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4. Lipidi

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Preparazione del campione ed intervalli di riferimento<br />

Il paziente deve essere a digiuno. Infatti, se il paziente ha mangiato, non solo non è<br />

più possibile interpretare il significato dell’ipertrigliceridemia, ma la presenza di<br />

chilomicroni nel campione può interferire sia con il saggio colorimetrico sia nella<br />

determinazione dei volume del campione. Il paziente deve inoltre astenersi dal bere<br />

alcool per almeno 36 ore prima dell’analisi in quanto questo composto determina una<br />

brusca e transiente elevazione della trigliceridemia.<br />

La determinazione può essere fatta sia sul plasma (reso incoagulabile per aggiunta di<br />

EDTA) che sul siero. I valori nel plasma sono inferiori del 2-4% rispetto ai valori del<br />

siero in quanto gli anticoagulanti (in particolare il fluoruro, il citrato e l’ossalato)<br />

determinano una fuoriuscita di acqua dai globuli rossi.<br />

Valori di trigliceridi inferiori a 2,5 g/L sono da considerarsi normali, anche se soggetti<br />

con questi valori possono presentare ugualmente altre importanti alterazioni delle<br />

lipoproteine e delle apolipoproteine.<br />

Livelli di trigliceridi a digiuno compresi fra 2,5 g/L e 5 g/L si associano ad un<br />

aumento del rischio di malattia cardiovascolare (il doppio rispetto la norma) e<br />

richiedono ulteriori indagini cliniche sul paziente.<br />

Valori superiori a 5 g/L portano invece ad un aumento del rischio per la pancreatite<br />

acuta.

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