2011/inverno - CAI Sezione di Mantova

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26 Assemblea dei Delegati - Spoleto 22 maggio 2011 Intervento di Maurizio Dalla Libera – Presidente CNSASA L'avvenuta approvazione del progetto di riordino degli OTCO, pur nel rispetto delle decisioni assunte, sulle quali non si intende entrare nel merito, ha prodotto un notevole disagio da parte della Commissione Scuole diAlpinismo. Il progetto di riordino non ha seguito un percorso condiviso e come Scuole di Alpinismo riteniamo che, senza un sostanziale consenso da parte di chi dovrebbe attuarlo sul territorio, tale riassetto non potrà fare molta strada. In realtà il progetto è stato calato dall'alto. Sul documento elaborato dal gruppo di lavoro del CC, rivisto attraverso diverse versioni, che tuttavia non hanno risolto le criticità più volte evidenziate, questa Commissione non ha mai espresso un parere favorevole; tale posizione è stata sostenuta dagli Istruttori Nazionali riuniti nel congresso di Pordenone nel novembre 2009 e da un parere negativo espresso da oltre l'80% delle 180 Scuole Sezionali operanti sul territorio. Un progetto di riordino di tale natura non è sostenibile con le risorse umane attualmente disponibili e sulla base dell'azione del volontariato non è fattibile per le finalità che si sono proposte. Si ribadisce che le attuali strutture tecniche operative funzionano bene, salvo aspetti circoscritti che possono essere risolti nella definizione degli ambiti operativi, in forma condivisa fra gli OTCO interessati; in sostanza si tratta di stabilire con chiarezza “chi fa cosa” in ambito alpinistico. La CNSASA, tuttavia, non si è limitata a fornire un parere negativo e motivato, ma ha proposto una serie di iniziative e attività mirate alla definizione degli ambiti operativi e delle competenze, volte alla collaborazione con gli altri OTCO per l'avvio di nuovi programmi e di nuovi percorsi formativi; questo non per delegittimare l'attività di altri organi tecnici o di sostituirsi al CC, ma in forza di una norma regolamentare del Sodalizio che assegna fra gli scopi istitutivi della Commissione Scuole di Alpinismo, il compito di indirizzare tecnicamente e moralmente l'attività dei soci nel settore alpinistico. La CNSASA nel 2010 ha presentato agli organi di indirizzo e di governo del CAI in due documenti una propria articolata proposta progettuale per l'esercizio delle attività alpinistiche. Un terzo documento denominato “Proposte di collaborazione da parte della CNSASA per lo svolgimento di attività alpinistiche promosse da CCE, CCAG e Sezioni” è stato inviato alle Scuole in questi giorni. Queste linee di guida sono state inviate per due motivi: 1) Nel primo caso perché pervengono a questa Commissione da parte degli organi tecnici territoriali in particolare afferenti all'escursionismo e all'alpinismo giovanile e da parte di alcune Sezioni richieste di collaborazione per svolgere, con il contributo di titolati della CNSASA, attività di formazione nel settore alpinistico nei confronti degli accompagnatori di escursionismo e di alpinismo giovanile o attività per l'organizzazione di gite e iniziative sezionali. La CNSASA ha voluto così evidenziare delle forme di collaborazione che ogni Commissione Regionale Scuole o Scuola Sezionale vorrà attivare. Si vuole sottolineare che quanto proposto non rappresenta una novità: infatti la cooperazione a livello regionale è già attiva a carattere sperimentale in alcune Commissioni Regionali mentre il contributo fornito dalle Scuole di Alpinismo per la promozione della cultura della sicurezza nelle attività sezionali è considerato, in molte Sezioni, una prassi consolidata. 2) Il secondo motivo è rappresentato dallo standard di comportamento che la società di oggi richiede a chi svolge azione di istruzione e di accompagnamento. Come è noto la Legge assegna al CAI vari compiti tra cui provvedere all'organizzazione ed alla gestione di corsi di addestramento per le attività alpinistiche, escursionistiche, speleologiche e alla formazione dei relativi istruttori e provvedere all'organizzazione di idonee iniziative tecniche per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni. A sua volta il Consiglio Centrale ha assegnato alla CNSASA importanti scopi istituzionali, tra cui, oltre alla gestione di tutto il comparto delle Scuole di Alpinismo, anche il compito di indirizzare tecnicamente e moralmente l'attività alpinistica, scialpinistica e sciescursionistica delle Sezioni e dei singoli soci. Le attività di istruzione e di accompagnamento, a qualsiasi livello vengano svolte, devono avvenire secondo parametri di elevata sicurezza: una fonte enorme di responsabilità. Rispetto al passato, l'attuale società vuole protezione dai rischi ed essere rassicurata in tutti i settori di attività; l'alpinismo non è più considerato un'oasi solitaria e gli infortuni alpinistici non beneficiano di tolleranza. Oggi l'incidente passa al vaglio attento della magistratura per ricostruire l'accaduto, analizzare le condotte di vittime e superstiti, onde accertare cause ed individuare eventuali colpe; ci sono processi, condanne, obblighi risarcitori spesso ingenti. La dimostrazione di questo mutato scenario ovvero di una ridotta tolleranza la si può notare da alcuni fatti. Secondo gli articoli del codice penale 426 e 449 del 1930 il distacco di una valanga in Italia è considerato reato penale, indipendentemente che essa crei danni a cose o persone. Fino a pochi anni fa per il distacco di valanga provocato da uno scialpinista, il giudice analizzava l'evento ma comunque non faceva riferimento all'articolo 449 per cui il concetto di delitto colposo non era invocato. Ora abbiamo notizie di denunce penali ed anche di condanne: Bormio,Arabba; Val Senales,Alpago, Brenta. Perché ora questo accanimento? In questi ultimi anni, si è assistito a livello legislativo ad un aumento delle sanzioni per gli illeciti colposi, nell'ambito della cosiddetta “sicurezza sociale”; tali pratiche producono spesso una grande presa nel pubblico, ma possono pure portare ad un imbarbarimento del diritto, a scapito dei cittadini, che non se ne rendono conto, almeno fino a che i coinvolti diventano numerosi e il problema viene alla ribalta. Da un lato, l'uomo d'oggi non accetta più fatiche, pericoli, dolore e, dunque, ne conseguono tentativi di eliminarli di eluderli, anche con lo strumento normativo, considerato idoneo allo scopo. Pensate a recenti assurdi provvedimenti che stabilivano multe a chi non possedeva l'ARTVA anche se si muoveva sul piano oppure l'obbligo di servirsi di una Guida Alpina nel caso il bollettino valanghe fosse di grado 3 o superiore. Sull'aspetto della sicurezza, oltre a produrre confusione e irritazione tra i praticanti, spesso i media in occasione di incidenti creano nel pubblico non specializzato un clima di insofferenza nei confronti di chi frequenta la montagna, quasi che questi fossero dei criminali. La persona che partecipa ad un corso o ad una gita si affida al CAI, che agisce attraverso i propri operatori, e confida sull'esperienza, sugli insegnamenti e sull'assistenza di questi. Qualsiasi proposta di attività non può fare a meno di adottare le regole cautelari di prevenzione, frutto dell'esperienza e dell'evoluzione della tecnica; per cui la preparazione e la condotta del responsabile del gruppo vengono valutate non secondo un generico comportamento da “ buon padre di famiglia” ma quello proprio di un soggetto che esercita una particolare attività qualificata (l'istruttore e/o l’accompagnatore) secondo uno standard di comportamento all'altezza dei tempi. Da oltre settanta anni gli scopi principali della CNSASA sono l'educazione alla montagna e la prevenzione degli infortuni in ambito alpinistico. Consideriamo come valori etici e morali assolutamente inderogabili la sicurezza e la incolumità di Soci e non Soci CAI, cioè tutti coloro che prendono parte alle attività organizzate dalle Sezioni e che i Presidenti delle stesse affidano alla preparazione tecnica dei Titolati CAI, siano essi istruttori, accompagnatori o capo gita. Allo scopo di promuovere e diffondere la passione per la montagna, la cultura tecnica, la sicurezza e la prevenzione degli incidenti in ambiente montano, l'attività principale delle
Scuole di Alpinismo consiste nell'organizzazione di Corsi, i quali, alla fine del percorso formativo, devono fornire all'allievo un certo grado di autonomia, proporzionato al livello del Corso e alle capacità iniziali del partecipante. Lo scopo principale non è quindi offrire un semplice accompagnamento bensì far impartire agli allievi una adeguata formazione teorico – pratica in modo che essi possano iniziare a svolgere in ragionevole sicurezza e autonomia l'attività dell'alpinismo, dell'arrampicata libera, dello scialpinismo e dello sciescursionismo. Si ritiene che questi obiettivi e questi valori devono altresì essere trasferiti nei settori dell'alpinismo giovanile e dell'escursionismo nonché in ogni attività di tipo sezionale, mediante forme di collaborazione e di partecipazione. Le Scuole di Alpinismo avendo per statuto il compito in generale di curare tutto il settore dell'alpinismo nell'ambito del sodalizio, e nello specifico di indirizzare sia dal punto di vista tecnico sia sotto il profilo del comportamento moralmente appropriato l'attività alpinistica, scialpinistica e sciescursionistica, si sentono impegnate a collaborare allo svolgimento di attività sociali e ad orientare gli altri OTCO verso una pratica alpinistica sostenibile in termini di sicurezza. La CNSASA ha perciò proposto a CCE e CCAG degli ambiti operativi di carattere alpinistico che non devono essere intesi come una forma di mortificazione delle loro attività svolte ma più semplicemente un rientro nei settori originari delle rispettive competenze, riconoscendo in ogni caso a questi OTCO un ruolo e una specificità che rappresentano un patrimonio Scritti di: Ettore Zapparoli Titolo della pubblicazione: Alpinismo solitario A cura di: Alessandro Giorgetta, Dante Colli Collana: Alpinisti Descrizione dell'opera: Ettore Zapparoli, nato a Mantova nel 1899 e scomparso sulla parete est del Monte Rosa (foto a fianco) nel 1951, accademico del CAAI, fu uno dei protagonisti dell'alpinismo classico tra il 1929 e il 1951, praticando l'alpinismo solitario con nuove vie sul Monte Rosa. Giornalista, scrittore, compositore musicale, pubblicò due romanzi “Blu Nord” e “Il silenzio ha le mani aperte” oltreché numerosissimi articoli su quotidiani. Nel sessantesimo anniversario della scomparsa, il Club Alpino Italiano pubblica un'antologia di tutti gli scritti editi e inediti, in gran parte di argomento autobiografico alpinistico, importante e insostituibile del Sodalizio. In questa sede mi soffermo su alcune forme di collaborazione che le Scuole di Alpinismo possono offrire alle Sezioni. Le gite escursionistiche e le escursioni a carattere più alpinistico sono attività importanti per le Sezioni. Consigliamo alle Sezioni di privilegiare le gite di tipo escursionistico e di limitare le ascensioni di natura alpinistica perché il grado di pericolo a cui ci si espone è elevato e perché una conduzione diligente e prudente necessita di numerose persone esperte che svolgano il ruolo di responsabili. Si ribadisce che le Scuole perseguono lo scopo principale di organizzare i Corsi perché si vogliono formare dei frequentatori della montagna autonomi e non passivi gitanti. Se da un lato si rileva che soci e non soci richiedano sempre di più alle Sezioni attività di accompagnamento è anche da ribadire che il capo gita dovrebbe svolgere il ruolo di coordinatore di un gruppo di persone sufficientemente autonome piuttosto che quello di accompagnatore turistico. Con l'intento di promuovere la cultura della sicurezza e migliorare l'organizzazione delle gite sezionali, compatibilmente con l'impegno richiesto per l'organizzazione dei Corsi, la Commissione ha chiesto alle Scuole di Alpinismo di contribuire alla gestione delle gite sezionali applicando le regole generali di organizzazione adottate nei Corsi comprendenti tuttavia anche liriche, poemetti brevi e articoli di critica musicale, che costituiscono la sua produzione letteraria dal 1917 al 1951, parte della quale gli valse l'assegnazione postuma del premio internazionale di giornalismo “St. Vincent”. Il “corpus” dei suoi scritti è introdotto e completato da apparati critici di Irene Affentranger, Dante Colli, Alessandro Giorgetta, Ledo Stefanini, nonché dalla presentazione del presidente generale del CAI, Umberto Martini, che ne inquadrano l'opera letteraria nel periodo storico e politico, nell'ambiente alpinistico, nei movimenti artistici e letterari dell'epoca. Il volume è riccamente illustrato con 116 foto in bianco e nero, in gran parte d'epoca, raffiguranti i luoghi dell'autore, e i suoi itinerari alpinistici sulla parete est del Monte Rosa. Pag. 304. Prezzo soci € 13,00; non soci € 20,00. Come ordinare: le richieste vanno fatte direttamente alle Sezioni. E' possibile acquistare il manuale anche presso le librerie. della CNSASA, nonché se richiesto di essere disponibili alla formazione dei capo gita. La CNSASA ha invitato le Scuole a considerare la possibilità di organizzare nel periodo estivo la gestione di 1 – 2 gite di natura alpinistica e nel periodo invernale la gestione di alcune gite di scialpinismo e di sciescursionismo. Si invitano gli organi di indirizzo e di governo ad una pausa di riflessione prima di passare alla fase attuativa del progetto e a un approfondimento dei temi che la CNSASA ha proposto. Apprezziamo la disponibilità espressa oggi dal Presidente Generale di riparlare di questo tema e come Scuole di Alpinismo daremo il nostro fattivo contributo. Il Presidente della CNSASA Maurizio Dalla Libera IL NUOVO LIBRO SU ETTORE ZAPPAROLI 27
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