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L'Anima e il suo Destino di Vito Mancuso - panasur

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cose <strong>di</strong> cui misura lo scorrere, e infatti per la misurazione del tempo è sempre necessario un punto <strong>di</strong><br />

riferimento che viene arbitrariamente posto come tempo zero, proprio come nella misurazione dello spazio<br />

abbiamo bisogno <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> riferimento, solidale con un qualche corpo, per esempio la Terra, o <strong>il</strong> Sole,<br />

ecc.<br />

Per giungere alla vera gioia, alla permanente e in<strong>di</strong>struttib<strong>il</strong>e gioia <strong>di</strong> vivere, si deve superare se stessi. Per<br />

questo gli autentici maestri dello spirito sono nella gioia e nella pace, e <strong>il</strong> loro volto esprime quiete e dà<br />

serenità. E questo è ciò <strong>di</strong> cui gli uomini hanno bisogno: gioia, pace, quiete, serenità.<br />

Lo scopo della vita è la nascita alla gioia dell’essere, che è la porta dell’eternità, perché chi la vive entra<br />

nell’eternità, dove, una volta entrati, non si esce più. L’anima è giunta a casa.<br />

5 – Salvezza dell’anima<br />

Il <strong>di</strong>scorso sull’anima e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> destino ha condotto al risultato che l’energia costitutiva <strong>di</strong> ogni uomo può<br />

configurarsi fino a raggiungere lo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> anima spirituale.<br />

Dobbiamo essere salvati dal peccato.<br />

Le religioni per le quali la salvezza si dà come adesione alla logica che guida <strong>il</strong> mondo, l’Induismo e <strong>il</strong><br />

Confucianesimo, <strong>il</strong> Giainismo e <strong>il</strong> Taoismo, in<strong>di</strong>viduano <strong>il</strong> loro senso nel far conoscere <strong>il</strong> mondo nella sua<br />

verità; la religione è conoscenza. Le religioni per le quali la salvezza si dà come obbe<strong>di</strong>enza alla legge <strong>di</strong>vina,<br />

Ebraismo e Islam, pensano l’uomo come capace <strong>di</strong> adempiere da sé quella legge; la religione è osservanza.<br />

Le religioni per le quali la salvezza si dà come redenzione operata da Dio e ricevuta dall’uomo senza alcun<br />

merito, Cristianesimo, pensano <strong>il</strong> mondo come qualcosa da cui essere strappati e ritengono l’uomo<br />

incapace <strong>di</strong> liberarsi da sé: la religione è grazia.<br />

Nel primo caso, la figura teologica decisiva sarà un maestro (Buddha, Confucio), nel secondo, un legislatore<br />

e un profeta (Mosè, Muhammad), nel terzo un redentore (Cristo). Più <strong>di</strong>minuisce <strong>il</strong> valore salvifico del<br />

mondo, più sale <strong>il</strong> carattere <strong>di</strong>vino del me<strong>di</strong>atore della salvezza: Buddha e Confucio sono solo uomini e la<br />

loro sapienza è del tutto umana; Mosè e Muhammad sono solo uomini ma parlano in nome <strong>di</strong> Dio; Cristo è<br />

egli stesso Dio.<br />

Il fatto è che sulla questione fondamentale della vita umana, cioè <strong>il</strong> <strong>suo</strong> destino eterno, nella dottrina<br />

cristiana non c’è la chiarezza auspicab<strong>il</strong>e.<br />

Quando si pensa veramente la vita, appare necessariamente la contrad<strong>di</strong>zione.<br />

Il peccato originale è un’offesa alla creazione, un insulto alla vita, uno sfregio all’innocenza e alla bontà<br />

della natura, alla sua origine <strong>di</strong>vina.<br />

Ciò che la teologia chiama peccato originale è lo scacco dentro cui e racchiusa la con<strong>di</strong>zione umana, è<br />

l’amarezza della con<strong>di</strong>zione umana, le sue sete inappagata <strong>di</strong> giustizia, <strong>il</strong> compimento che essa postula e la<br />

necessità <strong>di</strong> essere salvata, perché senza una forza più grande che l’attrae come dall’alto l’uomo non esce<br />

da questo labirinto contrad<strong>di</strong>ttorio che è la vita. Questa forza che attrae verso l’alto è <strong>il</strong> fascino che l’Idea<br />

del bene genera dentro <strong>di</strong> noi, e se lo genera è perché noi veniamo da lì essendo <strong>il</strong> bene nient’altro che<br />

or<strong>di</strong>ne, ed essendo anche noi nient’altro che or<strong>di</strong>ne,un insieme or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> m<strong>il</strong>iar<strong>di</strong> <strong>di</strong> relazioni, e per<br />

questo sentiamo che aderire al bene che è or<strong>di</strong>ne significa tornare a casa, che aderire al Principio<br />

Or<strong>di</strong>natore significa pienamente noi stessi.<br />

L’errore della concezione teologica tra<strong>di</strong>zionale sul peccato originale sta nel chiamarlo peccato. Non vi è<br />

nessun peccato, non abbiamo nessuna colpa che preesiste sulle nostre vite in<strong>di</strong>pendentemente da noi. E’ la<br />

vita che è fatta così, la biologia ce lo mostra nel modo più chiaro. Non c’è alcun peccato, c’è la con<strong>di</strong>zione<br />

umana, che vive <strong>di</strong> una libertà necessitata, imperfetta, corrotta, e che per questo ha bisogno <strong>di</strong> essere<br />

<strong>di</strong>sciplinata, educata, salvata, perché se non viene <strong>di</strong>sciplinata questa nostra libertà può avere un’oscura<br />

forza <strong>di</strong>struttiva e farci precipitare nei vortici del nulla.<br />

Né <strong>il</strong> sabato né la domenica, né <strong>il</strong> Tempio <strong>di</strong> Gerusalemme, né la Bas<strong>il</strong>ica <strong>di</strong> San Pietro, né la circoncisione né<br />

<strong>il</strong> battesimo, né l’appartenenza a Israele né quella alla Chiesa “nuovo Israele”, né <strong>il</strong> Talmud né <strong>il</strong> Messale<br />

salvano gli uomini. Ciò che li salva è l’ingresso nella <strong>di</strong>mensione dello spirito e della verità.<br />

La Bibbia Ebraica <strong>di</strong>ce “lo spirito dell’uomo è una fiaccola del Signore”, nell’attuale catechismo <strong>di</strong>ce “la<br />

salvezza si trova nella verità”.<br />

Ciò che salva è <strong>il</strong> bene, la giustizia interiore, la purezza del cuore, che sono la realizzazione pratica ed<br />

esistenziale dello spirito e della verità. L’uomo giusto è colui chi compie <strong>il</strong> bene per amore del bene, anzi

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