2011/inverno - CAI Sezione di Mantova

Il 7° Corso d’Arrampicata Sportiva
Anche quest'anno la scuola Moccia Morari ha
portato a termine il corso d'Arrampicata Sportiva.
È stato un corso un po' diverso dal solito, otto allievi
di età diverse tra i tredici e i quaranta anni, un
gruppo eterogeneo, che ha richiesto un'attenzione
particolare per far coincidere le esigenze e le
possibilità dei più giovani con quelle dei ragazzi più
grandi.
Diverse età quindi ma analoghe aspettative e
motivazioni, principianti quasi tutti con precedenti
esperienze.
Alcuni hanno frequentato il corso breve di
avvicinamento all'arrampicata un esperimento che
la scuola ha fatto quest'anno per la prima volta ed
ha avuto un discreto successo sia come affluenza
che come risultati, altri venivano da analoghi corsi
FASI,sempreinstruttureindoor.
I primi hanno ritenuto l'esperienza positiva ed
hanno voluto approfondire la disciplina
dell'arrampicata in modo più completo, sulla roccia,
gli altri ritenendo insufficienti le competenze
acquisite e finalizzate a salire pareti artificiali
cercando qualcosa di diverso, imparare ad
arrampicareinfalesia.
Questo ci ha permesso di tralasciare gli aspetti
tecnici più elementari già acquisiti, e dedicarsi
maggiormente al movimento e soprattutto ad
acquisire dimestichezza con l'ambiente
arrampicando in siti e situazioni diverse, per quanto
possibile per un corso di base, lasciando gli allievi
un po' più liberi di sperimentare, “sentire” la roccia e
gli equilibri, con la guida e la sicurezza data da
averedegliistruttorialseguito.
È un aspetto tra i più importanti perché permette
agli allievi di approcciarsi autonomamente
all'arrampicata con un piccolo bagaglio di “già
vissuto”; aiuta a vincere il timore (la roccia, l'altezza,
la mancanza di competenza) che l'ambiente
inevitabilmente suscita nei principianti, inibisce il
gesto e toglie quello che secondo me è il gusto di
arrampicareinunambientenaturale.
Movimenti di base, illustrazione di tecniche e
consigli sull'allenamento, i materiali e la catena di
assicurazione, l'interpretazione delle guide di
arrampicata e scale di difficoltà, il boulder, i nodi il
funzionamento dei freni e le tecniche di
assicurazione, sono stati gli argomenti degli otto
incontri teorico/pratici svolti dagli istruttori della
scuola in palestra a Lunetta terminati con una
lezione sulla struttura e scopo del C.N.S.A.S.,
ambiti e problematiche di intervento (relativamente
alle falesie e pareti di bassa quota) e modalità
operative il caso di intervento tenuta da un tecnico
delSoccorsoAlpino,ilGigi.
Per le sei uscite, sei abbiamo puntato alle falesie
più vicine per evitare lunghe trasferte Stallavena,
Biacesa di Ledro, Marciaga ed anche Cividate
Camuno scegliendo vie prevalentemente
appoggiate sulle quali provare le tecniche senza
l'affanno di doversi “tenere”, per potersi
maggiormente concentrare sul movimento. A fine
giornata c'è sempre stato un il tempo per provare
anche linee più difficili per soddisfare la voglia di
arrampicare, mettersi un po' alla prova senza dare
moltaimportanzaalgrado.
Importanza particolare, come in tutti i nostri corsi, è
statadataallasicurezza.
Fin dai primi incontri in palestra, abbiamo cercato di
istruire gli allievi sui pericoli che può comportare la
praticadell'arrampicatasiaindoorcheinfalesia.
Non solo il corretto utilizzo dei materiali e
l'applicazione delle tecniche di assicurazione
“come da manuale” ma anche l'approccio
all'ambiente, l'osservazione della parete, come
sono attrezzate le vie servono a prevenire i rischi ed
iconseguentiincidenti.
L'importanza di agire in sicurezza che è stata
ribadita anche dal Gigi durante la lezione sul
Soccorso Alpino (esplicite certe diapositive) credo
sia stata recepita da tutti i partecipanti, anche i dai
piùgiovani.
Un corso canonico quindi ma anche qualche
novità. Ci siamo presi la responsabilità di
ammettere al corso anche dei minorenni la Giulia
con il padre-allievo, Federico e Giovanni che sono
stati accompagnati dai rispettivi papà durante le
uscite a cui vanno i miei ringraziamenti per la
disponibilità ed il supporto che hanno dato;
un'esperienza positiva e formativa per gli istruttori,
presuppone un approccio diverso, più
responsabile con ragazzi verso i quali, volenti o
nolenti,siamoancheeducatori.
Gli allievi hanno potuto arrampicare da primi di
cordata (attività introdotta dalla CNSASAdal 2010)
; in effetti un corso di arrampicata anche se di primo
livello deve fornire le basi per un'attività autonoma e
questo non può prescindere dal dover “tirare” una
via.
Tirando le somme direi che il 7° corso AL1 si è
conclusoinmodopositivo,l'uniconeononabbiamo
potuto effettuare l'ultima uscita di boulder in val
Daone perché programmata a cavallo delle feste
Pasquali.
Credo che l'obiettivo di avvicinare persone
all'ambiente naturale attraverso la pratica
dell'arrampicata in modo consapevole e più sicuro,
di trasmettere non solo tecniche ma anche una
coscienza etica non sia così lontano, possiamo
migliorare,ognicorsoèuncorsoanchepernoi.
Un ringraziamento a tutti gli istruttori della scuola
che hanno impegnato il loro tempo ed un augurio a
PaoloFalsirolicheritornipresto“sulcampo”.
Alex Luscietti I.N.A.L.
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