nella parrocchia di<br />

Arcugnano (Vicenza) lo segue cominciando<br />

così un cammino spirituale<br />

che poi sfocerà nella consacrazione<br />

al Signore.<br />

A 24 anni di età Anna entra nella<br />

nascente congregazione <strong>del</strong>le<br />

Suore Murialdine di San Giuseppe<br />

accettando con coraggio di far parte<br />

<strong>del</strong>le “pioniere” che nel 1948<br />

avevano ottenuto, dal Vescovo di<br />

Torino e sotto la guida di P. Luigi<br />

Casaril, il permesso di riunirsi in<br />

“pia associazione” per vivere il carisma<br />

di san Leonardo <strong>Murialdo</strong>.<br />

Il 22 settembre 1953 suor Anna<br />

è a Rivoli (Torino) tra le prime die-<br />

ci consorelle che - dopo il<br />

quinquennio di esperimento<br />

- danno inizio ufficiale alla<br />

congregazione <strong>del</strong>le Suore<br />

Murialdine di San Giuseppe,<br />

con la professione religiosa<br />

dei voti di castità, povertà<br />

ed obbedienza.<br />

Dal 1960, e per dieci anni<br />

consecutivi, suor Anna<br />

svolge la <strong>del</strong>icata missione<br />

di maestra <strong>del</strong>le novizie: guidare i<br />

primi passi <strong>del</strong>le giovani nella vita<br />

religiosa non è facile, ma essa è<br />

sostenuta da una intensa vita di<br />

preghiera e aiutata dal suo carattere<br />

semplice e cordiale.<br />

Nel 1963 la congregazione riceve<br />

l’approvazione diocesana e il<br />

21 <strong>giugno</strong> <strong>del</strong>lo stesso anno sr. Anna,<br />

insieme alle prime consorelle,<br />

fa la professione perpetua nel santuario<br />

di San Giuseppe Vesuviano<br />

ed è nominata membro <strong>del</strong> primo<br />

consiglio generale.<br />

Negli anni <strong>del</strong>la sua vita religiosa<br />

suor Anna ricopre diversi incarichi<br />

di responsabilità e dal 1999 fa<br />

parte <strong>del</strong>la comunità di casa generalizia<br />

perché si cominciano a notare<br />

segni di indebolimento nella<br />

sua salute.<br />

Suor Anna sperimenta progressivamente<br />

la debolezza e il limite<br />

che la porta alla non autosufficienza.<br />

Il 31 dicembre 2006 viene ricoverata<br />

in ospedale in seguito<br />

alla frattura <strong>del</strong> femore sinistro e<br />

subisce due interventi chirurgici<br />

consecutivi.<br />

Dopo due mesi di degenza, la<br />

sua salute è ormai in progressivo<br />

declino. Viene poi ospitata presso<br />

la struttura <strong>del</strong>le “Suore <strong>del</strong> Buon<br />

Pastore” dove termina la sua vita<br />

terrena.<br />

Sr. Anna è stata una <strong>del</strong>le nostre<br />

prime consorelle: donna semplice,<br />

accogliente, gioviale, ma anche<br />

abile artista.<br />

Era ricercata per la sua simpatia<br />

e il suo umorismo: con le sue<br />

battute spiritose sapeva mettere il<br />

buon umore dovunque. Di animo<br />

sereno, intratteneva buone relazioni<br />

con tutti.<br />

Negli ultimi anni, pur visibilmente<br />

sofferente, non si lamentava<br />

ed esprimeva la sua gratitudine<br />

con un sorriso.<br />

La notte prima di morire, quando<br />

ormai non parlava più, la consorella<br />

che l’assisteva, ha colto<br />

una lacrima sul suo volto, quasi<br />

una “perla preziosa” simbolo <strong>del</strong>la<br />

sofferenza offerta nel silenzio allo<br />

Sposo che lei tanto amava e che<br />

ora stava per chiamarla a sé.<br />

Suor Anna, sei stata un dono<br />

per tutte noi: grazie per la tua testimonianza<br />

di fede e di amore.<br />

SANTE MESSE<br />

Se volete segnalare la richiesta<br />

di Sante Messe secondo le<br />

vostre intenzioni di preghiera o<br />

di suffragio scrivete a: Vita<br />

Giuseppina, Via Belvedere<br />

Montello, 77 - 00166 Roma -<br />

Ccp. 62635008<br />

Padre Paolo Signorino è mancato nella<br />

notte di Pentecoste, domenica 27 maggio<br />

<strong>2007</strong>. Da circa un mese era ricoverato<br />

a Torino presso l’ospedale Gradenigo e<br />

sempre si era sperato che potesse tornare nella<br />

sua comunità e parrocchia <strong>del</strong>la Salute in Torino.<br />

Certo l’età avanzata, 91 anni, gli acciacchi<br />

sempre più aggressivi, hanno reso gli ultimi anni<br />

<strong>del</strong>la sua vita un cammino in salita, fatto di<br />

sofferenza, di necessità di cure e di assistenza<br />

continue. La gente di Borgo Vittoria ha sentito<br />

molto la perdita di padre Paolo ed ha partecipato<br />

commossa e numerosa al rosario <strong>del</strong>la<br />

sera e alla celebrazione <strong>del</strong>le sue esequie. Padre<br />

Paolo era alla Salute da 40 anni, essendovi<br />

arrivato nel 1967, dopo aver lavorato a Roma<br />

presso l’Opera San Pio X, a Rivoli, ad Albano,<br />

a Milano (qui per 15 anni), agli Artigianelli<br />

in Torino. Professo perpetuo dal 1941 e<br />

sacerdote dal 1945, quando giunse alla Salute<br />

era già ricco di esperienza pastorale e subito si<br />

mise al lavoro soprattutto nell’oratorio. Un parrocchiano<br />

lo ha ricordato così: “Ho vivo il suo ricordo<br />

di educatore, catechista ed insegnante.<br />

Vorrei ricordarlo così: sulla bicicletta tra le strade<br />

<strong>del</strong> borgo, una buona parola per tutti e tanta<br />

voglia di scherzare, soprattutto con i bambini.<br />

E poi come insegnante nelle scuole: caramelle,<br />

diapositive e canti, questi gli ingredienti<br />

<strong>del</strong>le sue lezioni”. Assistente <strong>del</strong>la Banda<br />

“Salus”, <strong>del</strong> laboratorio missionario,<br />

insegnante di religione,<br />

impegnato nel catechismo con<br />

i bambini <strong>del</strong>le elementari, non<br />

c’era spazio <strong>del</strong>la parrocchia<br />

dove ci fossero i ragazzi e non<br />

ci fosse don Paolo, e questo fino<br />

ad età avanzata.<br />

Qualcuno ha ricordato che<br />

per molti anni don Paolo è stato<br />

incaricato dei battesimi: per<br />

tanti quindi è stato il ministro<br />

<strong>del</strong>la grazia battesimale quasi<br />

creando un primo legame con<br />

chi poi avrebbe incontrato sui<br />

banchi di scuola elementare e<br />

nelle classi di catechismo. Mi<br />

piace sottolineare questo legame: educare chi<br />

ha ricevuto il battesimo perché il primo<br />

e fondamenta-<br />

le sacramento porti frutti di vita cristiana. Una<br />

vera paternità spirituale espressione <strong>del</strong> ministero<br />

sacerdotale e <strong>del</strong>la vocazione Giuseppina<br />

fusi insieme.<br />

In questi giorni <strong>del</strong>la sua dipartita la porta<br />

<strong>del</strong> suo confessionale era tenuta aperta da un<br />

grande mazzo di fiori bianchi. Apochi metri dall’urna<br />

<strong>del</strong> <strong>Murialdo</strong>, quella porta aperta e quei<br />

fiori al suo confessionale, ci parlano di un giuseppino<br />

strumento <strong>del</strong>la misericordia divina,<br />

accogliente verso tutti e per tutti ponte di riconciliazione<br />

e di pace. Don Paolo è stato giuseppino<br />

tra i ragazzi in cortile, è stato figlio <strong>del</strong> <strong>Murialdo</strong><br />

nel silenzio <strong>del</strong> confessionale.<br />

Un parrocchiano ha detto durante la celebrazione<br />

dei suoi funerali: “Carissimo don Paolo<br />

hai operato a lungo in questo nostro borgo al<br />

servizio <strong>del</strong> Signore e nostro. Hai seguito vari<br />

gruppi con aperta disponibilità. Diffondevi la<br />

devozione alla Madonna come accompagnatore<br />

nei pellegrinaggi… Hai fatto tutto con tanta<br />

semplicità senza cercare di apparire. Grazie<br />

di questa tua vita donata”.<br />

Confratelli e parrocchiani lo ricordano anche<br />

per alcuni tratti <strong>del</strong>la sua umanità: sensibile<br />

ed arguto, pronto alla battuta e anche a<br />

sdrammatizzare quando occorreva. Aveva<br />

nel tempo maturato le sue idee in fatto di oratorio<br />

e di educazione, per questo non sempre<br />

era tenero nel giudizio verso novità ritenute<br />

poco opportune, anche se,<br />

alla prova dei fatti, sapeva<br />

riconoscere la bontà <strong>del</strong> lavoro<br />

e <strong>del</strong>le scelte. In questo<br />

lo guidava un criterio di<br />

base: se il cortile <strong>del</strong>l’oratorio<br />

era pieno di ragazzi, voleva<br />

dire che la scelta era<br />

buona, altrimenti…<br />

Nella sua camera piena<br />

di tante cose in disordine, sono<br />

rimasti gli strumenti con<br />

cui faceva dei “quadretti devozionali”<br />

che poi regalava in<br />

occasione di particolari celebrazioni.<br />

È bello pensare che<br />

tanti di questi quadretti siano<br />

ora nelle famiglie <strong>del</strong> borgo e continuino ad invitare<br />

a rivolgere una preghiera alla Madonna<br />

<strong>del</strong>la Salute, al <strong>Murialdo</strong>… come ha fatto don<br />

Paolo per tanti anni.<br />

p. Tullio Locatelli, superiore provinciale<br />

Padre<br />

VITTORINO MOLON<br />

(fratello di p. Eugenio)<br />

scalabriniano, deceduto il<br />

23 aprile a Bassano<br />

<strong>del</strong> Grappa (VI).<br />

Padre IVALDO CASULA<br />

saveriano, deceduto il 5 aprile<br />

a Makeni (Sierra Leone).<br />

SUOR<br />

IMELDA SALVADERI<br />

(sorella <strong>del</strong> def. p. Angelo)<br />

domenicana, deceduta<br />

il 3 aprile a 99 anni.<br />

HILARION ANTÓN<br />

(papà di p. José Fi<strong>del</strong> Antón)<br />

deceduto il 12 aprile<br />

a Pamplona (Spagna)<br />

a 76 anni.<br />

GIOVANNA PACINI<br />

(sorella di p. Aldo) deceduta<br />

a Chicago (USA) il<br />

7 maggio a 67 anni.<br />

GIUSEPPE CIALONE<br />

deceduto a Milano<br />

il 10 maggio a 62 anni.<br />

JULIA GARCIA (mamma<br />

di p. Jaime <strong>del</strong>l'Olmo)<br />

deceduta in Spagna<br />

il 22 maggio a 99 anni.<br />

RICCARDO FONTANA<br />

(fratello di p. Dante e <strong>del</strong><br />

def. p. Pierino) deceduto in<br />

Argentina il 28 maggio<br />

a 83 anni.<br />

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